Andrea Zorzi
Andrea Zorzi
Volley

I "giganti" dello sport: Andrea Zorzi

L'ex campione di pallavolo intervistato da Barlettalife

Caldo pomeriggio di fine maggio. Per le vie del centro di Barletta un atletico ragazzone di 206 centimetri, volto molto noto, accompagnato da una troupe televisiva con indosso magliette uguali, attira l'attenzione dei passanti. Molti lo riconoscono: si tratta di Andrea "Zorro" Zorzi, ex-pilastro della nazionale di pallavolo italiana, con la quale ha vinto due mondiali nel 1990 e nel 1994, e un argento alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996. Nel suo palmares anche 2 campionati, 2 Coppe Italia, una Champions League, 4 Coppe delle Coppe, 2 Supercoppe europee, 3 Coppe del Mondo per club FIVB.

Il campione di volley, conosciuto come "Zorro" nazionale, record-man per media punti/partita nella massima serie del campionato di volley italiano, era a Barletta con RaiNews per girare una puntata del programma "Tracce di sport 2". Tracce di Sport è un programma arrivato alla seconda edizione, dedicata al centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia, nel quale Elena Donaggio (ricercatore IRS) e Andrea Zorzi, accompagnati da due videooperatori e un blogger, stanno viaggiando attraverso la storia passata e presente del Belpaese, per scoprire e riscoprire i luoghi più significativi della sua storia sportiva e sociale. Un viaggio partito il 9 maggio e destinato a concludersi a inizio giugno. A Barletta Zorzi era sulle "tracce" del campionissimo Pietro Mennea. Noi di Barlettalife ne abbiamo voluto sapere di più in una esclusiva intervista.


1) Andrea Zorzi, in cosa consiste "Tracce di sport"?
«Tracce di sport è un viaggio di ricerca e comunicazione nel quale cerchiamo i luoghi dello sport che hanno fatto l'Italia. Nella prima edizione dello scorso anno ci eravamo concentrati sulla misurazione dello stato dello sport in Italia attraverso interviste a grandi protagonisti dello sport nostrano, mentre in questa seconda edizione stiamo scoprendo "sul campo" in che modo lo sport si relaziona con il resto della società. Questo può essere un modo per capire che gli sport non sono solo quelli professionistici dei "ricchi", ma è un concetto universale, un universo molto più grande ».

2) Come si legano i temi di questa edizione al centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia?
«L'idea stessa di provare a raccontare l'Italia attraverso la storia di luoghi di sport che sono stato teatro di importanti eventi sportivi è un modo di raccontare la storia del nostro paese. Proprio questo ci permette di scandire eventi sportivi che hanno fatto la storia nei 150 anni di Unità d'Italia ».

3)Quali altre tappe ci sono state prima di Barletta?
«Siamo partiti dalla Sardegna, da Cagliari, poi siamo andati sulle Madonie in Sicilia, per poi passare da Priolo, per raccontare la Targa Florio e il Basket Priolo, poi siamo passati da Reggio Calabria, dal monte Pollino, successivamente abbiamo fatto tappa a Lecce per un incontro con scuole e istituzioni, e ora siamo arrivati a Barletta. Domani (oggi per chi legge, ndr) saremo invece a Cava dei Tirreni ».

4) Perchè proprio Pietro Mennea e Barletta?
«Perchè nel scegliere un luogo dello sport che raccontasse questa regione e quest'area, ci è sembrato doveroso pensare che il luogo nel quale è cresciuto Mennea fosse un luogo rappresentativo. Volevamo evitare di visitare troppi stadi, in quanto il calcio è lo sport preponderante, perciò attraverso la figura di Pietro Mennea abbiamo avuto la possibilità di raccontare la Puglia parlando di Barletta dove le sue radici sono nate.

5) Dove e quando i barlettani potranno seguire la puntata su Pietro Mennea e tutta l'edizione di "Tracce di sport 2"?
«La nostra trasmissione si appoggia a vari media; in particolare su Rai News (canale 508 di Sky e digitale terrestre, ndr) ogni sera alle 23 viene trasmesso un estratto delle varie puntate registrate, mentre le interviste integrali, le foto e i filmati sono presenti sia sulla nostra pagina Facebook sia sul nostro blog », www.traccedisport.com.

6) A suo giudizio lo sport vero, quello fatto solo di sudore e passione, è ancora praticabile a livello professionistico? O si possono trovare "tracce" di questo tipo di sport solo in oratori e palestre?
«E' complicato mettere in parallelo due ambiti così differenti: lo sport professionistico è ormai diventato un business, io credo che non ci sia competizione sebbene i due mondi debbano avere spazi completamente riservati. Personalmente trovo che in Italia si dia tantissima attenzione allo sport professionistico e una scarsa attenzione al gran numero di persone che potrebbero trarre giovamento dalla pratica sportiva, il che è segno di mancanza di progettazione: non c'è bisogno di grandi impianti iper-organizzati, bastano spazi pubblici e liberi grazie ai quali si può praticare attività sportiva e cambiare la cultura ».

7) Lei è stato un grandissimo giocatore di pallavolo e ha raggiunto i massimi obiettivi sul parquet. Come valuta l'attuale situazione del volley in Italia?
«Ritengo che negli ultimi anni paradossalmente l'esplosione dei mass-media abbia concentrato ulteriormente l'attenzione del pubblico sugli sport più diffusi, vedi Calcio, Formula1 e Ciclismo. Non esiste più quel teatro dettato dalla tv generalista, come la Rai degli anni '90 in cui si rendeva fruibile a tutti un evento sportivo. La pallavolo oggi è presente solo in canali tematici, il che rende inferiore il panorama degli spettatori meno percepito. Dal punto di vista organizzativo, il volley non vive un momento molto negativo, mantenendo un buon seguito di tifosi seppur restando riservata a una platea limitata ».

8) Chiudiamo tornando sull'esperienza "Tracce di sport". Qual è stato il momento più emozionante di questo primo anno e mezzo?
«I viaggi sono sempre forieri di emozioni. Talvolta, le emozioni sono legate alla conoscenza di persone nuove, altre volte dalla conoscenza di situazioni, luoghi e casi che ti portano emozioni inattese. Nel mio caso, Trovo profonda sintonia con gli ex-atleti, probabilmente in loro rivivo la mia storia. Devo dire che trovo molto affascinante il fatto di girare l'Italia e conoscerla attraverso i luoghi che hanno fatto la storia dello sport, riconoscendo le abilità motorie degli atleti e guardando a come le istituzioni guardano a questo mondo. I viaggi sono stati senza dubbio faticosi, intensi, ma siamo stati profondamente ripagati dall'esperienza fatta; ti posso assicurare che è spesso necessario calare uno "schermo" per limitare le emozioni che queste esperienze suscitano, riuscendo così a portare avanti in maniera obiettiva il proprio lavoro ».

9) Attualmente state girando "Tracce di sport 2". E' in cantiere anche una terza edizione?

«In realtà dovrebbe esserci "Tracce di sport 2-bis", in quanto nella prima parte, che terminerà il 5 giugno a Roma, abbiamo raccontato solo di regioni del sud. Perciò a metà ottobre gireremo la seconda parte dedicata alle regioni settentrionali. Ripeto che l'idea di base della trasmissione sta nella convinzione che "Tracce di sport" possa uscire anche dai confini nazionali, perchè quasi ovunque attraverso il racconto dei luoghi nei quali siamo attraverso la prospettiva di uno sportivo può funzionare e emozionare ».

10) E noi non vediamo l'ora di seguirvi sugli schermi di Rai News. Siamo ai titoli di coda, un saluto per i lettori di Barlettalife...
«Da Andrea Zorzi un abbraccio ai vostri lettori, a voi un grosso in bocca al lupo e complimenti. Godetevi la vostra bellissima città ».

E noi attendiamo davanti agli schermi di vedere Barletta raccontata da "Tracce di sport 2"...
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