Sedia a rotelle-passaggio pedonale impedito
Sedia a rotelle-passaggio pedonale impedito
La città

A spasso con la sedia a rotelle per le vie del centro di Barletta

Il nostro redattore Paolo Doronzo racconta un'amara realtà. Le norme ci sono. Perché non vengono rispettate?

Ci sono cittadini più fortunati, più sfortunati, più ricchi, più poveri, cittadini di destra o di sinistra, più acculturati o con pochi studi alle spalle, ma non esistono assolutamente cittadini di serie A o di serie B. Eppure, ancor'oggi, sono realizzati dei comportamenti fortemente penalizzanti per alcuni di loro. Di questi comportamenti stupidi, anacronistici, menefreghisti, gravi e illegali, ci sono due matrici di responsabilità: l'incuranza dei cittadini responsabili di trasgredire le norme, e le Istituzioni locali, assai carenti nei controlli per far rispettare la legge, e che a loro volta non mancano di non rispettarle. In Italia, infatti, esistono chiare e 'vecchie' leggi sul tema delle barriere architettoniche: "Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici." della legge n.227 del settembre 1996, richiamante i provvedimenti del 1989 e della L.104/'92. Dunque le norme ci sono. Perché non vengono rispettate?

Percorrendo le strade del centro di Barletta sono state rintracciate, purtroppo abbastanza facilmente, una serie di ostacoli che creano non poche difficoltà a disabili in sedia a rotelle e non solo. Infatti, la legge per barriere architettoniche intende: "gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque e in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea; o gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti […]", perciò non solo per chi è costretto su carrozzina. La passeggiata è iniziata da un punto ben conosciuto dai barlettani, che quotidianamente si trovano ad attraversare, proprio per raggiungere la zona centrale. Ci riferiamo al sottopassaggio che mette in collegamento via Torino e viale Marconi: due rampe di scale piuttosto alte, difficili da affrontare per i tanti anziani costretti all'insano sacrificio ogni giorno, alle famigliole con passeggini costretti ad acrobatiche soluzioni, impossibili per disabili in carrozzina.

Qui si unisce il danno alla beffa: qualche anno fa, sebbene in ritardo e promettendo una sistemazione migliore con un ascensore mai realizzata, l'Amministrazione aveva provveduto all'istallazione di un servo scala, però questo fu vandalicamente incendiato dai soliti teppisti pochi giorni dopo. Allora ce li cerchiamo i disservizi! Naturalmente poi l'attrezzo non è stato più riparato da chi di dovere. La non curanza amministrativa è aggravata dall'ignoranza e dalla stupidità delle persone, poiché abbiamo incontrato tante rampe o discesine dei marciapiedi, già carenti e non sempre ben fatte perché non rasenti all'asfalto, occupate da automobili in sosta permanente o momentanea, come abbiamo notato spesso in piazza Federico II di Svevia o in via Brigata Barletta e via L. De Nittis. Ma dov'è la polizia municipale per sovvenzionare questi comportamenti di automobilisti 'sbadati'? Inoltre, in diversi punti del centro, come in via Ferdinando d'Aragona o vicino al palazzo del Banco di Napoli in corso Garibaldi (come illustrato nelle foto), sono assenti completamente le discese, e anzi i marciapiedi presentano dislivelli eccessivi, difficili da superare con una sedia a rotelle anche se accompagnati da qualcuno. Non sarebbe giusto chiedere a un disabile di evitare certi luoghi piuttosto che porvi soluzione. I portici poi nascondono sempre qualche insidia: sia in via Alvisi che in via C. da Cordova (nei pressi di Palazzo di città) ci siamo trovati di fronte a gradini, oltre ad un'ostruzione del passaggio causata dai bidoni dell'immondizia. Avventuratici nel centro storico, siamo giunti in via Mura San Cataldo: la pavimentazione disconnessa e rovinata dalle radici degli alberi rende difficoltoso e pericoloso il passaggio per chiunque, figurarsi per un disabile.

Infine desiderosi di cultura avremmo voluto raggiungere il museo civico del Castello: missione fallita. Sorge su di una ripida scalinata e non è presente l'ascensore. Il museo civico così come l'utilizzo dei sotterranei del castello coma spazio espositivo tende, giustamente a esaltare ancora di più il valore storico-artistico del castello di Barletta, facendolo diventare un vero e proprio scrigno di bellezze di grande valore culturale, sono strutture non consone ne alle moderne politiche sociali ne alle norme di legge che prevedono l'abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi pubblici recentemente ristrutturati. Inutile ricordare come la fascia dei disabili sia ormai parte integrante della quotidianità, nei posti di lavoro, e anche del turismo da accogliere nella nostra città. Si ritiene quindi fondamentale intervenire per vie istituzionali, anche con l'Amministrazione comunale, per adeguare la città alla vita dei cittadini e dei potenziali turisti disabili, eliminando le barriere architettoniche negli spazi di pubblica utilità; compiere una seria politica di controlli da parte della polizia municipale delle zone parcheggio riservate ai disabili, verificando chi espone il permesso; vigilando e multando le auto che trasgrediscono; anche vigilare sul reale rispetto delle aree pedonali, è di grande importanza per la sicurezza di chi ha qualche disabilità o anche no.

Bisogna educare la comunità al rispetto della legge, anche dando l'esempio come Istituzioni, a rimuovere prima di tutto le barriere culturali e promuovere l'integrazione sociale parallelamente a quella ambientale. Il secondo grande passo deve essere fatto in fase di pianificazione urbanistica: la progettazione dello spazio e degli edifici deve essere volta a favorire il più possibile una vita indipendente e confortevole delle persone in difficoltà.
24 fotoA spasso...in sedia a rotelle per Barletta
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