La città
Barriere architettoniche anche per mamma e papà
Esasperato appello di una lettrice di Barlettalife. Si spera nel buon senso di qualche amministratore
Barletta - sabato 1 settembre 2012
Ancora una volta torniamo, e torneremo finché serve, a parlare di barriere architettoniche: un tema anacronistico per il 2012 e su cui faremmo volentieri a meno di tornare. Solo se chi di dovere, l'Amministrazione comunale in questo caso, si prodigasse realmente per risolvere una situazione così degradante. I pochi provvedimenti presi in questi mesi, come le rampe lungo le due litoranee, non possono essere che lette come avvilenti tentativi di presa in giro per i disabili e non solo. Come dire vedere la pagliuzza e non accorgersi della trave.
Seguendo questo filone giornalistico, Barlettalife ha spesso tenuto a precisare che la questione che passa sotto il nome di "barriere architettoniche", non risolvibile solo con la costruzione di discesine in alcuni, ancora pochi, attraversamenti pedonali, per altro come previsto dalla legge, interessa, in verità, anche altre categorie di cittadini. Prendiamo spunto da un'e-mail di una lettrice, Federica Filannino, pervenuta in redazione. La missiva si rivolge direttamente al Sindaco Maffei e agli assessorati di competenza, quindi all'assessorato alla Manutenzione che ha delega al "Programma per l'abbattimento delle Barriere Architettoniche". La donna, peraltro fisioterapista quindi vicina ai problemi di mobilità per motivi professionali, si trova a denunciare la scarsa presenza di rampe sui marciapiedi nelle zone meno nuove della città. Ma la cosa che più di tutte merita attenzione e che non si tratta di un disabile, ovviamente coinvolto, ma di una madre di tre bambini: "Mi ritrovo ormai dalla nascita del mio primo bambino a dover letteralmente combattere con marciapiedi troppo stretti, peraltro inframmezzati da pali dell'illuminazione pubblica e banchi di fruttivendoli o pescherie, ad esempio in via Barberini e via Madonna della Croce". Effettivamente i genitori barlettani con carrozzine, come anche i disabili, sono spesso costretti, pericolosamente, a lunghi tratti per strada, a volte in maniera rocambolesca "fra le auto a loro volta infastidite – continua la lettera - con la bambina più piccola nel passeggino e gli altri due ai rispettivi lati, a rischio di essere travolti da qualche automobilista meno attento". Un'ulteriore richiesta di rispetto della legge e di maggiore controllo, vogliamo aggiungere soprattutto dalla competente Polizia Municipale, per quanto riguarda i banchi di venditori di ogni tipo, che spesso e volentieri occupano tutto il marciapiede antistante alla loro attività.
Il messaggio, come tanti, è un esasperato appello alle Istituzioni locali e nel 'buon senso' di qualche amministratore, che una volta per tutte provveda seriamente a risolvere tali annose problematiche. La politica non sia solo slogan e promesse, ma torni a occuparsi, a Barletta, dei barlettani, di tutti.
Seguendo questo filone giornalistico, Barlettalife ha spesso tenuto a precisare che la questione che passa sotto il nome di "barriere architettoniche", non risolvibile solo con la costruzione di discesine in alcuni, ancora pochi, attraversamenti pedonali, per altro come previsto dalla legge, interessa, in verità, anche altre categorie di cittadini. Prendiamo spunto da un'e-mail di una lettrice, Federica Filannino, pervenuta in redazione. La missiva si rivolge direttamente al Sindaco Maffei e agli assessorati di competenza, quindi all'assessorato alla Manutenzione che ha delega al "Programma per l'abbattimento delle Barriere Architettoniche". La donna, peraltro fisioterapista quindi vicina ai problemi di mobilità per motivi professionali, si trova a denunciare la scarsa presenza di rampe sui marciapiedi nelle zone meno nuove della città. Ma la cosa che più di tutte merita attenzione e che non si tratta di un disabile, ovviamente coinvolto, ma di una madre di tre bambini: "Mi ritrovo ormai dalla nascita del mio primo bambino a dover letteralmente combattere con marciapiedi troppo stretti, peraltro inframmezzati da pali dell'illuminazione pubblica e banchi di fruttivendoli o pescherie, ad esempio in via Barberini e via Madonna della Croce". Effettivamente i genitori barlettani con carrozzine, come anche i disabili, sono spesso costretti, pericolosamente, a lunghi tratti per strada, a volte in maniera rocambolesca "fra le auto a loro volta infastidite – continua la lettera - con la bambina più piccola nel passeggino e gli altri due ai rispettivi lati, a rischio di essere travolti da qualche automobilista meno attento". Un'ulteriore richiesta di rispetto della legge e di maggiore controllo, vogliamo aggiungere soprattutto dalla competente Polizia Municipale, per quanto riguarda i banchi di venditori di ogni tipo, che spesso e volentieri occupano tutto il marciapiede antistante alla loro attività.
Il messaggio, come tanti, è un esasperato appello alle Istituzioni locali e nel 'buon senso' di qualche amministratore, che una volta per tutte provveda seriamente a risolvere tali annose problematiche. La politica non sia solo slogan e promesse, ma torni a occuparsi, a Barletta, dei barlettani, di tutti.