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Viaggio all’interno di una CRAP

La riabilitazione psichiatrica a 30 anni dalla legge Basaglia. Tra le difficoltà della sanità pugliese realtà che funzionano

Sono passati poco più di trent'anni dall'entrata in vigore della legge Basaglia, un grande cambiamento di rilevanza più culturale che medica, che attraverso la chiusura dei manicomi ha restituito dignità al malato non più considerato un condannato senza alcuna speranza, ma un essere umano la cui vita è degna di essere vissuta. Insomma un lampo di luce negli anni bui del terrorismo italiano. Di sicuro non tutto si è realizzato a pieno, ma i principi di quella riforma non possono essere messi in discussione perché fondamento della civiltà, a meno che non ci siano tentazioni di sapore regressivo. Per non dimenticare la legge 180 vi proponiamo un viaggio all'interno di una CRAP (comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica), una delle tante strutture che ha sostituito i famosi e aberranti manicomi.

Dimenticate le urla, le camicie di forza, le stanze piccole come celle, l'isolamento e la sporcizia, che costituivano la nostra idea di ospedale psichiatrico. Qui non c'è nulla di tutto questo. Nella CRAP di Spinazzola, Villa Saraceno c'è un grande giardino, le stanze sono grandissime ogni paziente le ha personalizzate con ricordi personali, ognuna di esse è occupata al massimo da due persone e la maggior parte di esse ha un bagno privato, una finestra e i muri colorati. Quando si entra può capitare che ti accolga un uomo che vuole scambiare due chiacchiere con te o un operatore intento a fare il proprio dovere. Non è semplice aprire le porte di un posto simile, perché è come entrare nell'intimità di qualcuno, intromettersi prepotentemente nella propria quotidianità.

Qui si fanno attività di ogni genere, scelte in base ad attitudini e desideri degli ospiti. Le attività investono vari ambiti: culturale, motorio, della socializzazione, espressivo, pre-lavorativo e psicoeducazionale. Il cuore del lavoro degli operatori è sviluppare l'autonomia nella gestione personale e delle relazioni interpersonali e familiari (laddove una famiglia è ancora presente!). Nella C.R.A.P. si respira un clima piacevole poiché si cerca di ricreare un contesto di tipo familiare al fine di fare emergere i bisogni, l'affettività attraverso l'ascolto, il dialogo e la condivisione delle reciproche esigenze (dalle quali si parte per costruire le regole di comunità). In tutto questo però è indispensabile dire che gli utenti sono in carico ai Centri di Salute Mentale della ASL BAT che li inviano in questa struttura, articolando con gli operatori della stessa un programma terapeutico-riabilitativo a termine con verifiche periodiche di valutazione.

Un cittadino barlettano che dovesse ammalarsi di una patologia psichiatrica per la quale si renda necessario un percorso riabilitativo in una CRAP avrebbe il 33% di possibilità di essere inserito nella comunità di Spinazzola. Questo accade perché spesso il contesto ambientale e familiare fanno parte di quei fattori che determinano l'insorgenza della malattia, si cerca quindi di allontanarli dalla città di residenza.

La Puglia da tempo è sinonimo di cattiva gestione della sanità, ospedali che chiudono lasciando diverse città senza assistenza ospedaliera, dirigenti che continuano a prendere stipendi da nababbi , tempi di attesa per una risonanza magnetica o una mammografia che rasentano l'infinito tanto da diventare oggetto di studio di nobel per la fisica. Ma tra le infinità di cose che non funzionano o funzionano male esistono delle realtà che dovrebbero servire da esempio e di cui i media dovrebbero occuparsi piuttosto che chiedersi ogni volta chi sia l'assassino dell'omicidio di turno. Per questo è importante mantenerle in vita, perché se noi a malapena sappiamo cosa sono per qualcuno rappresentano tutto ciò che hanno.
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