Il sindaco Cascella interviene al consiglio comunale
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Politica

Il sindaco al consiglio comunale: «Scelte rigorose a costo dell'impopolarità»

Cascella spiega il nuovo assetto di giunta nel primo consiglio dopo il rimpasto

«Si completa davanti al Consiglio comunale e a tutta la comunità, un percorso tormentato di una verifica democratica, affrontando, con una più diretta assunzione di responsabilità da parte dei partiti della coalizione, i momenti di crisi e le incomprensioni che hanno contrassegnato il percorso dall'inizio fino alla metà del mandato amministrativo, i cui risultati sono testimoniati dal rendiconto sottoposto all'assemblea insieme agli obiettivi strategici già sottoposti al Consiglio comunale». E' la dichiarazione che ha espresso il sindaco Pasquale Cascella nel consiglio comunale al momento in corso, il primo dopo il rimpasto di giunta.

«Abbiamo seguito nella ridefinizione degli incarichi il criterio della rotazione, vice sindaco incluso, eccezione fatta per la delega al bilancio, confermata all'assessore Pansini di recente nomina, anche in considerazione del lavoro in corso per la definizione del bilancio per il 2016, e quella alle Politiche per il territorio, mantenuta dall'assessore Pelle per la complessità dell'impegno già sviluppato per il Piano Urbanistico Generale e della esigenza di portare a compimento questo obiettivo vitale per riqualificare e rinvigorire il tessuto urbano. Entrano nella nuova giunta Michele Lasala con delega alle Politiche della sicurezza, della mobilità, delle risorse umane; Maria Antonietta Dimatteo, delegata alle Politiche infrastrutturali, Manutenzione del patrimonio pubblico e Lavori Pubblici, e Vincenza Dimaggio alle Politiche istituzionali, per l'istruzione, i giovani e lo sport. Ma vorrei cogliere anche questa occasione per esprimere il più sentito ringraziamento agli assessori uscenti Francabandiera, Pisicchio e Rizzi non solo per il contributo offerto alla vita amministrativa, ma anche per la disponibilità a dare continuità al proprio impegno attraverso con nuove forme di collaborazione.

Siamo a dar conto di una ridefinizione dell'assetto politico della Giunta, nei termini dell'adesione determinatasi intorno all'indirizzo amministrativo, scontando anche alcune defezioni dalla responsabilità di rispettare, ed essere conseguenti in termini di lealtà e coesione, al mandato popolare. Non abbiamo mai rimosso le difficoltà derivanti da una transizione del sistema politico e istituzionale, che ha finito per invertire al punto da sconvolgere lo stesso assetto di questo Consiglio comunale, nei banchi dell'opposizione come in quelli della maggioranza. Con questo quadro della rappresentanza popolare - con quel che ne deriva nella sua composizione, nelle diverse aspettative - scontando - come non riconoscerlo? - anche tensioni e conflitti interni, ci siamo misurati sin dal primo giorno. Abbiamo dovuto recuperare le divaricazioni prodotte dallo scioglimento anticipato del precedente Consiglio comunale, guarda caso determinato da una convergenza tra parti della maggioranza e componenti dell'opposizione, preoccupandoci unicamente di assicurare la doverosa continuità istituzionale con scelte rigorose, anche a costo di esporsi a critiche e impopolarità persino sul piano individuale, seguendo le trasformazioni indotte dalle dinamiche politiche ed elettorali in atto. Uso questa espressione - trasformazione - che fu di Agostino De Pretis nel 1882 proprio perché la degenerazione nel "trasformismo" va certamente rigettata, ma sapendo che non è a senso unico e investe periodicamente l'incapacità del sistema istituzionale di far fronte con gli strumenti propri della politica a una dialettica, anche conflittuale, che si misuri con i processi reali del corpo sociale e metta in campo idee e progettualità per l'insieme della collettività. Il trasformismo, quindi, è ovunque - a destra o a sinistra - si inseguano interessi particolari, quale ne sia la natura o la convenienza. È quando si diserta il campo del confronto nelle sedi istituzionali per inseguire la facile propaganda mediatica. È quando si indica la pagliuzza nell'occhio di chi si ritiene avversario perché non si riesce a vedere la trave che stravolge l'immagine propria, tanto più in questo Consiglio dato che in quasi tre anni non c'è schieramento e non c'è gruppo consiliare che non continuino a misurarsi con un inedito riassetto e frammentazione del sistema politico. E nuovi processi di scomposizione e ricomposizione si annunciano proprio in questi giorni. Quindi, si può legittimamente criticare l'azione amministrativa, anzi siamo i primi a porci l'esigenza di recuperare l'efficacia e l'efficienza della sua azione, ma quella che si pone e' una vera e propria questione politica, a ogni livello.

Questo, per la nostra parte, stiamo cercando di fare, evitando di inseguire pretese personali e chiusure di parte. Abbiamo piuttosto cercato, al giro di boa della Consigliatura, di ricostituire quel rapporto tra le grandi culture e tradizioni politiche - quella cattolica derivante dal Partito popolare e dalla Democrazia cristiana, quella della sinistra legata alla vicenda storica del Pci, e quella socialista, laica e liberale – che si riconoscono nel più vasto "campo di forze democratiche", nel segno della naturale evoluzione" di una coalizione capace di arginare le pulsioni populiste e le scorciatoie demagogiche assumendo la cultura dei diritti e dei doveri, dei diritti civili e della coesione sociale, per far fronte alle questioni di convivenza e di civiltà. Non un'altra maggioranza rispetto al patto elettorale, anzi rivendichiamo ancora qui e ora l'idea di maggioranza, fondante di quel patto, di allargare e ricomporre la rappresentanza dell'interesse generale della città. Per questo c'è bisogno di coesione attorno a un progetto che si prospetti già verso la scadenza del mandato, di cui condividere le finalità di cambiamento e la piena assunzione di responsabilità degli impegni conseguenti nella gestione amministrativa, insieme alle espressioni della società civile interessate a partecipare alla vita pubblica.
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