Cara Barletta ti scrivo
Degrado a vista per lo storico "Palazzo Pretorio" di Barletta
La segnalazione del giornalista Nino Vinella
lunedì 14 dicembre 2020
17.30
«Lo storico "Palazzo Pretorio" a Barletta: se vistosa appare la sempre più ampia chiazza di umidità sulla facciata prospiciente corso Vittorio Emanuele e la statua di Massimo d'Azeglio, ancora più appariscente è il distacco dell'intonaco rilevabile all'interno sotto le sue volte.
E così il vetusto immobile - da molte fonti indicato come la signorile residenza del Gran Capitano Consalvo da Cordova durante gli avvenimenti della famosa "Disfida di Barletta" e dell'assedio spagnolo anti-francese (autunno - inverno 1503) di quei lunghi mesi fino alla conclusiva "Battaglia di Cerignola" nell'aprile di quell'anno – versa in condizione di degrado. Tanto da far preoccupare anche il più superficiale degli osservatori per il suo "stato di salute", posto com'è in pieno centro ed a pochissimi passi da Palazzo di Città.
Lo distingue chiaramente, di giorno e di sera, chi si ferma al rosso dell'incrocio semaforico con (per l'appunto) Via Consalvo da Cordova o chi attraversa le strisce pedonali sui lati di queste due strade cittadine d'intenso traffico veicolare e pedonale. Azzardiamo che dovrebbero vederlo ancora più chiaramente quanti, fra dipendenti e pubblici amministratori, frequentano il vicino Comune: ma forse sarebbe chiedere troppo, specie di questi tempi…
"Palazzo Pretorio" ostenta quella vistosa chiazza di umidità quale frutto e diretta conseguenza dell'ostruzione (con terriccio, sterpi e quant'altro) al tubo di scolo dell'acqua piovana che, fuoriuscendo dallo scorrimento obbligato fino al suolo, si espande sulla facciata e, crediamo, anche all'interno degli ambienti interni chiusi oltre le persiane chiuse a loro volta da parecchio tempo.
L'acqua piovana dev'essere penetrata con abbondanza anche altrove, considerato il distacco d'intonaco sulle pareti del manufatto sotto i suoi archi. "Palazzo Pretorio" ha ricevuto attenzioni anche piuttosto di recente, consistite nell'imbracatura in una gabbia metallica del pilastro portante rivolto verso l'orologio di San Giacomo e l'installazione di una rete sotto il soffitto/pavimento per celare le travature di legno evidentemente restaurate con finalità di rinforzo all'intera struttura.
La richiesta di sopralluogo da parte della Soprintendenza sarebbe quanto mai necessaria e, proprio in questo caso, necessariamente provvidenziale per accertare su base tecnica quanto visibile ad occhio nudo.
Riporto in calce a questo intervento il ricordo di mio padre Biagio (Barletta 1911 – 1965) che ha eternato in un suo grande dipinto del 1962 il cosiddetto "Arco del Palazzo" mentre era in costruzioni il viciniore Palazzo di Città.
Come si può notare, il pittore ha riprodotto una chiazza di umidità rilevata sul tubo di scolo dell'acqua piovana ma… sulla facciata del Palazzo prospiciente Via Consalvo da Cordova: segno evidente che, distanza di tantissimi anni, i problemi di manutenzione sussistono nella loro interezza e riguardano le coperture e lo smaltimento delle acque meteoriche. Cosa facilmente visibile se si guardasse con attenzione da uno degli ultimi piani del frontistante Palazzo di Città, punto di osservazione più che naturale per verificare in modo sicuramente più diretto quando intuibile da bordo strada».
Nino Vinella, giornalista
E così il vetusto immobile - da molte fonti indicato come la signorile residenza del Gran Capitano Consalvo da Cordova durante gli avvenimenti della famosa "Disfida di Barletta" e dell'assedio spagnolo anti-francese (autunno - inverno 1503) di quei lunghi mesi fino alla conclusiva "Battaglia di Cerignola" nell'aprile di quell'anno – versa in condizione di degrado. Tanto da far preoccupare anche il più superficiale degli osservatori per il suo "stato di salute", posto com'è in pieno centro ed a pochissimi passi da Palazzo di Città.
Lo distingue chiaramente, di giorno e di sera, chi si ferma al rosso dell'incrocio semaforico con (per l'appunto) Via Consalvo da Cordova o chi attraversa le strisce pedonali sui lati di queste due strade cittadine d'intenso traffico veicolare e pedonale. Azzardiamo che dovrebbero vederlo ancora più chiaramente quanti, fra dipendenti e pubblici amministratori, frequentano il vicino Comune: ma forse sarebbe chiedere troppo, specie di questi tempi…
"Palazzo Pretorio" ostenta quella vistosa chiazza di umidità quale frutto e diretta conseguenza dell'ostruzione (con terriccio, sterpi e quant'altro) al tubo di scolo dell'acqua piovana che, fuoriuscendo dallo scorrimento obbligato fino al suolo, si espande sulla facciata e, crediamo, anche all'interno degli ambienti interni chiusi oltre le persiane chiuse a loro volta da parecchio tempo.
L'acqua piovana dev'essere penetrata con abbondanza anche altrove, considerato il distacco d'intonaco sulle pareti del manufatto sotto i suoi archi. "Palazzo Pretorio" ha ricevuto attenzioni anche piuttosto di recente, consistite nell'imbracatura in una gabbia metallica del pilastro portante rivolto verso l'orologio di San Giacomo e l'installazione di una rete sotto il soffitto/pavimento per celare le travature di legno evidentemente restaurate con finalità di rinforzo all'intera struttura.
La richiesta di sopralluogo da parte della Soprintendenza sarebbe quanto mai necessaria e, proprio in questo caso, necessariamente provvidenziale per accertare su base tecnica quanto visibile ad occhio nudo.
Riporto in calce a questo intervento il ricordo di mio padre Biagio (Barletta 1911 – 1965) che ha eternato in un suo grande dipinto del 1962 il cosiddetto "Arco del Palazzo" mentre era in costruzioni il viciniore Palazzo di Città.
Come si può notare, il pittore ha riprodotto una chiazza di umidità rilevata sul tubo di scolo dell'acqua piovana ma… sulla facciata del Palazzo prospiciente Via Consalvo da Cordova: segno evidente che, distanza di tantissimi anni, i problemi di manutenzione sussistono nella loro interezza e riguardano le coperture e lo smaltimento delle acque meteoriche. Cosa facilmente visibile se si guardasse con attenzione da uno degli ultimi piani del frontistante Palazzo di Città, punto di osservazione più che naturale per verificare in modo sicuramente più diretto quando intuibile da bordo strada».
Nino Vinella, giornalista