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Basket
Cestistica Barletta, parola al presidente Mario Criscuoli
«Raggiunti i playoff ci siamo rilassati, ora non abbiamo nulla da perdere»
Barletta - venerdì 11 aprile 2014
3.34
Sta per volgere a termine anche la regular season nel campionato di serie C pugliese, che vede coinvolta la Cestistica Barletta. Gli uomini di coach Degni, dopo un inizio a spron battuto, hanno accusato un calo abbastanza evidente nella seconda parte della stagione, cedendo posizioni importanti in classifica. Ora i biancorossi occupano la settima posizione in classifica, e sono certi della qualificazione ai playoff. A due giornate dal termine della stagione regolare è il presidente del sodalizio biancorosso Mario Criscuoli a tirare le somme in casa Cestistica Barletta:
Presidente Criscuoli, analizziamo il momento della Cestistica Barletta. Siete reduci da qualche passo falso di troppo, l'ultimo dei quali in casa contro Foggia. A cosa è dovuto questo calo?
«È un calo che attribuisco ad una rilassatezza per aver raggiunto l'obiettivo dei playoff, che comunque saranno sempre una lotteria. Con questo non intendo dire che la squadra ha sottovalutato gli impegni. I ragazzi hanno raggiunto i playoff andando anche oltre le proprie possibilità. L'addio di Corvino (passato a Bisceglie ndr) ha lasciato sicuramente uno scossone ai giocatori. Mentre le altre si sono rinforzate, noi abbiamo "subito" la mancanza di Valerio. Dando il massimo, ad un certo punto si va anche oltre le proprie capacità, ed è questo che hanno fatto i nostri ragazzi».
Qual è l'obiettivo principale che vi siete prefissati ad inizio stagione?
«L'obiettivo stagionale era di divertirci e fare una bella annata, con l'obiettivo minimo di raggiungere i playoff. Questo per quel che riguarda la società. È chiaro però che i ragazzi, essendo atleti protagonisti, volevano fare di più, ma queste sono le forze che abbiamo. Tutte le squadre che sono davanti a noi in classifica hanno fatto interventi in sede di mercato, aggiungendo almeno un giocatore. Noi, invece, abbiamo perso un elemento importante. Non ci andava di sostituirlo con un giocatore mediocre, volevamo un giocatore di buon livello. Non siamo riusciti a trovarlo e ci siamo "accontentati" di tirare avanti con le nostre forze».
La matematica vi da la certezza di un posto nei playoff, pur con accoppiamenti molto difficili. A cosa puntate una volta terminato il campionato?
«Tre anni fa siamo partiti anche da accoppiamenti peggiori e siamo arrivati in finale. Quando non si ha niente da perdere, sicuramente si giocano i playoff con uno spirito più sereno e talvolta si raggiungono obiettivi migliori. Quando si ha la pressione e l'obbligo di vincere, non sempre si raggiungono obiettivi con la stessa serenità».
La forza di questo gruppo è senza dubbio la compattezza della squadra. È soddisfatto della prova dei giovani Gatta, Vorzillo e Balducci?
«Vorrei fare innanzitutto un riferimento ai "vecchi" Pino Auricchio e Nicola Degni, che sono l'anima – e non solo- di questa squadra. La ciliegina sulla torta è Diego Onetto, colui che qualunque squadra di categoria superiore ambirebbe ad avere. Vorzillo e Gatta sono per me una rivelazione: non li conoscevo. Sono due ottimi ragazzi e due ottimi atleti. Forse a loro manca il ritmo partita, che solo adesso stanno acquisendo, manca loro anche un po' d'esperienza. Gianluca Balducci è un altro giocatore rispetto all'anno scorso, o meglio, secondo me quest'anno è diventato un giocatore. Ha avuto modo di crescere tantissimo, facendo registrare il maggior tasso di crescita, sia giocando con Valerio che giocando al suo posto. Farei anche un riferimento ad Antonio Marinacci e ad Angelo Vitobello, che solitamente non vengono nominati: quando vengono chiamati in causa danno sempre il loro apporto».
Mancano due giornate alla fine della regular season. Come affronterete la capolista Udas Cerignola, già certa del primo posto, e il match contro l'Invicta Brindisi
«Premesso che partiamo con l'handicap della squalifica per due turni di Aldo Gatta, che mancherà sia contro Cerignola che contro Brindisi e dal punto di vista dei punti sarà un'assenza importante, il fatto di giocare senza alcuna pressione di risultato – possiamo infatti soltanto migliorare la posizione, ma ormai nei playoff ci siamo, e non malissimo – può favorirci. Vediamo quello che succede».
Dopo tutto quello che è successo in estate, con il fallimento, economico ma anche psicologico, del sogno di conservare la categoria, come giudicate la stagione della Cestistica Barletta?
«Premetto che per quanto riguarda l'amministratore di una società il fallimento è soltanto di natura economica. La scelta di rinunciare ad un campionato superiore è stata determinata soltanto da motivi di carattere economico. Chiaramente, i motivi tecnici vengono dopo, ci si deve adeguare, bisogna farsene una ragione. Fatti i dovuti conti ad inizio stagione, abbiamo fatto questa scelta; dolorosissima tra l'altro, perché la salvezza nel campionato superiore è stata difficile anche se piacevole. Però bisognava scegliere se estinguersi o fare un campionato inferiore. La ragione e la passione ci hanno spinto a disputare una serie inferiore pur di non lasciar cadere nel nulla la pallacanestro a Barletta. Visto da dove siamo partiti, senza i necessari mezzi economici, alla fine ci siamo trovati a mettere su una squadra più che dignitosa. Comunque, per quanto mi riguarda, è stata una stagione ultra-positiva».
Non vi è mai mancato nemmeno l'affetto del pubblico, che continua a gremire gli spalti del "PalaMarchiselli".
«Ricordo alcune partite, in particolare l'ultima contro l'Ostuni, in cui il palazzetto era colmo di gente. Penso che l'appassionato di pallacanestro che vede giocare Diego Onetto è invogliato a venire a vedere la squadra. Io stesso andavo a Corato per ammirare Diego, che era un lusso anche allora. Immaginiamo cosa significhi averlo ora. Per me è il giocatore più forte che ha giocato negli ultimi tempi a Barletta. Chi capisce di pallacanestro, viene a vedere Diego Onetto, ma anche una bella pallacanestro. La C regionale con gli stranieri garantisce un livello talvolta superiore a squadre di categoria superiore. L'affetto del pubblico non ci manca, siamo contenti anche sotto questo aspetto».
Presidente Criscuoli, analizziamo il momento della Cestistica Barletta. Siete reduci da qualche passo falso di troppo, l'ultimo dei quali in casa contro Foggia. A cosa è dovuto questo calo?
«È un calo che attribuisco ad una rilassatezza per aver raggiunto l'obiettivo dei playoff, che comunque saranno sempre una lotteria. Con questo non intendo dire che la squadra ha sottovalutato gli impegni. I ragazzi hanno raggiunto i playoff andando anche oltre le proprie possibilità. L'addio di Corvino (passato a Bisceglie ndr) ha lasciato sicuramente uno scossone ai giocatori. Mentre le altre si sono rinforzate, noi abbiamo "subito" la mancanza di Valerio. Dando il massimo, ad un certo punto si va anche oltre le proprie capacità, ed è questo che hanno fatto i nostri ragazzi».
Qual è l'obiettivo principale che vi siete prefissati ad inizio stagione?
«L'obiettivo stagionale era di divertirci e fare una bella annata, con l'obiettivo minimo di raggiungere i playoff. Questo per quel che riguarda la società. È chiaro però che i ragazzi, essendo atleti protagonisti, volevano fare di più, ma queste sono le forze che abbiamo. Tutte le squadre che sono davanti a noi in classifica hanno fatto interventi in sede di mercato, aggiungendo almeno un giocatore. Noi, invece, abbiamo perso un elemento importante. Non ci andava di sostituirlo con un giocatore mediocre, volevamo un giocatore di buon livello. Non siamo riusciti a trovarlo e ci siamo "accontentati" di tirare avanti con le nostre forze».
La matematica vi da la certezza di un posto nei playoff, pur con accoppiamenti molto difficili. A cosa puntate una volta terminato il campionato?
«Tre anni fa siamo partiti anche da accoppiamenti peggiori e siamo arrivati in finale. Quando non si ha niente da perdere, sicuramente si giocano i playoff con uno spirito più sereno e talvolta si raggiungono obiettivi migliori. Quando si ha la pressione e l'obbligo di vincere, non sempre si raggiungono obiettivi con la stessa serenità».
La forza di questo gruppo è senza dubbio la compattezza della squadra. È soddisfatto della prova dei giovani Gatta, Vorzillo e Balducci?
«Vorrei fare innanzitutto un riferimento ai "vecchi" Pino Auricchio e Nicola Degni, che sono l'anima – e non solo- di questa squadra. La ciliegina sulla torta è Diego Onetto, colui che qualunque squadra di categoria superiore ambirebbe ad avere. Vorzillo e Gatta sono per me una rivelazione: non li conoscevo. Sono due ottimi ragazzi e due ottimi atleti. Forse a loro manca il ritmo partita, che solo adesso stanno acquisendo, manca loro anche un po' d'esperienza. Gianluca Balducci è un altro giocatore rispetto all'anno scorso, o meglio, secondo me quest'anno è diventato un giocatore. Ha avuto modo di crescere tantissimo, facendo registrare il maggior tasso di crescita, sia giocando con Valerio che giocando al suo posto. Farei anche un riferimento ad Antonio Marinacci e ad Angelo Vitobello, che solitamente non vengono nominati: quando vengono chiamati in causa danno sempre il loro apporto».
Mancano due giornate alla fine della regular season. Come affronterete la capolista Udas Cerignola, già certa del primo posto, e il match contro l'Invicta Brindisi
«Premesso che partiamo con l'handicap della squalifica per due turni di Aldo Gatta, che mancherà sia contro Cerignola che contro Brindisi e dal punto di vista dei punti sarà un'assenza importante, il fatto di giocare senza alcuna pressione di risultato – possiamo infatti soltanto migliorare la posizione, ma ormai nei playoff ci siamo, e non malissimo – può favorirci. Vediamo quello che succede».
Dopo tutto quello che è successo in estate, con il fallimento, economico ma anche psicologico, del sogno di conservare la categoria, come giudicate la stagione della Cestistica Barletta?
«Premetto che per quanto riguarda l'amministratore di una società il fallimento è soltanto di natura economica. La scelta di rinunciare ad un campionato superiore è stata determinata soltanto da motivi di carattere economico. Chiaramente, i motivi tecnici vengono dopo, ci si deve adeguare, bisogna farsene una ragione. Fatti i dovuti conti ad inizio stagione, abbiamo fatto questa scelta; dolorosissima tra l'altro, perché la salvezza nel campionato superiore è stata difficile anche se piacevole. Però bisognava scegliere se estinguersi o fare un campionato inferiore. La ragione e la passione ci hanno spinto a disputare una serie inferiore pur di non lasciar cadere nel nulla la pallacanestro a Barletta. Visto da dove siamo partiti, senza i necessari mezzi economici, alla fine ci siamo trovati a mettere su una squadra più che dignitosa. Comunque, per quanto mi riguarda, è stata una stagione ultra-positiva».
Non vi è mai mancato nemmeno l'affetto del pubblico, che continua a gremire gli spalti del "PalaMarchiselli".
«Ricordo alcune partite, in particolare l'ultima contro l'Ostuni, in cui il palazzetto era colmo di gente. Penso che l'appassionato di pallacanestro che vede giocare Diego Onetto è invogliato a venire a vedere la squadra. Io stesso andavo a Corato per ammirare Diego, che era un lusso anche allora. Immaginiamo cosa significhi averlo ora. Per me è il giocatore più forte che ha giocato negli ultimi tempi a Barletta. Chi capisce di pallacanestro, viene a vedere Diego Onetto, ma anche una bella pallacanestro. La C regionale con gli stranieri garantisce un livello talvolta superiore a squadre di categoria superiore. L'affetto del pubblico non ci manca, siamo contenti anche sotto questo aspetto».
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