Cronaca
Il gas radon nelle nostre case, una sensibilizzazione tecnica
Approfondimento a cura dell'ing. Carpagnano
Barletta - mercoledì 18 novembre 2015
"In generale si tende a sottovalutare gli effetti del radon nelle nostre case. Sempre presente in concentrazioni variabili - interviene la nota dell'ing. Francesco Carpagnano - in funzione del luogo e della tipologia dell'alloggio in cui viviamo, esso è estremamente dannoso per la nostra salute. Da tempo è accertata la correlazione tra esposizione al radon ed i suoi prodotti di decadimento, con l'incidenza di tumore polmonare II radon è un gas radioattivo naturale inodore, incolore e insapore, di cui non si avverte la presenza anche se vi sono grosse concentrazioni. Esso è un prodotto del decadimento radioattivo del radio, uno degli elementi ionizzanti naturali esistenti sulla terra, appartenente alla catena radioattiva del'uranio ed è distribuito nella crosta terrestre con concentrazioni variabili. L'ingresso del radon in un edificio avviene generalmente dal suolo sottostante, utilizzando la porosità del terreno. Esso penetra nei locali di abitazione, raggiungendo i piani superiori, attraverso crepe e giunti nei pavimenti, i cavedii, le colonne montanti di acqua e fogna, ecc., partendo dalle zone critiche, costituite dai piani interrati e seminterrati. La concentrazione del radon dipende molto dal substrato geologico su cui è costruita la casa, dal tipo di contatto tra edificio e suolo (tipologia e tecnologia costruttiva della fondazione) e dalle caratteristiche stesse dell'edificio (forma, dimensione, disposizione delle bucature, livello rispetto al suolo dei locali abitati), fino anche alle modalità di uso dell'edificio/abitazione. Gli stessi materiali da costruzione possono contenere uranio, alcuni dei quali anche in quantità elevate (ad es. tufi, pozzolane e graniti).
Per limitare gli effetti deleteri del radon nelle abitazioni è necessario adottare tecniche (spesso abbastanza semplici) che tendano sostanzialmente alla depressurizzazione del suolo, a ventilare i vespai, a sigillare le possibili vie d'ingresso in fondazione. All'interno degli alloggi, invece, devono servire a diluire la concentrazione di radon con un'efficace ventilazione forzata e la filtrazione dell'aria. La scelta dei metodi d'intervento sarà, tuttavia, valutata di caso in caso anche in funzione di misurazioni del livello di concentrazione del radon che possono essere condotte in maniera continuativa con strumenti molto semplici. In Italia, al contrario di quasi tutti i paesi europei, non esiste attualmente una normativa nazionale o regionale sul radon negli ambienti domestici. Solo sporadici tentativi e studi di carattere generale (cfr. ENEA) o sommarie rilevazioni. L'ARPA Regione Puglia ha effettuato alcune misurazioni su un campione limitato di abitazioni ed indica, per il nostro territorio, valori medi di concentrazione di gas radon pari a 100 Bq/mc. La Regione Veneto ha stabilito un valore massimo di 200 Bq/mc., come livello oltre il quale è necessario intraprendere azioni di rimedio e raccomanda alla popolazione di effettuare misure di radon annuali, soprattutto nei comuni a rischio.
Ho pensato di scrivere queste note sia perché il tema dell'inquinamento atmosferico a Barletta ed ad Andria, in queste settimane, sta campeggiando sulle pagine di questa testata giornalistica, sia perché in un recente intervento edilizio che ho realizzato a Trani ho riscontrato, in alcune abitazioni, livelli di concentrazione di radon certamente superiori ai valori consigliati, adottando di conseguenza i necessari rimedi tecnici. Ci auguriamo che anche il problema del radon nelle abitazioni abbia l'attenzione che merita e che le nostre Autorità locali dedichino a questo tema una maggiore sensibilità".
Per limitare gli effetti deleteri del radon nelle abitazioni è necessario adottare tecniche (spesso abbastanza semplici) che tendano sostanzialmente alla depressurizzazione del suolo, a ventilare i vespai, a sigillare le possibili vie d'ingresso in fondazione. All'interno degli alloggi, invece, devono servire a diluire la concentrazione di radon con un'efficace ventilazione forzata e la filtrazione dell'aria. La scelta dei metodi d'intervento sarà, tuttavia, valutata di caso in caso anche in funzione di misurazioni del livello di concentrazione del radon che possono essere condotte in maniera continuativa con strumenti molto semplici. In Italia, al contrario di quasi tutti i paesi europei, non esiste attualmente una normativa nazionale o regionale sul radon negli ambienti domestici. Solo sporadici tentativi e studi di carattere generale (cfr. ENEA) o sommarie rilevazioni. L'ARPA Regione Puglia ha effettuato alcune misurazioni su un campione limitato di abitazioni ed indica, per il nostro territorio, valori medi di concentrazione di gas radon pari a 100 Bq/mc. La Regione Veneto ha stabilito un valore massimo di 200 Bq/mc., come livello oltre il quale è necessario intraprendere azioni di rimedio e raccomanda alla popolazione di effettuare misure di radon annuali, soprattutto nei comuni a rischio.
Ho pensato di scrivere queste note sia perché il tema dell'inquinamento atmosferico a Barletta ed ad Andria, in queste settimane, sta campeggiando sulle pagine di questa testata giornalistica, sia perché in un recente intervento edilizio che ho realizzato a Trani ho riscontrato, in alcune abitazioni, livelli di concentrazione di radon certamente superiori ai valori consigliati, adottando di conseguenza i necessari rimedi tecnici. Ci auguriamo che anche il problema del radon nelle abitazioni abbia l'attenzione che merita e che le nostre Autorità locali dedichino a questo tema una maggiore sensibilità".