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Pancalli: «Non ci sono più confini per disabili nella pratica sportiva»
Il Presidente del Cip a Barletta per i Campionati Para-Archery
Barletta - sabato 7 giugno 2014
17.59
Da questa mattina il sintetico del "Manzi-Chiapulin" di Barletta accoglie il meglio dell'arco paralimpico italiano: questa mattina è stato infatti tagliato il nastro di partenza della 27^ edizione dei campionati italiani para-archery Targa, due giorni di gare dagli alti contenuti agonistici organizzate dall'Archery Team Barletta, con arcieri provenienti da ogni parte d'Italia appartenenti alle seguenti Categorie: Compound W1 maschile e femminile, Compound Open Maschile e Femminile, Arco Olimpico Open Maschile e Femminile, Visually Impaired (non vedenti ed ipovedenti) Maschile e Femminile. Oggi è stato dato il via alla manifestazione con l'assegnazione dei titoli di classe, comprese le classi giovanili. Tra i vari protagonisti, tra cui il Consigliere Federale Fitarco Oscar De Pellegrin, medaglia d'oro e portabandiera dell'Italia alle Paralimpiadi di Londra 2012, presenti in terra barlettana anche il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli:
Presidente Pancalli, a Barletta torna il tiro con l'arco. Ancora una volta la città si dimostra aperta a questo sport.
«Non solo la città, ma attraverso gli organizzatori di questi spettacolari campionati si conferma all'altezza della situazione. Ho trovato una dimensione logistico-organizzativa all'altezza, non solo del valore della manifestazione, ma al tempo stesso anche del valore e della dignità dei miei atleti.Siamo felici che la Federazione abbia portato questo importante campionato a Barletta».
Quanto spazio c'è in Italia per lo sport paralimpico?
«Di spazio ce ne sarebbe tantissimo, ma dobbiamo lavorare per migliorare e amplificare la possibilità in termini di pari opportunità. Da un lato abbiamo un'Italia, come avviene in altre dimensioni, con luci e ombre: al Centro-Nord si fatica meno che al Sud. Dall'altra parte dobbiamo riuscire a far capire non solo al mondo dello sport organizzato-che ormai anche attraverso i media ha permesso di far arrivare questo sport nelle famiglie e nella società, come avvenuto dopo Londra 2012- ma soprattutto agli enti locali che il mondo paralimpico è fatto da società dilettantistiche che meritano di essere sostenute».
Qual è una soluzione in tal senso?
«Bisogna penetrare sulle politiche del territorio: ogni euro investito in questa dimensione è un euro in più che va nella direzione di alimentare un processo inclusivo e di integrazione, importante non solo per la dimensione sportiva ma per il Paese».
Tornando allo sport giocato: quali altri eventi vedranno protagonisti questi atleti?
«Oggi tocca all'arco, poi sarà tempo del nuoto, mentre la settimana scorsa ci sono stati i campionati di atletica leggera. Non ci sono più confini a ciò che una persona disabile può fare nella disciplina sportiva: ci sono circa 35 pratiche ormai. Io devo ringraziare di questo i volontari, le società sportive e tutti i coloro i quali stanno aiutando il Comitato Paralimpico a crescere unito, in una sola direzione».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Presidente Pancalli, a Barletta torna il tiro con l'arco. Ancora una volta la città si dimostra aperta a questo sport.
«Non solo la città, ma attraverso gli organizzatori di questi spettacolari campionati si conferma all'altezza della situazione. Ho trovato una dimensione logistico-organizzativa all'altezza, non solo del valore della manifestazione, ma al tempo stesso anche del valore e della dignità dei miei atleti.Siamo felici che la Federazione abbia portato questo importante campionato a Barletta».
Quanto spazio c'è in Italia per lo sport paralimpico?
«Di spazio ce ne sarebbe tantissimo, ma dobbiamo lavorare per migliorare e amplificare la possibilità in termini di pari opportunità. Da un lato abbiamo un'Italia, come avviene in altre dimensioni, con luci e ombre: al Centro-Nord si fatica meno che al Sud. Dall'altra parte dobbiamo riuscire a far capire non solo al mondo dello sport organizzato-che ormai anche attraverso i media ha permesso di far arrivare questo sport nelle famiglie e nella società, come avvenuto dopo Londra 2012- ma soprattutto agli enti locali che il mondo paralimpico è fatto da società dilettantistiche che meritano di essere sostenute».
Qual è una soluzione in tal senso?
«Bisogna penetrare sulle politiche del territorio: ogni euro investito in questa dimensione è un euro in più che va nella direzione di alimentare un processo inclusivo e di integrazione, importante non solo per la dimensione sportiva ma per il Paese».
Tornando allo sport giocato: quali altri eventi vedranno protagonisti questi atleti?
«Oggi tocca all'arco, poi sarà tempo del nuoto, mentre la settimana scorsa ci sono stati i campionati di atletica leggera. Non ci sono più confini a ciò che una persona disabile può fare nella disciplina sportiva: ci sono circa 35 pratiche ormai. Io devo ringraziare di questo i volontari, le società sportive e tutti i coloro i quali stanno aiutando il Comitato Paralimpico a crescere unito, in una sola direzione».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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