Territorio

Lettera dal Nord Italia: «Ecco perchè lasciamo il Sud»

I giovani di “Io Ci Sono!” pensano al futuro. «Ma non diteci che abbiamo abbandonato la nostra terra»

E' interessante la lettera scritta dai giovani dell'associazione andriese "Io Ci Sono!", che si interrogano sul loro futuro e su quello di tutta la futura generazione del Mezzogiorno d'Italia: «Abbiamo letto il rapporto Svimez 2011 e i commenti sui giornali di questi giorni. I dati relativi all'aumento della disoccupazione nel Sud Italia e di quanto questa parte del Paese stia perdendo in termini economici e sociali ci stanno oltremodo preoccupando e quì a Padova la discussione su questo tema tra noi giovani studenti universitari e, contemporaneamente, lavoratori, è molto sentita. Siamo di Andria e pare che, invece, nella nostra città e nell'intero territorio provinciale di questi argomenti si parli molto poco o nulla e ciò lo riscontriamo anche accedendo ai siti internet che seguiamo con tanto interesse ma che, specie ultimamente, sono colmi di notizie che farebbero pensare esattamente il contrario di quella che è, invece, la dura realtà.

L'altra sera abbiamo tenuto il nostro incontro sociale settimanale presso la sede del Centro Giovani, aperto, libero, democratico e fruibile da chiunque, nel pieno centro urbano, come ce ne sono tanti in città e nei paesi limitrofi, anche in quelli più piccoli. Un incontro nel quale giovani e meno giovani discutiamo delle esperienze della settimana, degli accadimenti e soprattutto di ciò che ognuno di noi avrebbe fatto se ne avesse avuto la possibilità cioè se avesse avuto quel potere che gli altri hanno e che mal esercitano. Non sappiamo se nella nostra Andria ci sia la possibilità o meno di avere la stessa opportunità di confronto che significa crescita ed acquisizione di senso critico per guardare oltre; non sappiamo se questi luoghi pubblici di aggregazione siano stati aperti o meno. A noi non risulta. Pare che non ci sia ancora un teatro così come mancano, ne siamo certi, luoghi di aggregazione giovanile dove trascorrere il tempo libero ma questo non ci meraviglia neanche più di tanto e comunque ce ne dispiace per i nostri amici e colleghi (studenti) costretti a subire quella realtà.

Tornando alla nostra vita nel Nord Italia dobbiamo ammettere che quì ci sono problemi che fino a qualche anno fa non erano così sentiti ed una certa forma delinquenziale, individuata e ben riconoscibile, sta preoccupando la popolazione ma questo sta accadendo quasi dappertutto e sappiamo bene il perché, quindi andiamo oltre e parliamo, invece, di ciò che affascina e facilita l'esistenza di chi vive in città come questa, senza trascurare e sottacere una crisi economica che però sta vedendo una buona reazione da parte delle Imprese, ben accompagnate e mai lasciate sole, così come accade pure per le Famiglie. Ci sono alcune cose che aiutano a vivere meglio e sicuramente il termine che più di tutti rende l'idea di ciò che vogliamo dire è "efficienza". Efficienza significa avere alcune certezze: la certezza che si passi col semaforo verde e ci si fermi quando è rosso; la certezza che quando accade un incidente stradale non devi temere di essere aggredito e malmenato ma compilare semplicemente una constatazione amichevole; la certezza che quando ti rechi presso un ufficio pubblico non devi cercare l'amico o l'assessore per chiedergli come favore ciò che favore non è ma un tuo diritto che deve esserti riconosciuto senza l'ausilio o l'aiutino dell'amico impiegato o dell'onnipotente dirigente; la certezza che, in caso contrario, puoi denunciare ed avere l'altrettanta certezza che costoro vengano severamente puniti e chiamati a rispondere del proprio operato; la certezza che se hai del talento, qualunque esso sia, ti venga riconosciuto come merito e non come minaccia da debellare, facendoti pesare la colpa di non essere un ruffiano: la certezza che un si sia veramente un si e che un no sia un no senza dover vedere giorno dopo giorno trasformare il si in un no e viceversa, a seconda del tuo grado di fedeltà dimostrato la mattina e verificato dai tanti osservatori pagati per tenere la situazione sempre sotto controllo.

Tutte queste certezze rendono la vita più normale ma anche un pò monotona. Ecco perché nonostante tutto continuiamo ad avere nostalgia della nostra città, così come la sentono nostri amici di Barletta, di Canosa, di Molfetta e di molte altre città della Puglia con i quali condividiamo molto del nostro tempo; nostalgia del sole che splende caldo ogni giorno per dieci mesi l'anno; nostalgia ma anche ammirazione per come riuscite ad avere tanta pazienza e capacità di accettare l'elogio della mediocrità; di rimanere circondati sempre dalle stesse facce, che fanno sempre le stesse cose; pazienza nel tollerare che anche i giovani impegnati in politica che potrebbero dare qualcosa non riescono a farlo, perché bloccati o perché incapaci o timorosi di rimanere isolati o maltrattati; capacità di adattarsi sperando sempre che prima o poi la fortuna (si chiama così, vero?) vi bacerà (nel vero senso della parola) e che qualche buon amico, magari lo stesso per il quale vi siete prodigati in campagna elettorale, un posto di lavoro lo trova per una sistemazione, seppur provvisoria e precaria in uno dei tanti prestigiosi palazzi. Nessuno ci accusi di generalizzare. E' ovvio che così non è per tutti, anzi. Ma c'è un elevato rischio contagio che bisogna prevenire.

In verità se ci fosse un poco di armonia tra le varie realtà questo potrebbe essere veramente un bel Paese, unito e variegato ma non è così. Purtroppo le differenze saranno sempre più marcate e si avvertiranno sempre più ma anche di questo ne parleremo in uno dei nostri tanti incontri sociali. E' ancora giorno e noi torniamo a studiare, perchè anche stasera si lavora».
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