Ipsia occupato
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Scuola e Lavoro

Protesta studentesca, occupato anche l’Ipsia “Archimede” di Barletta

Gli studenti: «siamo stanchi di una scuola così». Terminata l’occupazione di Industriale e Geometri, ora via a manifestazioni

Non accennano a placarsi le iniziative di protesta degli studenti barlettani. A pochissime ore dalla fine dell'occupazione ad oltranza programmata dagli studenti dell'ITIS e dell'ITG (Geometri), e trasformatasi nella giornata di ieri in una coogestione, il "testimone" è passato ad un altro istituto, l'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato, più comunemente conosciuto come IPSIA Archimede, ma sono numerosi gli istituti che in queste ore stanno decidendo (o hanno già deciso) quale forma di protesta adottare nei confronti di un problema che riguarda tutti, e non solo a Barletta. Il caso più eclatante resta senza dubbio quello dell'IPSIA "Archimede" di Barletta. Gli studenti di questo edificio sono in agitazione da alcuni giorni, stanchi di promesse mai mantenute e di edifici scolastici realmente al limite dell'agibilità. Andando oltre le critiche che sono piovute da più parti, la popolazione studentesca dell'Ipsia attualmente sta occupando per il secondo giorno consecutivo il plesso scolastico. È una protesta a 360 gradi quella dell'Ipsia, che spazia dai problemi che hanno turbato le notti degli altri studenti barlettani (tagli all'istruzione in primis, edilizia scolastica poi), fino ad arrivare a quelli ben più gravi, quelli tangibili, che li riguardano più da vicino. Le 33 classi dell'Archimede di Barletta svolgono regolarmente lezione in una struttura realmente ai limiti dell'agibilità, e nonostante le varie segnalazioni inviate all'organo competente in materia (leggasi Provincia), le proteste non hanno sortito il benché minimo effetto, restando inascoltate.

La situazione dell'Ipsia è davvero un rebus, sembra una di quelle storielle che si raccontano a cui nessuno vuole credere: è una struttura che possiede alcuni strumenti all'avanguardia, un campetto in sintetico e anche un grande display all'ingresso del plesso, ma al tempo stesso non è proprio confortevole per la popolazione scolastica. Sono queste, in breve, le motivazioni che hanno spinto anche i ragazzi dell'Ipsia ad occupare il proprio istituto. Ma sono le parole di questi ragazzi, e i volti realmente preoccupati il vero motivo di preoccupazione. Quel che ci si domanda è se la Provincia abbia mai messo piede all'interno dell'Ipsia, se ci sono stati veri sopralluoghi in tutto l'edificio. Abbiamo raccolto il disperato grido d'aiuto degli studenti del Professionale, perpetrato attraverso le parole di una piccola rappresentanza della suddetta popolazione studentesca:

«Abbiamo iniziato ad occupare 2 giorni fa. Ci sono parecchie problematiche in questa scuola. Abbiamo una palestra che non è agibile. C'è la muffa all'interno degli spogliatoi e nella palestra stessa, e i termosifoni non funzionano. Le serrature delle porte non ci sono e le ragazze non possono utilizzare gli spogliatoi. È un problema anche dal punto di vista medico: respirare la muffa fa male. C'è il discorso che 4 scuole su 6 siano idonee, e non credo che questa possa ritenersi tale. Il riscaldamento non è presente in tutte le aule, e nei capannoni spesso non è sufficiente. Nei capannoni 8 e 9 spesso i ragazzi sono costretti ad indossare i cappotti per fare lezione. Nell'infomoda fa freddo. Non possiamo lavorare a gennaio cercando di far passare il filo nella cruna. È impossibile, non si può lavorare così. La nostra è una protesta che si unisce a quella degli altri studenti di Barletta, perché siamo tutti sulla stessa barca. Siamo anche stanchi dai tagli, che riguardano da vicino anche noi: quando usciremo da questa scuola, possiamo decidere di prendere la via dell'università, ma non tutti potranno fare questa scelta. Chi esce da questa scuola con in mano un diploma di perito in qualsiasi ambito non trova mercato nel mondo del lavoro. Noi dove andiamo? Restiamo a casa a farci mantenere da mamma e papà perché le istituzioni hanno deciso di fare i tagli? Perché dal 1970 ci sono state troppe assunzioni e per questo non posso vedere il mio futuro? Non è giusto. Vogliamo parlare dei finanziamenti che spettano a Licei e Professionali? Hanno gli stessi finanziamenti, 40mila euro. Noi siamo professionali, facciamo pratica, consumiamo materiali. È uno spreco che loro non fanno, nemmeno in due anni. È qualcosa davvero irrazionale».

Come vi state organizzando con i turni? Come state gestendo le giornate "occupate"?
«Chi vuole fare lezione, è liberissimo. Gli insegnanti sono disponibili a fare lezione. Chi invece vuole partecipare alla protesta è libero di prendere la propria sedia, di andare nei corridoi e trattare questi argomenti. I ragazzi si mettono in un angolo e analizzano problemi come l'edilizia scolastica, il riscaldamento, qualsiasi cosa. Noi ci crediamo, vogliamo ottenere qualcosa. Ci hanno detto che non possiamo fare questo tipo di protesta, perché è pericoloso avere tanta gente nei corridoi. La dirigenza stessa ci ha detto che ci sono state diverse segnalazioni e sollecitudini alla provincia, ma nulla è servito. Ragazzi che sono all'Ipsia da 5 anni non hanno visto miglioramenti, anzi forse si è peggiorata la situazione. L'unica cosa che siamo riusciti ad ottenere è il bagno per le ragazze, ma solo perché ormai la situazione era insostenibile: il pavimento era sprofondato per motivi non meglio precisati. Vogliamo precisare che questa protesta non è contro la nostra preside. Questa è l'ultima spiaggia. È il modo migliore di far sentire la nostra voce alla provincia. Abbiamo cercato di manifestare, di unirci nelle altre scuole. Alla fine dei conti arrivare nei pressi del Comune e vedere la macchina blu di turno allontanarsi non credo sia sintomo di qualcuno che ci sta ascoltando. Oggi ci sarà una manifestazione con il corteo e abbiamo intenzione di unirci a questa carovana, perché se ci mettiamo tutti insieme possiamo far valere la nostra voce. Chi ci crede e vuole partecipare, ci sarà. Chi vuole creare problemi, resti a casa. Abbiamo bisogno che la Provincia venga qui dentro. Hanno aderito alla manifestazione praticamente tutti. Fino alla fine, tutti avevano svolto il proprio compito. C'è stato bisogno del servizio d'ordine. È venuto il commissariato a controllare, ed era tutto ok, tutto è filato liscio».


Giusto o sbagliato che sia, il grido di protesta di questi ragazzi, perpetrato attraverso l'occupazione degli edifici scolastici, è forte e deve raggiungere chi di competenza. La situazione dell'Ipsia è davvero problematica, urgono tempestive risposte, provvidenziali interventi.
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