Servizi sociali Mani 02
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Barletta, la storia di Mariano

Condannato due volte, dalla burocrazia e da un Dio ingeneroso. Come si guardano le giornate da una sedia a rotelle?

Nasci prima, e cresci poi con qualcuno che ti dice e ti convince che in fondo sei nato in un mondo libero, magari ti illudono pure che la vita e il destino dipendono da te stesso, per poi scoprire che non per tutti è cosi, perchè a quanto sembra, pare proprio che alcuni siano nati con il destino già scritto da qualcuno che si è preso la briga di farlo per loro, un po' perché a volerlo è il cielo e un po' perché a volerlo sono le carte bollate della burocrazia.

La riflessione nasce da un articolo pubblicato in precedenza dalla nostra redazione in merito alla situazione che vivono coloro appartenenti alle categorie protette e che nonostante la Legge 68 trovano difficoltà a trovare un impiego, la cosa si rende più complicata se di mezzo ci si mette anche la burocrazia.

Burocrazia appunto, perchè secondo la burocrazia e secondo la commissione medica Mariano ragazzo di 24 anni di Barletta dovrebbe starsene per tutta la vita sopra una sedia a rotelle a guardare le giornate che passano assieme alla propria vita. Suona quasi come una condanna senza appello; "Non cammini e non sei autosufficiente". Fu questo il verdetto della Commissione medica a seguito della domanda del ragazzo per essere iscritto nelle liste di collocamento, ed ecco quindi che con il verdetto negativo niente iscrizione nelle liste di collocamento, e quindi niente lavoro? È proprio questo che si chiede Mariano, il suo destino è irrimediabilmente scritto o qualcosa si può ancora fare? C'è un posto per lui in questo mondo, nel mondo del lavoro o deve soccombere per sempre alla decisione della Commissione medica? Mariano tiene a precisare che il fatto che non cammina e che non è autosufficiente è tutto legato al fatto che naturalmente non può alzarsi per prendere oggetti ubicati sugli scaffali, e tutto ciò che comporta l'uso delle gambe.

Ma a dimostrazione che Mariano il suo spazio in questo mondo cinico se lo vuole ritagliare a tutti i costi, allora è giusto spiegare come la sua forza di volontà lo sta spingendo a portare avanti quella che è una sua passione è cioè quella per la musica. Tutto nasce un po' di anni fa grazie all'associazione UNITALSI di cui Mariano è frequentatore; infatti spinto dalla curiosità, Mariano durante una festa si avvicina al mixer di cui l'associazione è dotata giusto per darci un occhiata, e per vederla almeno funzionare. Ed ecco quindi che proprio a furia di vederla funzionare arrivò il giorno cui Mariano chiese di poterci mettere lui le mani giusto per alzare e abbassare il volume, fino al punto che oggi è Mariano ad animare le feste che l'associazione UNITALSI organizza, tra cui anche feste di laurea, il tutto con buoni risultati visto che coloro che prendono parte alle sue feste, si divertono molto.

È proprio sfruttando questo fattore che Mariano ha deciso in seguito di affacciarsi a molti disco bar della città di Barletta il quale gli hanno chiuso le porte in faccia, finché l'occasione è arrivata proprio da un locale che a Barletta ha avuto gran successo di cui però dobbiamo omettere di dirvi il nome per ovvie ragioni, ma a malincuore perché meriterebbero un applauso per il coraggio che hanno avuto. Tanti oggi giorno se ne stanno davanti ai bar a bighellonare con la scusante che lavoro non se ne trova, naturalmente conciati in tutto e per tutto con abiti all'ultimo grido, considerando che Dio con loro è stato fin troppo generoso, invece si ignora chi nonostante non può contare sull'uso delle gambe e non di entrambe le mani vuole affrontare questo mondo che chiede fin troppi requisiti per poter essere se stessi.
3 fotoMariano e la sua storia
Mariano e la sua vitaMariano e la sua vitaMariano e la sua vita
Mentre la politica e le istituzioni locali negli ultimi giorni discutono su dove collocare gli uffici degli enti della Sesta Provincia e si dilettano nello scaricarsi a vicenda responsabilità e colpe facendo una gara su chi ha tradito di meno la cittadinanza di Barletta, la storia di Mariano, giovane ragazzo barlettano, pubblicata da Barlettalife, richiama al dovere di doversi magari meglio prodigare a come far funzionare le istituzioni e non farne della loro collocazione la battaglia delle battaglie. Sede Legale della Provincia a Barletta o ad Andria conta poco quando poi un ragazzo non autosufficiente viene beffato dalla burocrazia che non gli concede l'iscrizione presso l'ufficio di collocamento e non può quindi inseguire il sogno di un lavoro come qualunque altro ragazzo della sua età! Magari il Sindaco Maffei avrebbe fatto meglio ad utilizzare i fondi del Comune per denunciare l'ingiustizia che quotidianamente vive
Mariano invece di individuare "nemici" dei barlettani e scaricando su altri responsabilità che in grossa parte sono le sue!

Luigi Curci
Dir Prov Giovane Italia


Leggere storie come quella di Mariano serve per due motivi: da un lato ad indignarsi e lottare a fronte di diritti e leggi non applicati, dall'altro a riconoscere l'umanità e la dignità di chi è considerato "escluso" dall'opinione pubblica e invece ha molto da insegnare a tutta la cittadinanza.
Basti pensare al taglio degli insegnanti di sostegno nelle scuole italiane fino ad arrivare alla sistematica trasgressione delle norme sull'inserimento lavorativo dei disabili o sulla tutela dalle discriminazioni. Basti pensare al clima di insofferenza, se non di vera e propria intolleranza, che aleggia nel nostro paese tutte le volte che ci si debba far carico di riconoscere un diritto a dei soggetti considerati "deboli".
Ovviamente l'accesso al lavoro diventa un vero e proprio discrimine per il pieno inserimento nella società. Certo, si dirà, "sono tempi di crisi", ma è pur vero che per alcuni soggetti i tempi felici non sono mai arrivati. Non dovrebbe stupire, eppure pare di infrangere ancora dei tabù quando si ricorda il lento e faticoso inserimento delle donne nel mondo del lavoro, quando si ricorda che esistono ancora oggi dei soggetti scomodi che non sempre riescono a trovare dei lavori dignitosi: si pensi agli immigrati, agli ex-tossicodipendenti ai transgender o, per l'appunto, ai cittadini con disabilità.
Per scardinare questi tabù occorre che se ne parli e che non si perda mai l'occasione per denunciare gli episodi di discriminazione.
Pur non avendo le competenze per esprimermi sul parere medico rilasciato dalla Commissione che ha impedito a Mariano di ritrovarsi iscritto nelle liste di collocamento, spero che su questa triste vicenda si faccia quanto meno chiarezza.
Ciononostante, restare fermi di fronte a questa storia contravverrebbe a quella cultura solidaristica di cui, con molti altri giovani, mi faccio carico in ambito associativo.
Per questo proverò ad avanzare una proposta, sperando che sia la prima di una lunga serie: il 28, 29 e 30 Maggio presso il circolo Arci di Minervino sarà organizzato un grande festival musicale dedicato ai temi del libero accesso alla cultura, del rispetto dell'ambiente, delle colture biologiche e dell'impatto zero, il BioRitmo EcoFestival.
Saremo lieti di ospitare Mariano alla consolle, in uno spazio dedicato, durante questo evento culturale -musicale che vedrà confluire ospiti da tutta la regione.
La cultura è prima di tutto incontro nella diversità, crescita collettiva, condivisione di esperienze e, perché no, di speranze.
Se proveremo a dare un nostro contributo è solo perché crediamo che saremo i primi a ricevere una grande lezione di forza ed umanità...a ritmo di musica.
Caro Mariano, ti aspettiamo!

Carmine Doronzo
"Arci Carlo Cafiero"
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