Pietrantonio Bruno
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La città

«Barletta non ha il culto del fumetto»

Il disegnatore barlettano Pietrantonio Bruno e l’arte del fumetto

«Per sviluppare una carriera da fumettista, è necessario andare via da Barletta». Pietrantonio Bruno ha 19 anni e le idee chiare sull'arte del fumetto. L'amore per il disegno lo porta a frequentare l'ISS "N. Garrone" (grafica pubblicitaria) e dopo due anni si iscrive al Liceo artistico "G. De Nittis" di Bari. Dal 2015, Pietrantonio si trasferisce a Roma, per seguire i corsi della Scuola Internazionale di Comics . Intanto, Pietrantonio vince il concorso "Divina Commedia a Fumetti" a Mosca, nella categoria "studenti scuole superiori", con il suo lavoro sul 33° Canto dell'Inferno, in cinque tavole, eseguite con tecnica dell'acquerello. L'estate Scorsa, vince il Primo Premio del "Festival B-Geek " di Bari. Incontro Pietrantonio nell'atelier del pittore Michele Riefolo.

Quando hai iniziato a disegnare?
«Da quando ero bambino, ma mi sono dedicato seriamente al disegno 4 anni fa, quando ho seguito i corsi di disegno del pittore Michele Riefolo. Ho cercato di approfondire lo studio del disegno, iscrivendomi al liceo artistico. Purtroppo, la scarsa professionalità dei docenti del liceo, mi ha spinto ad impegnarmi a casa da solo. Dopo tre anni di liceo, ho scelto la Scuola Internazionale di Comics di Roma».

In quale momento l'arte del fumetto è diventata più che una passione?
«Nel momento in cui ho cominciato a considerarlo un mezzo di comunicazione. Per questo motivo, nel 2015 ho iniziato a frequentare la Scuola Internazionale di Comics».

Durante le feste patronali, sei stato anche un "madonnaro", disegnando sull'asfalto. Vuoi raccontarmi aneddoto?
«In qualità di "madonnaro", ho partecipato alla Festa patronale dei Tre Santi, a Bisceglie, con la mia fidanzata. Avrei dovuto realizzare un classico soggetto religioso, invece disegnai coi gessetti un Batman & Joker, con relative aureole».

Quale fu la reazione della gente?
«Questa mia opera suscitò il disappunto di alcuni "benpensanti", che avrebbero preferito il disegno dei Tre Santi. Invece, i giovani erano contenti e stupiti, uno di loro esclamò:«Finalmente qualcosa di nuovo!». In veste di madonnaro, ho partecipato anche alla festa patronale della Madonna di Molfetta, disegnando stavolta la Madonna, l'estate scorsa. Nonostante si disegni per terra e ci si spezzi la schiena, la ritengo una esperienza formativa, a contatto con la gente».

Come vivi la tua vita da studente presso la Scuola di Comics?
«Nella nostra scuola c'è grande interscambio culturale e artistico, gli stessi insegnanti sono fumettisti, si apprende tanto. A Roma, si respira un'aria giovane, totalmente diversa da Barletta. Inoltre, risiedono molti autori di fumetti».

Ci sono disegnatori pugliesi, diplomatisi alla Scuola internazionale di Comics?
«Certo, c'è Giorgio Pontrelli, di Adelfia, diplomato e insegnante della nostra scuola, Fabrizio De Tommaso, brindisino; il foggiano Francesco Lostorto, che insegna nella nostra scuola e lavora con editori francesi».

Cosa farai dopo la Scuola Internazionale di Comics?
«Vorrei lavorare per il mercato italiano, americano o francese. Intanto, continuo a partecipare a concorsi di disegno e fumetto».

Prevedi una vita lontano da Barletta?
«Per sviluppare una carriera da fumettista, è necessario andare via da Barletta. Purtroppo, in questa città non esiste il culto del fumetto».
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