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«Scorgi i segni della presenza di Dio dentro e fuori di te»

Don Vito e la gioia della terza domenica d'Avvento

Un momento di riflessione. Uno spazio per la spiritualità. Avvicinandoci a quel giorno dell'anno che più di tutti porta con sè la gioia di riconciliarsi e di scrutare una nuova tenerezza dentro sè stessi, don Vito Carpentiere, parroco della chiesa di San Nicola di Barletta, propone una lettura del vangelo di questa domenica, lungo il cammino dell'Avvento, secondo appuntamento dopo l'Immacolata.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: "Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via". In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

Nell'itinerario dell'Avvento questa terza Domenica è detta Gaudete (gioite) a motivo dell'approssimarsi del Natale del Signore. Chi ci accompagna in questo vangelo è Giovanni Battista che, imprigionato nella fortezza del Macheronte, manda alcuni dei suoi discepoli a interrogare Gesù.

Anche i Grandi dubitano. Persino i Santi hanno dubitato. Allora siamo in buona compagnia! Ma quando chi dubita trova il coraggio, come ha fatto il Battista, di esporre il dubbio a Chi glielo aveva fatto sorgere, nello stesso tempo mette da parte le proprie attese, i propri schemi, le proprie certezze. E si apre, in un atteggiamento di disarmante fiducia, ad accogliere un Dio che sorprende.

E quel che Cristo ha chiesto un giorno al Battista dubbioso, lo ripete oggi a me: guardati attorno e scorgi i segni della presenza di Dio dentro e fuori di te. Sono solo semi di bene, certo, ma se con paziente attesa saprai perseverare, come fanno i nostri contadini, tu stesso raccoglierai i frutti. Il miracolo del cuore che cambia non ha, certo, segni evidenti esteriori. Ma è ciò che più rallegra il cuore stesso di Dio. Solo Lui sa. E, ovviamente, chi si converte.

La prima speranza non è quella da nutrire in un Dio che cambia le cose. La prima speranza è quella che il Signore nutre nei confronti del mio cuore, che possa cambiare. Sì, perché Egli è il primo che si fida di me. E sa attendere!

[don Vito]
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