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«Con la fede cambia la prospettiva ecologista»

Una riflessione del prof. Ruggiero Quarto. Dobbiamo pensare all’ambiente come «salvaguardia del Creato»

A metà tra fede e ambientalismo, il professore universitario Ruggiero Quarto, docente di geofisica all'Università di Bari, propone una riflessione inedita ai lettori di Barlettalife. Il tema è Benedetto XVI, ex-papa per usare un neologismo, e la sua attenzione verso le problematiche dell'ambiente e della natura, tematiche sulle quali il professor Quarto offre un commento in qualità di coordinatore del Cenacolo di Barletta "Testimoni del Risorto – Fam. Salesiana". «Passato lo shock delle dimissioni del Santo Padre, vorrei riflettere su un aspetto che mi sta a cuore: il profondo "ecologismo" di Benedetto XVI. È un aspetto non ben evidenziato nel Servizio di uno straordinario "umile operaio della vigna del Signore". Tale aspetto, se colto, può diventare di importanza storica e planetaria.

Ho sempre amato la natura. L'ho amata da ateo e ancor più la amo da cattolico. La mia fede ha dato un senso pieno all'Amore per la Natura. Con la fede cambia la prospettiva ecologista: al centro non c'è più la natura in quanto frutto del caso, ma Dio che ci ha donato un "giardino da coltivare". Alla "protezione della natura" viene sostituito il concetto più profondo di "Salvaguardia del Creato". All'obiettivo egoistico di godere di un ambiente gradevole qui e ora, si sostituisce l'obiettivo di condividere il Creato tra tutti i fratelli del Padre Nostro, ovunque e per sempre. Alla ricerca del bello in quanto tale, si sostituisce l'anelito per la "bellezza", immagine della "Eterna e Infinita Bellezza". In questa prospettiva di fede, che ha guidato il mio ecologismo, ho trovato per strada Benedetto, fonte eccelsa alla quale mi sono avidamente abbeverato. Infatti, ripetutamente, Benedetto ha rivolto la sua attenzione ai problemi ambientali, a partire dalla stupenda enciclica sociale "Caritas in Veritate". "Nella natura il credente riconosce il meraviglioso risultato dell'intervento creativo di Dio, che l'uomo può responsabilmente utilizzare per soddisfare i suoi legittimi bisogni — materiali e immateriali — nel rispetto degli intrinseci equilibri del creato stesso." "La Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l'uomo contro la distruzione di se stesso."

Le Giornate Mondiali per la Salvaguardia del Creato sono iniziate con papa Benedetto, con spirito ecumenico. Per la 1a Giornata il Papa disse: "Il degrado ambientale rende insostenibile particolarmente l'esistenza dei poveri della terra. In dialogo con i cristiani delle diverse confessioni occorre impegnarsi ad avere cura del creato, senza dilapidarne le risorse e condividendole in maniera solidale". Annunciando la 5a Giornata disse: "Non ci può essere pace senza rispetto dell'ambiente. Abbiamo infatti il dovere di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch'esse possano degnamente abitarla e ulteriormente conservarla".

Il binomio inscindibile Pace-Ambiente è stato ribadito con forza, soprattutto dopo la grande crisi economica del mondo globalizzato ("La globalizzazione da sola è incapace di costruire la pace e, in molti casi, anzi, crea divisioni e conflitti. Essa rivela piuttosto un bisogno: quello di essere orientata verso un obiettivo di profonda solidarietà che miri al bene di ognuno e di tutti. In questo senso, la globalizzazione va vista come un'occasione propizia per realizzare qualcosa di importante nella lotta alla povertà e per mettere a disposizione della giustizia e della pace risorse finora impensabili"- XLII Giornata Mondiale della Pace).

L'apoteosi del pensiero pacifista-ecologista di Benedetto è nel discorso per la XLIII Giornata Mondiale della Pace: Se Vuoi Coltivare La Pace, Custodisci Il Creato. Si passa dal concetto della vocazione umana a essere creature di Dio ("Ritenere, invece, il creato come dono di Dio all'umanità ci aiuta a comprendere la vocazione e il valore dell'uomo."), al grido di dolore per il degrado ambientale ("Come rimanere indifferenti di fronte alle problematiche che derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l'inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, la perdita della biodiversità, l'aumento di eventi naturali estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali?"). Benedetto affronta le cause del degrado ("L'essere umano si è lasciato dominare dall'egoismo, perdendo il senso del mandato di Dio, e nella relazione con il creato si è comportato come sfruttatore, volendo esercitare su di esso un dominio assoluto") e fornisce la chiave per le soluzioni ("Per proteggere l'ambiente, per tutelare le risorse e il clima occorre tenere conto della solidarietà dovuta a quanti abitano le regioni più povere della terra e alle future generazioni"). Ci dà la motivazione profonda per un impegno ecologista ("La questione ecologica non va affrontata solo per le agghiaccianti prospettive che il degrado ambientale profila all'orizzonte; a motivarla deve essere soprattutto la ricerca di un'autentica solidarietà a dimensione mondiale, ispirata dai valori della carità, della giustizia e del bene comune").

Ringrazio Benedetto per avermi aiutato a illuminare il mio ecologismo balbettante e senza Luce i nostri compagni di viaggio, persone e no, non sono nostri fratelli. Ritengo che Benedetto, assieme a San Francesco, abbia dato all'ambiente la più alta dignità divina e l'ha fatto in un'epoca più complessa; in un momento in cui la grande attenzione per l'ambiente può sfociare in ecologismi di facciata o falsi. Ringraziamo anche Benedetto per averci fatto capire la grandiosità e il limite umano. Onore ad un eccezionale Papa e grande rispetto a Joseph. Ci aiuti ora con la preghiera nel difficile e gioioso compito di Testimoni del Risorto».
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