
Calcio
Antonio Damato: «Annata positiva, orgoglioso di essere un punto di riferimento»
Il nostro arbitro internazionale traccia un bilancio della stagione 2014-2015
Barletta - giovedì 18 giugno 2015
Juventus-Udinese, il derby della Lanterna, Lazio-Juventus, Milan-Napoli, Juventus-Milan, Fiorentina-Roma e Lazio-Napoli in Coppa Italia, e dulcis in fundo Barcellona-Bayern Monaco, semifinale di Champions League nelle vesti di addizionale. Questo elenco di gare, di altissimo livello è più che sufficiente per qualificare la stagione 2014-2015 di Antonio Damato, la 9^ in CAN A per il nostro arbitro internazionale. Una stagione più che soddisfacente dunque per il quasi 43enne avvocato che, come ormai consuetudine la ripercorre ai nostri microfoni, parlando a tutto campo anche del suo ruolo nella sezione AIA di Barletta e del suo orgoglio di poter rappresentare tutto il movimento calcistico barlettano ad altissimi livelli.
Partiamo dal premio Pasquale Gialluisi, consegnato una settimana fa a Domenico Messina ed ormai giunto alla terza edizione. Possiamo parlare di una manifestazione che sta ormai assumendo una rilevanza nazionale?
«Assolutamente sì. Come hai detto tu stesso, il premio è relativamente giovane essendo solo alla terza edizione, ma sta assumendo sempre più un carattere nazionale, vuoi per la portate dei presenti e vuoi per la portata di coloro i quali ricevono il premio. Non va dimenticato infatti che il primo anno il premio "Pasquale Gialluisi" è stato consegnato al presidente AIA Marcello Nicchi, poi è stata la volta del vice-presidente Narciso Pisacreta fino ad arrivare al designatore Domenico Messina, uomo di notevole profilo dirigenziale ed arbitrale. Questo premio sta assumendo un importanza sempre più rilevante ed è il risultato tangibile del gran lavoro di una sezione, quella barlettana che nonostante sia piccola rispetto ad altre realtà più grandi, viene sospinta dal grandissimo lavoro del presidente Savino Filannino e di tutti coloro i quali si adoperano per la riuscita di questa manifestazione. Ovviamente l'occasione del "Premio Gialluisi" è il simbolo del lavoro della sezione in ambito associativo, ma anche sotto l'aspetto tecnico i risultati sono lusinghieri».
A proposito di risultati, si può affermare che la stagione 2014-2015 per la sezione AIA di Barletta sia stata una stagione d'oro?
«Senza dubbio lo è stata. Si sono verificati una serie di risultati importanti, dall'arbitro più alto in grado fino a quelli delle categorie inferiori, quasi tutti hanno raggiunto il proprio obiettivo di inizio stagione. Il presidente Savino Filannino non può che essere contento di questa annata che ha visto premiate le aspettative ed i desideri di molti di noi. Tra gli altri, mi preme sottolineare con soddisfazione l'esordio dei due assistenti Francesco Di Salvo e Vincenzo Soricaro in serie A, anche perchè prima d'ora la sezione di Barletta non aveva mai espresso assistenti nella massima serie. Importanti ovviamente, sono state anche le designazioni di Francesco Fiore per la finale di Coppa Italia Primavera tra Roma e Lazio, di Luigi Lanotte per la semifinale scudetto Primavera sempre tra le due romane e di Ruggiero Chiariello per una gara di finale scudetto di calcio a 5, cosa avvenuta tra l'altro per il secondo anno consecutivo».
Ti senti un po' il trascinatore di questa sezione, oltre che l'apripista di queste stagioni di risultati positivi?
«Sicuramente sì. Cerco sempre di frequentare la sezione ed il polo di allenamento, mettendomi a disposizione dei ragazzi con l'intento di trasmettergli quella che è stata la mia esperienza sui campi. Mi rendo conto di essere per loro un modello da imitare perchè capisco bene come il poter calcare i campi di serie A sia il sogno di chiunque varchi la porta di questa sezione. Questo mi inorgoglisce e mi onora, ma allo stesso tempo è per me una grande responsabilità, una responsabilità che mi spinge al massimo impegno per poter raggiungere ulteriori obiettivi rispetto anche a quelli già centrati».
A proposito della tua stagione, che giudizio vuoi dare all'annata appena trascorsa?
«Devo dire che non posso che essere assolutamente soddisfatto di quanto fatto in questa stagione. Ho avuto la possibilità di dirigere diversi match di cartello con buon profitto, sono riuscito ad avere una buona continuità di rendimento anche grazie alla fiducia concessami dalla nuova commissione guidata dal designatore Messina, una fiducia che ho avuto modo di ricambiare. Ovviamente non bisogna mai fermarsi e pensare a quello che si è fatto ma guardare sempre agli appuntamenti successivi.
Per il secondo anno consecutivo sei stato designato per una semifinale di Champions League, hai provato le stesse emozioni dello scorso anno o hai affrontato la gara con un pizzico di consapevolezza in più?
«L'emozione è sempre uguale perchè scendere in campo in una semifinale di Champions League in palcoscenici così importanti come quello dello Stamford Birdge o del Camp Nou regala regala emozioni grandissime. Allo stesso tempo però è normale che con il passare delle stagioni si acquisisca una maggiore consapevolezza sempre fermo restando che ogni partita ha una storia a se ed un carico di emozioni e sensazioni che ti rimangono addosso. Sono comunque molto onorato di aver fatto parte della sestina che ha diretto Barcellona-Bayern Monaco, una partita giocata alla grande dalle due squadre e a detta della critica, diretta altrettanto alla grande».
Un altro anno è andato in archivio, quanto pensi ancora di andare avanti?
«Il nostro limite per regolamento è fissato a 45 anni, quest'anno ad agosto ne compio 43 e quindi non mi restano molti anni, saranno due o tre in base ad alcuni fattori ed alla velocità del ricambio generazionale. In ogni caso non penso molto a questo, penso ad andare sul campo ad affrontare partita dopo partita, domenica dopo domenica e a dare il meglio di me in ogni gara. La stagione è appena terminata, ora sono in vacanza e a luglio riprenderò la preparazione, viviamo alla giornata ed al futuro penseremo più in là.
L'anno appena trascorso è stato durissimo per il calcio barlettano, come stai vivendo questa situazione da sportivo e personaggio illustre di questa città?
«Sono sicuramente dispiaciuto per il momento che sta vivendo il Barletta calcio, sia dal punto di vista economico sia per il coinvolgimento in vicende poco edificanti come quelle di "Dirty Soccer". Da sportivo barlettano sono addolorato di questa situazione ed auspico che il calcio in questa città possa tornare ai fasti che gli competono e che sono ad appannaggio di una realtà e di una tifoseria che non hanno nulla da invidiare a contesti molto più grandi».
Un primo passo per la rinascita del calcio barlettano è sicuramente rappresentato dall'inizio dei lavori di rifacimento dello stadio "Puttilli", come hai accolto la notizia?
L'inizio dei lavori allo stadio è un passaggio fondamentale. Molti sono gli utenti che fruiscono della struttura e molti sono i benefici che si possono avere da uno stadio più all'avanguardia messo a disposizione del calcio ma anche dell'atletica e da noi stessi arbitri. Mi auguro che tutta la comunità sportiva barlettana possa finalmente usufruire di una ambiente più consono alle proprie esigenze».
Partiamo dal premio Pasquale Gialluisi, consegnato una settimana fa a Domenico Messina ed ormai giunto alla terza edizione. Possiamo parlare di una manifestazione che sta ormai assumendo una rilevanza nazionale?
«Assolutamente sì. Come hai detto tu stesso, il premio è relativamente giovane essendo solo alla terza edizione, ma sta assumendo sempre più un carattere nazionale, vuoi per la portate dei presenti e vuoi per la portata di coloro i quali ricevono il premio. Non va dimenticato infatti che il primo anno il premio "Pasquale Gialluisi" è stato consegnato al presidente AIA Marcello Nicchi, poi è stata la volta del vice-presidente Narciso Pisacreta fino ad arrivare al designatore Domenico Messina, uomo di notevole profilo dirigenziale ed arbitrale. Questo premio sta assumendo un importanza sempre più rilevante ed è il risultato tangibile del gran lavoro di una sezione, quella barlettana che nonostante sia piccola rispetto ad altre realtà più grandi, viene sospinta dal grandissimo lavoro del presidente Savino Filannino e di tutti coloro i quali si adoperano per la riuscita di questa manifestazione. Ovviamente l'occasione del "Premio Gialluisi" è il simbolo del lavoro della sezione in ambito associativo, ma anche sotto l'aspetto tecnico i risultati sono lusinghieri».
A proposito di risultati, si può affermare che la stagione 2014-2015 per la sezione AIA di Barletta sia stata una stagione d'oro?
«Senza dubbio lo è stata. Si sono verificati una serie di risultati importanti, dall'arbitro più alto in grado fino a quelli delle categorie inferiori, quasi tutti hanno raggiunto il proprio obiettivo di inizio stagione. Il presidente Savino Filannino non può che essere contento di questa annata che ha visto premiate le aspettative ed i desideri di molti di noi. Tra gli altri, mi preme sottolineare con soddisfazione l'esordio dei due assistenti Francesco Di Salvo e Vincenzo Soricaro in serie A, anche perchè prima d'ora la sezione di Barletta non aveva mai espresso assistenti nella massima serie. Importanti ovviamente, sono state anche le designazioni di Francesco Fiore per la finale di Coppa Italia Primavera tra Roma e Lazio, di Luigi Lanotte per la semifinale scudetto Primavera sempre tra le due romane e di Ruggiero Chiariello per una gara di finale scudetto di calcio a 5, cosa avvenuta tra l'altro per il secondo anno consecutivo».
Ti senti un po' il trascinatore di questa sezione, oltre che l'apripista di queste stagioni di risultati positivi?
«Sicuramente sì. Cerco sempre di frequentare la sezione ed il polo di allenamento, mettendomi a disposizione dei ragazzi con l'intento di trasmettergli quella che è stata la mia esperienza sui campi. Mi rendo conto di essere per loro un modello da imitare perchè capisco bene come il poter calcare i campi di serie A sia il sogno di chiunque varchi la porta di questa sezione. Questo mi inorgoglisce e mi onora, ma allo stesso tempo è per me una grande responsabilità, una responsabilità che mi spinge al massimo impegno per poter raggiungere ulteriori obiettivi rispetto anche a quelli già centrati».
A proposito della tua stagione, che giudizio vuoi dare all'annata appena trascorsa?
«Devo dire che non posso che essere assolutamente soddisfatto di quanto fatto in questa stagione. Ho avuto la possibilità di dirigere diversi match di cartello con buon profitto, sono riuscito ad avere una buona continuità di rendimento anche grazie alla fiducia concessami dalla nuova commissione guidata dal designatore Messina, una fiducia che ho avuto modo di ricambiare. Ovviamente non bisogna mai fermarsi e pensare a quello che si è fatto ma guardare sempre agli appuntamenti successivi.
Per il secondo anno consecutivo sei stato designato per una semifinale di Champions League, hai provato le stesse emozioni dello scorso anno o hai affrontato la gara con un pizzico di consapevolezza in più?
«L'emozione è sempre uguale perchè scendere in campo in una semifinale di Champions League in palcoscenici così importanti come quello dello Stamford Birdge o del Camp Nou regala regala emozioni grandissime. Allo stesso tempo però è normale che con il passare delle stagioni si acquisisca una maggiore consapevolezza sempre fermo restando che ogni partita ha una storia a se ed un carico di emozioni e sensazioni che ti rimangono addosso. Sono comunque molto onorato di aver fatto parte della sestina che ha diretto Barcellona-Bayern Monaco, una partita giocata alla grande dalle due squadre e a detta della critica, diretta altrettanto alla grande».
Un altro anno è andato in archivio, quanto pensi ancora di andare avanti?
«Il nostro limite per regolamento è fissato a 45 anni, quest'anno ad agosto ne compio 43 e quindi non mi restano molti anni, saranno due o tre in base ad alcuni fattori ed alla velocità del ricambio generazionale. In ogni caso non penso molto a questo, penso ad andare sul campo ad affrontare partita dopo partita, domenica dopo domenica e a dare il meglio di me in ogni gara. La stagione è appena terminata, ora sono in vacanza e a luglio riprenderò la preparazione, viviamo alla giornata ed al futuro penseremo più in là.
L'anno appena trascorso è stato durissimo per il calcio barlettano, come stai vivendo questa situazione da sportivo e personaggio illustre di questa città?
«Sono sicuramente dispiaciuto per il momento che sta vivendo il Barletta calcio, sia dal punto di vista economico sia per il coinvolgimento in vicende poco edificanti come quelle di "Dirty Soccer". Da sportivo barlettano sono addolorato di questa situazione ed auspico che il calcio in questa città possa tornare ai fasti che gli competono e che sono ad appannaggio di una realtà e di una tifoseria che non hanno nulla da invidiare a contesti molto più grandi».
Un primo passo per la rinascita del calcio barlettano è sicuramente rappresentato dall'inizio dei lavori di rifacimento dello stadio "Puttilli", come hai accolto la notizia?
L'inizio dei lavori allo stadio è un passaggio fondamentale. Molti sono gli utenti che fruiscono della struttura e molti sono i benefici che si possono avere da uno stadio più all'avanguardia messo a disposizione del calcio ma anche dell'atletica e da noi stessi arbitri. Mi auguro che tutta la comunità sportiva barlettana possa finalmente usufruire di una ambiente più consono alle proprie esigenze».

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