alexis brown omeaHbEFlN unsplash
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La città

Un appello al sindaco Cannito firmato da giovani cittadine di Barletta

«Il nostro ruolo sociale non può essere trattato con la leggerezza e il sarcasmo che ha caratterizzato la vicenda»

«Siamo libere cittadine di Barletta e nei giorni scorsi ci siamo confrontate sulle problematiche affermazioni e azioni del Sindaco sul tema della rappresentanza femminile nelle istituzioni e sull'uso familistico delle cariche politiche». È quanto si legge nella nota stampa inviata dalle giovani barlettane: Valeria Modugno, Luciana Rutigliano, Valeria Lanotte, Maria Rosaria Gentile, Michela Diviccaro, Chiara Fiorella, Virginia Ricatti, Maria Cristina Piazzolla, Martina Garzillo, Viviana Corvasce e Maria Graniero.

«Abbiamo perciò deciso di mettere per iscritto le nostre riflessioni chiedendo a chiunque le condivida di sottoscriverle, assieme alla nostra richiesta al Sindaco Cannito di rivedere le sue scelte: il nostro ruolo sociale e istituzionale non può essere trattato con la leggerezza e il sarcasmo che ha caratterizzato questa vicenda, deve essere riconosciuto attraverso azioni concrete che mostrino un rispetto formale e sostanziale». Qui il link alla raccolta firme, di seguito le nostre riflessioni: http://chng.it/KdZnF7z5

Rappresentatività e rispetto per le donne di Barletta dentro e fuori dalle Istituzioni

La rappresentanza delle donne nelle istituzioni non è un fatto rilevante nella visione del Sindaco Cannito. E questo è stato chiaro sin da subito, da quando la prima giunta da lui nominata contava solo due donne, costringendo l'Ente Regionale per le Pari Opportunità a richiamare il Sindaco. Il mancato rispetto della parità di genere si è protratto fino alla diffida formale di qualche giorno fa, che ha aperto una crepa che l'Amministrazione ha cercato contenere con mediocrità, peggiorando ulteriormente la situazione. Per la seconda volta in poche settimane, infatti, il Sindaco sceglie le donne da nominare in Giunta sulla base dei loro rapporti familiari con uomini che, a vario titolo, fanno parte della maggioranza. Con questi ripetuti passi falsi l'Amministrazione appare incapace di dare alle donne la stessa dignità che è riservata ai loro colleghi, garantendo ruoli decisionali e rilevanti troppo spesso a donne che sono mogli, sorelle, figlie, di uomini che quel potere ce l'hanno davvero.

Per il Sindaco tutto questo non è che un problema che rallenta il lavoro della Giunta, in quanto "le donne che valgono non hanno bisogno di leggi per emergere". Eppure la giunta da lui nominata vedeva una percentuale di donne talmente bassa da richiedere ripetuti interventi regionali: verrebbe da credere che il Sindaco non consideri in grado di ricoprire ruoli istituzionali più di due o tre delle sue concittadine. Questa farsa vede per l'ennesima volta sbeffeggiato il ruolo delle donne nelle istituzioni e nella società, vede sbeffeggiate le lotte portate avanti per affermare la nostra dignità di persone all'interno di una società che ci vedeva esclusivamente come madri, mogli, sorelle: pretendiamo che i ruoli decisionali nelle mani delle donne smettano di essere vuoti contentini ma siano l'adeguata conseguenza delle nostre storie e competenze, del rispetto e della dignità che ci spetta. Chiediamo al Sindaco Cannito di rivedere le sue scelte: il nostro ruolo sociale e istituzionale non può essere trattato con la leggerezza e il sarcasmo che ha caratterizzato questa vicenda, deve essere riconosciuto attraverso azioni concrete che mostrino un rispetto formale e sostanziale.
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