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Associazioni
Il comitato di zona 167: «Regionali alle porte, torna di moda il Parco dell’Umanità (ma senza i cittadini)»
La nota a firma di Giuseppe Di Bari e Raffaele Patella
Barletta - giovedì 5 giugno 2025
14.35
«Siamo lieti di apprendere che la Commissione Lavori Pubblici ha nuovamente scelto il Parco dell'Umanità come location per una delle sue riunioni. Luogo simbolico, non c'è che dire. Peccato che, come al solito, chi quel parco lo vive e se ne occupa da anni venga sistematicamente tenuto fuori dalla porta. Ma ci mancherebbe: non sia mai che qualcuno con esperienza diretta rovini l'equilibrio delle chiacchiere istituzionali». Così i referenti del comitato di quartiere zona 167, Giuseppe Di Bari e Raffaele Patella.
«È vero, le commissioni sono pubbliche – ce lo ricordano spesso – e noi potremmo partecipare come uditori. Uditori, appunto: ascoltare in religioso silenzio, senza aprire bocca. Perché se non hai un invito ufficiale, la tua voce resta fuori dal microfono. E del resto, cosa vuoi che sappiano quelli del Comitato 167, che da anni si ostinano a segnalare problemi reali, a fare proposte concrete e a mettersi in gioco sul campo?
Anche stavolta i temi discussi sono stati illuminazione, pulizia e sicurezza. Roba nuova, insomma. Talmente nuova che ne parliamo dal 2021. Ma è bello vedere che, con un po' di ritardo, anche l'amministrazione comincia ad accorgersene. Peccato che nel frattempo noi ci siamo rotti la voce a forza di denunciare lo stato di abbandono del parco, e a quanto pare abbiamo solo disturbato il silenzio. Avremmo potuto dire, se qualcuno si fosse degnato di invitarci, che le iniziative continue funzionano eccome. Lo abbiamo dimostrato con la pista di pattinaggio natalizia: quando uno spazio è vivo, presidiato, frequentato, i problemi si ridimensionano. Ma evidentemente serve una laurea in "evidenze ovvie" per capirlo.
Abbiamo anche inviato una PEC il 30 dicembre 2024 – sì, esistono ancora queste cose! – per chiedere l'installazione di due semplici canestri da basket, riciclati da strutture in disuso. Un'idea rivoluzionaria: permettere ai ragazzi di usare un parco pubblico per fare sport. Troppo innovativo, forse.
E mentre l'area giochi continua a sbriciolarsi nell'indifferenza generale, ogni nostra segnalazione sembra scivolare addosso alle istituzioni come pioggia su impermeabile. Ma ehi, almeno loro fanno le riunioni "sul posto".
Dai commenti sentiti a margine della Commissione, abbiamo avuto la conferma: anni di impegno, proposte e collaborazione dal basso contano meno di zero se non si appartiene al giro giusto. La politica, evidentemente, preferisce parlare con sé stessa. Detto ciò, ci teniamo a rassicurare tutti: continueremo a lavorare per la nostra zona, senza bisogno di inviti».
«È vero, le commissioni sono pubbliche – ce lo ricordano spesso – e noi potremmo partecipare come uditori. Uditori, appunto: ascoltare in religioso silenzio, senza aprire bocca. Perché se non hai un invito ufficiale, la tua voce resta fuori dal microfono. E del resto, cosa vuoi che sappiano quelli del Comitato 167, che da anni si ostinano a segnalare problemi reali, a fare proposte concrete e a mettersi in gioco sul campo?
Anche stavolta i temi discussi sono stati illuminazione, pulizia e sicurezza. Roba nuova, insomma. Talmente nuova che ne parliamo dal 2021. Ma è bello vedere che, con un po' di ritardo, anche l'amministrazione comincia ad accorgersene. Peccato che nel frattempo noi ci siamo rotti la voce a forza di denunciare lo stato di abbandono del parco, e a quanto pare abbiamo solo disturbato il silenzio. Avremmo potuto dire, se qualcuno si fosse degnato di invitarci, che le iniziative continue funzionano eccome. Lo abbiamo dimostrato con la pista di pattinaggio natalizia: quando uno spazio è vivo, presidiato, frequentato, i problemi si ridimensionano. Ma evidentemente serve una laurea in "evidenze ovvie" per capirlo.
Abbiamo anche inviato una PEC il 30 dicembre 2024 – sì, esistono ancora queste cose! – per chiedere l'installazione di due semplici canestri da basket, riciclati da strutture in disuso. Un'idea rivoluzionaria: permettere ai ragazzi di usare un parco pubblico per fare sport. Troppo innovativo, forse.
E mentre l'area giochi continua a sbriciolarsi nell'indifferenza generale, ogni nostra segnalazione sembra scivolare addosso alle istituzioni come pioggia su impermeabile. Ma ehi, almeno loro fanno le riunioni "sul posto".
Dai commenti sentiti a margine della Commissione, abbiamo avuto la conferma: anni di impegno, proposte e collaborazione dal basso contano meno di zero se non si appartiene al giro giusto. La politica, evidentemente, preferisce parlare con sé stessa. Detto ciò, ci teniamo a rassicurare tutti: continueremo a lavorare per la nostra zona, senza bisogno di inviti».