Centro di Raccolta Rifiuti
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Politica

Centro di Raccolta Rifiuti: la cittadinanza incontra la politica

Un acceso dibattito pubblico con la Commissione Ambiente

La pietra dello "scandalo", oggetto dell'incontro che si è svolto nell'intero pomeriggio di ieri presso l'auditorium della Parrocchia di San Giovanni Apostolo, è il Centro di Raccolta Rifiuti, struttura destinata al conferimento di rifiuti differenziati di natura domestica e di materiali inerti come plastica, vetro, metallo, carta e cartone, da avviare a recupero e riciclo, di prossima realizzazione in via degli Ulivi, ad angolo con Via dei Salici. L'incontro, convocato dalla VII Commissione Consiliare Ambiente, Verde pubblico, Servizi pubblici, è stato occasione di esposizione del progetto (di cui già si era discusso in una precedente riunione della stessa commissione) in concomitanza con la conferma dell'avvio della raccolta differenziata "porta a porta", le cui linee guida sono state approvate nell'ultima seduta di giunta comunale.

Un gremito pubblico di cittadini del quartiere, preoccupati della scelta di costituire l'impianto nei pressi delle proprie abitazioni, si è confrontato con un'altrettanta gremita platea di rappresentati politici: erano presenti i consiglieri comunali Rosa Cascella (presidente di commissione), Giuseppe Losappio (vicepresidente), Flavio Basile, Maria Campese, Carmela Peschechera (presidente del consiglio comunale), l'assessore all'ambiente Irene Pisicchio, la vicesindaco Anna Francabandiera e il sindaco Pasquale Cascella, che ha seguito il confronto rispondendo a numerose domande. Ad avviare la discussione, l'ingegner Antonio Dibari, Responsabile Unico del Procedimento e dirigente tecnico dell'Ato Rifiuti Bari 1.

Lo stato dei lavori – Come spiegato dall'ing. Dibari, possiamo dividere il piano dei lavori per il CCR in tre fasi: la prima fase, con l'approvazione del progetto nel 2010 con delibera di giunta nella precedenza amministrazione comunale, che ha portato all'individuazione dell'area; la seconda, tutt'ora in corso, nella quale il suolo è stato temporaneamente concesso al Corsozio Bari 1; la terza fase conclusiva consisterà nella regolamentazione e gestione dell'impianto, con restituzione del suolo e dell'impianto all'amministrazione comunale, a cui seguirà l'approvazione del regolamento di gestione (quali rifiuti si potranno conferire, chi potrà accedersi e gli orari di apertura). «E' stata aggiudicata la gara d'appalto per la costruzione del centro – ha spiegato Dibari – ed è in attesa di essere realizzato. I lavori non sono ancora cominciati per la scelta dell'amministrazione, che vuole prima interloquire con il territorio».

Cos'è un Centro di Raccolta – La struttura sarà destinata all'utenza domestica e privata, perciò «esclude del tutto – ha dichiarato Dibari - i cosiddetti rifiuti "speciali" (così chiamati non perché particolarmente pericolosi, ma l'espressione identifica tutti i rifiuti che provengono dalle attività commerciali). […] Potranno essere conferiti perciò tutti i rifiuti provenienti da raccolte differenziate domestiche: carta, cartoni, plastica, vetro, indumenti usati, RAEE, farmaci, pile, toner per stampanti».

Interrogativi e preoccupazione dei cittadini – Conclusa la breve relazione tecnica dell'ing. Dibari, il dibattito si è aperto subito con fermento, con domande e riflessioni ad alta voce che si sono sovrapposte virando l'incontro su toni polemici piuttosto accesi. Se alcuni cittadini si sono lamentati del pagamento della TASI e della presenza di ratti e cani randagi, altri hanno da subito lamentato l'invivibile situazione del campo nomadi, stabile ormai da anni nei pressi dello svincolo di Barberini. «Nel nostro quartiere abbiamo già una discarica: il campo rom. Voi restate indifferenti a questi problemi!» ha esclamato un cittadino. Sia il sindaco che il consigliere Losappio sono intervenuti a ricordare l'opera straordinaria di pulizia avvenuta intorno al campo rom qualche tempo fa: «per venerdì prossimo abbiamo convocato una commissione congiunta – ha espresso Losappio - proprio sul tema del campo rom. L'opera di pulizia c'è stata ma sicuramente non risolve il problema». Molti nel pubblico hanno lamentato di essere venuti a conoscenza del progetto solo ora, ricevendo risposta da parte della commissione con riferimento alla delibera di giunta che risale al 2010, e quindi in qualche modo "discolpandosi" della paternità della scelta. Ma qualcuno ha ribattuto: «Non dovete convincere i cittadini che l'opera deve essere comunque fatta perché la decisione è stata presa nel passato».

Un quartiere pieno di scuole - Sulla tematica del Centro Raccolta è intervenuta tra il pubblico Concetta Corvasce, dirigente della scuola "Giovani Paolo II", che ha lamentato la scelta della sede: «Ci sono numerose scuole, e sono zone alta espansione abitativa». Entra poi nel merito delle linea guide della Regione per i CRR: «Considerando che alcuni agenti inquinanti sono comunque presenti, diventa poi obbligatorio procedere alla derattizzazione e al controllo dei materiali pericolosi che devono essere protetti in caso di pioggia affinché elementi tossici non penetrino nel terreno. L'uscita di mezzi pesanti incrementerà il disagio di viabilità in strade strette, con bambini che si muovono a piedi per andare a scuola. […] Si stupiscono quando i politici vengono a trovarci in periferia e notano l'efficienza delle nostre scuole: Cosa pensate, che viviamo nel terzo mondo?».

Politica e cittadinanza, ma niente partecipazione – L'appuntamento si è trascinato con ulteriori confronti a voce alta, nei quali si è inserito l'intervento del consigliere Basile: «Questo scollamento tra politici e cittadini non è a beneficio di nessuno. Non è la polemica, sterile e fine a sé stessa, a risolvere le problematiche». Buone intenzioni mancate, con una cospicua infarcitura di qualunquismo e disinformazione, conseguenza dell'atavica sordità che contraddistingue il rapporto tra cittadinanza e politica: ecco l'esito dell'incontro che poteva trasformarsi in una buona (e piuttosto rara) occasione di colloquio con i cittadini, di solito aprioristicamente esclusi dai tavoli decisionali. Il dibattito, svoltosi in un'arena caotica in cui le due parti si sono scontrate muro contro muro, senza incontrarsi, è terminato con un nulla di fatto, con le due fazioni rimaste ognuna sulle proprie posizioni. Se le fonti di comunicazione della politica sono spesso reticenti, le legittime ed energiche domande della cittadinanza non sono riuscite a creare i presupposti per un dibattito democratico. Partecipare significa informarsi, significa ascolto reciproco, e allo stato attuale qui a Barletta non possiamo ancora parlare di partecipazione nel governo della città.
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