Molo di Levante
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Molo di Levante, la riflessione del professor Mariano Stellatelli

La nota del presidente della Società di Storia Patria di Barletta

«Tempo fa, improvvisamente, a Barletta, prese a circolare la notizia che all'ingresso del molo di Levante erano cominciati dei lavori ed i più ottimisti pensarono a quelli relativi alla riqualificazione di quel tratto portuale, preannunciati anni prima.
Infatti nell'estate del 2020 si parlava di riqualificazione della diga foranea ed in particolare, per il MOLO DI LEVANTE, erano previsti finanziamenti per il rifacimento della pavimentazione, dell'istallazione di un sistema di illuminazione, di sistema di videosorveglianza e arredo urbano». Così il professor Mariano Stellatelli, presidente della Società di Storia Patria, sezione di Barletta.

«A tutto questo si pensò appena diffusa la notizia degli inizi dei lavori, ma all'ottimismo subentrò la delusione quando,nei giorni successivi si seppe che quei lavori erano unicamente finalizzati ad interdire l'ingresso al molo con l'istallazione di ben due cancelli. A quelli che, quantunque in avanti con l'età , continuano da decenni a frequentare quel molo, il pensiero diventò pura nostalgia di un tempo passato quando non esistevano cancelli, l'ingresso era libero, il mare era pulito, ci si sdraiava al sole senza bisogno di teli e di ciabatte. C'era il rituale del mese di aprile quando intere famiglie si recavano al trabucco per gustare, in loco, il bianchetto. Poi arrivarono i divieti ed i cancelli a seguito di eventi luttuosi e comunque a partire dagli anni '90 dello scorso secolo cominciò un progressivo degrado della struttura. Negli anni l'assetto stradale diventava sempre più sconnesso, pieno di buche, lungo il muretto laterale sterpaglie trattengono rifiuti di ogni genere. Importanti strutture portanti del molo col tempo hanno subito cedimenti: l'ultima banchina, in prossimità del faro, è franata a mare, per un'altra più grande, il distacco dall'assetto stradale si accentua sempre di più. Il progressivo degrado strutturale ha certamente contribuito al progressivo peggioramento di quello comportamentale. Nel tempo hanno preso piede abitudini al limite del buon senso e della legalità che in un ambiente curato e controllato non avrebbero trovato cittadinanza.

Comunque l'ordinanza di chiusura del molo ha avuto un effetto, quello di smuovere le menti e di cercare soluzioni alternative che non siano quelle della semplicistica chiusura. L'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, proprietario e responsabile della struttura, di concerto con la Capitaneria di Porto e l'Amministrazione Comunale deve far proprio quel progetto, a suo tempo denominato "MUSEO DIFFUSO DEL MARE", intento che, se realizzato sarebbe un fiore all'occhiello per la città. Nel porto di Manfredonia laddove hanno realizzato una zona per le barche da diporto, lungo una vecchia banchina che ora delimita quella zona, hanno costruito una sopraelevata, una passeggiata pensile, con una piacevole vista sul mare. Ostacoli di varia natura andrebbero superati con la ferma volontà di perseguire l'obiettivo. A tal proposito l'idea del sindaco Cannito quella cioè che sia l'Amministrazione Comunale, a realizzare il progetto di riqualificazione di quel tratto del Molo di Levante, è considerata da tanti cittadini di buon senso per vederne la realizzazione , così come è negli auspici di tanti.
A margine una nota del tutto personale, nell'anno 2026 ricorre il mio settantesimo anno di ininterrotta frequentazione di quel luogo, poter passeggiare lungo tutto il Molo di Levante e magari fermarsi di tanto in tanto a leggere un giornale seduto in una comoda panchina sarebbe una bella soddisfazione».
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