Alessia Spera
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Tiro con l'arco, intervista ad Alessia Spera

La giovane atleta milita nell'Archery Team Barletta

Barlettalife e lo sport barlettano, un legame a 360 gradi. Oggi diamo spazio e voce a una delle arciere più promettenti del panorama barlettano, Alessia Spera. Componente di quell'Archery Team Barletta che da anni porta in alto il nome della Città della Disfida in ambito regionale e nazionale; il sodalizio barlettano si è fregiato a inizio marzo di due medaglie (un argento e un bronzo) di caratura nazionale conseguite a Padova, all'interno dei campionati italiani indoor di tiro con l'arco. Alessia Spera nella kermesse patavina ha contribuito alla conquista del bronzo con le sue compagne Sara Centaro e Florinda Di Palo.

Un traguardo importante che va ad affiancare nella bacheca dei successi della ventenne barlettana altri due bronzi, il bronzo "di squadra" ottenuto nel 2009 ai campionati indoor di Montichiari e il terzo posto "individuale" ottenuto in occasione della finale della settima Coppa Italia Centri Giovanili, sempre nel 2009, e le due medaglie d'argento conquistate nel 2010 nel campionato indoor e nella competizione outdoor. Alessia si è offerta ai nostri microfoni per raccontare la gioia del successo di Padova e descriverci il suo rapporto con questo sport.

1)Partiamo dal traguardo più recente, la medaglia di bronzo ai campionati italiani indoor di tiro con l'arco svoltisi a Padova. Raccontaci questa emozione.
«Una giornata ricca di emozioni e una medaglia più che sudata.La performance di squadra inizialmente non era delle migliori a causa dell'ansia e del timore di sbagliare causati dall'importanza di una gara quale il campionato italiano. A livello individuale la gara è iniziata con una grande pecca a livello fisico perchè tirando mi sono procurata una lieve ferita al braccio. Verso metà gara arriva la svolta: paradossalmente dopo una mia freccia che ha mancato il bersaglio ci siamo guardate negli occhi e abbiamo capito che la gara,da quel momento in poi,sarebbe andata in crescendo perchè avevamo molto da recuperare e molta voglia di fare questo».

2)A livello di squadra, qual è il bilancio dopo l'esibizione in terra patavina?
«Dato l'ultimo fischio il nostro destino era ancora incerto. I punti che ci dividevano dalle altre squadre non erano molti,tutto era ancora possibile. Ci è bastato sapere che eravamo a podio per dimenticare la gara che poteva sicuramente andare meglio e,nel mio caso, un piazzamento nella gara individuale molto compromesso dall'intoppo fisico. Sicuramente è stata un'esperienza positiva e ci riteniamo più che soddisfatte della rimonta».

3)Come nasce questa passione per il tiro con l'arco?
«Questa passione nasce per gioco. Un pomeriggio d'estate ho accompagnato una mia amica di scuola che praticava questa disciplina. Lei ha voluto farmi provare e dopo qualche ora ero ancora lì a cercare di fare sempre meglio. Il passo dal gioco allo sport è stato breve grazie alla grande presenza che ha avuto ed ha per me il Presidente Regionale Michele Daquino».

4)A Barletta e in Puglia esistono gli spazi necessari per praticare questo sport, a tuo giudizio?
«Il tiro con l'arco è una disciplina che richiede differenti spazi a seconda dei periodi dell'anno. Se per il periodo invernale non si riscontrano grandi difficoltà nel trovare luoghi adatti all'allenamento e alle gare,a causa del regolamento che prevede distanze quali 18 e 25 metri,nei periodi primaverili ed estivi le cose si complicano perchè si necessita di ampi spazi per una lunghezza di anche 70-90 metri. Questi spazi a Barletta sono inesistenti».

5)Sebbene sia uno sport in cui si gareggia singolarmente, anche il tiro con l'arco è uno sport di squadra. Come definiresti il tuo rapporto con le compagne dell'Archery Team?
«Il rapporto tra gli atleti della mia società è magico. E' come se fossimo una grande famiglia: davanti ai problemi cerchiamo di aiutarci il più possibile. Io credo, inoltre, che la cosa più bella sia essere amici sia fuori che dentro l'ambiente del tiro con l'arco e sono felicissima quando mi rendo conto di come ciò riesca facilmente nella nostra società».

6)Quante volte alla settimana è necessario allenarsi per ottenere buoni risultati?
«Credo che le cose che il tiro con l'arco possa insegnare non siano mai finite del tutto quindi dobbiamo essere sempre pronti a livello d'esperienza per affrontare al meglio tutti gli imprevisti. Per essere al meglio della forma,a me, occorrono almeno 2 ore al giorno. Ovviamente l'allenamento va di pari passo con l'obiettivo che vogliamo raggiungere:più grande è l'obiettivo più occorre allenamento».

7)Il tiro con l'arco richiede un abbigliamento particolare?
«Ogni società nel tiro con l'arco ha una sua divisa ed oltre a questa ogni singolo atleta ha altri accessori come paraseno,paradita, parabraccio e la faretra per le frecce».

8)Cosa provi o pensi durante e dopo una gara?
«Per mia fortuna durante la gara non mi faccio assalire da ansie o tremori, cerco di essere il più razionale possibile perchè questo è uno sport di testa tanto che di fisico. La cosa che mi aiuta è che, non essendo uno sport molto seguito, le gare della domenica sono tranquille e si va a creare un ambiente familiare. Dopo una gara, sempre a seconda del risultato finale e di come è stata affrontata la gara,cerco di fare il punto della situazione per poi migliorarmi alla prossima occasione».

9)Negli ultimi anni possiamo dire che lo stereotipo che voleva il tiro con l'arco come sport prettamente maschile è stato ormai sdoganato?
«Assolutamente sì! La nostra società ne è l'esempio essendo composta all'80% da donne».

10)Quali consigli daresti ad un ragazzo che vuole iniziare a praticare il tiro con l'arco?
«Consiglio di pazientare e lavorare molto e bene perchè il giusto lavoro ripaga sempre e soprattutto di non perdere di vista il divertimento e l'entusiasmo perchè sono ingredienti fondamentali per fare bene».

11)Quali sono le maggiori difficoltà del tiro con l'arco?

«Le difficoltà sono sicuramente più psicologiche che fisiche. Non è uno sport,infatti,che impone dei limiti fisici:può essere praticato a tutte le età e da tutti. A livello mentale bisogna essere solo pronti o per lo meno sereni per sapere semrpe qual è la mossa giusta da fare in qualsiasi momento».

12)Cosa da di nuovo e sorprendente questa disciplina a chi la pratica per la prima volta? Cosa lascia dentro di noi, nel corpo e nello spirito?

«La prima cosa che trasmette questo sport è la voglia di fare centro,poi quando inizi a capirne di più capisci che il centro del bersaglio è il raggiungimento ultimo di tutta un'azione curata nei minimi dettagli. Diventa un lavoro che ti coinvolge e che ti porta anche a sacrificare qualche uscita in più con gli amici o tempo libero in genere.Dopo tutto questo sacrificio non c'è nulla di più appagante di una bella medaglia al collo o comunque di un sorriso soddisfatto a fine giornata».

13)Quali sono le prossime gare che hai in programma?
«Le prossime gare in programma sono quelle utili alla qualificazione ai prossimi campionati italiani outdoor. Speriamo in bene visto e considerato che sono un po' un tramonto di questa avventura a livello giovanile: dal prossimo anno lascio la classe juniores per quella seniores».

14)Siamo ormai al termine dell'intervista. Un saluto particolare per noi di Barlettalife…

«Un saluto a voi tutti i lettori di Barlettalife con la speranza di potervi raccontare ancora tante altre splendide vittorie!!!».

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