Pandarè disegnato da Nunzio Cafagna
Pandarè disegnato da Nunzio Cafagna
La città

Un panda e un fumetto: la passione per la nona arte

Nunzio Cafagna, barlettano trapiantato al nord e disegnatore di fumetti. «Bisogna far avvicinare i ragazzi a tutte le forme d’arte»

Architettura, pittura, scultura, musica, poesia, danza: sono queste le sei arti tradizionalmente riconosciute nel panorama culturale e alle quali recentemente sono stati aggiunti il cinema come settima arte e la radio-televisione come ottava. Come ultima figura una forma d'arte spesso non riconosciuta dai più, spesso considerata di nicchia o addirittura relegata al mondo dell'infanzia: il fumetto, la nona arte. Tra i barlettani nel mondo abbiamo conosciuto un giovane nativo della nostra città che ha deciso di dedicare passione e creatività a questo mondo: Nunzio Cafagna, 26 anni, vissuto a Barletta sino all'età di 14 anni, poi trapiantato ad Asti dove ha frequentato la Scuola di Fumetto di Asti e ora ha appena concluso l'ultimo anno della Scuola Internazionale di Comics con sede a Torino. Illustratore e fumettista, cerchiamo di capire con lui le caratteristiche di questa particolare nona arte, con gli annessi sbocchi lavorativi e riflessi culturali.

Pandarè, la simpatica mascotte disegnata dal giovane Nunzio Cafagna per Barlettalife.
Il personaggio che anima i tuoi disegni è un panda. Puoi raccontarci l'origine di questo personaggio?

«Il panda o, come lo chiamo io, il Pande, diminutivo di Pandemonio, è nato per puro caso quando avevo 15 anni e frequentavo la scuola di fumetto. All'inizio voleva essere il personaggio "sfigato" che animava le strisce da pubblicare sul giornalino della scuola, poi però, col passare degli anni si è evoluto sia nell'aspetto che nel carattere. Dal novembre 2012 è diventato il protagonista della sua prima avventura a fumetti, intitolata PANDEMONIO i figli di Madre Natura edito dalla Edizioni Voilier, ideato e disegnato da me, e realizzato con l'aiuto dei miei amici/colleghi Andrea Mosca (sceneggiatore/scrittore) e Massimo Cavenaghi (colorista)».

Come è nata in te la passione per il disegno e per i fumetti?
«Il disegno è nato in me nello stesso momento in cui ho cominciato a camminare (come dico sempre), diventando giorno dopo giorno, col passare degli anni, parte integrante della mia vita. Ricordo ancora quando da bambino partecipavo alle edizioni dei Jò Madonnari, su corso Vittorio Emanuele II, o magari quando durante il secondo anno di medie mi ero unito ad altri ragazzi per creare dei murales con i nostri personaggi dei cartoni animati preferiti, sulle pareti alle spalle della scuola media Ettore Fieramosca. Ecco tutte queste esperienze hanno contribuito a far crescere in me la voglia di esercitarmi e migliorarmi in quel che più mi viene meglio».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Qualche anno fa il mio sogno era quello di pubblicare un lavoro tutta mio a fumetti, ma ora che questo sogno si è avverato, mi tocca scegliere un nuovo sogno! Non mi dispiacerebbe magari poter prestare le mie matite e la mia creatività nelle storie di Paperino e Topolino per la Walt Disney Italia o magari (sognando in grande) poter lavorare per gli studi d'animazione Pixar o Dreamworks».

Quali tecniche usi per il disegno e il colore?
«La tecnica utilizzata da me per la lavorazione delle tavole a fumetti è quella classica formata dall'accoppiata vincente foglio e matita: adoro sentire il rumore della grafite sul foglio di carta e l'odore della china appena passata sul disegno. Per quanto riguarda i colori, utilizzo acrilici, acquerelli e molte volte anche la colorazione digitale».

Secondo la tua esperienza, che tipo di mondo è quello dei fumetti: un settore di svago, di lavoro o di passione?
«Il mondo del fumetto è prima di tutto uno svago perché permette di poter esprimere sé stessi con una matita, poi se grazie al disegno si riesce a guadagnare anche qualcosa (lavorativamente parlando) meglio ancora. Stessa cosa vale per la passione: senza di quella, unita alla fantasia , non si va tanto lontano».

Stiamo assistendo in Italia ad una sorta di "riscatto" del disegno fumettistico, con progetti editoriali anche molto importanti e che trasversalmente appassionano persone di tutte le età. Cosa ne pensi?
«Ho notato anche io questo fenomeno. Forse che in Italia qualcuno si stia svegliando per dar nuova vita al fumetto made in Italy?! Ho notato anche un numero sempre maggiore di autori emergenti provenienti dal Sud Italia, portatori di idee innovative e appassionanti nel fumetto italiano. In questo modo si riesce ad avvicinare persone di ogni fascia d'età a quella che è la nona arte».

Da lontano segui in qualche modo Barletta? Cosa pensi della nostra città? Soprattutto dal punto di vista lavorativo per giovani che nutrono, come te, passioni particolari legate alle nuove forme d'arte, come può essere il disegno, il teatro, la musica...
«Molti dei miei parenti vivono in quel di Barletta, e personalmente cerco sempre di tenermi aggiornato su quello che avviene dalle vostre parti soprattutto tramite il vostro portale. A parer mio Barletta è una città che può offrire un'infinità di cose che molte città non hanno, come turismo, arte, divertimento per esempio, che molto spesso sembra viaggino su linee opposte tra loro, e la colpa è anche un po' degli stessi barlettani che non sanno dare valore alla propria terra. Dal punto di vista lavorativo nell'ambito del disegno, non so molto a riguardo, ma non ho mai sentito parlare di una Scuola di Fumetto Barlettana: ammetto che mi sarebbe piaciuto frequentarne una durante il periodo d'infanzia vissuto a Barletta. Secondo me a Barletta mancano questo tipo di strutture (legate a qualsiasi ambito artistico) che possano fare avvicinare i ragazzi al mondo dell'arte, della musica, del cinema ecc. Nonostante questa piccola polemica però, posso comunque dire che la mia Barlètt mi manca assai assai, così come mi mancano i luoghi, la gente e anche il cibo barlettano.

Un saluto ai lettori di Barlettalife? A nome della redazione, ti ringraziamo per il divertente disegno che hai voluto dedicarci.
«Vi ringrazio per lo spazio che avete voluto dedicarmi e ne approfitto per salutare innanzitutto voi della redazione di Barlettalife e la brava Ida Vinella per questa intervista. Saluto anche nonni, zii, cugini, parenti alla lontana e amici di Barletta».
10 fotoIllustrazioni e fumetti di Nunzio Cafagna
Illustrazioni e fumetti di Nunzio CafagnaIllustrazioni e fumetti di Nunzio CafagnaIllustrazioni e fumetti di Nunzio CafagnaIllustrazioni e fumetti di Nunzio CafagnaIllustrazioni e fumetti di Nunzio CafagnaIllustrazioni e fumetti di Nunzio CafagnaIllustrazioni e fumetti di Nunzio CafagnaIllustrazioni e fumetti di Nunzio CafagnaIllustrazioni e fumetti di Nunzio CafagnaIllustrazioni e fumetti di Nunzio Cafagna
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