Scuola e Lavoro
Fermo pesca, Riglietti: «Troppo pochi 20,60 euro di indennità giornaliera»
La preoccupazione della Flai Cgil per i lavoratori delle quattro marinerie della Bat
Barletta - mercoledì 26 luglio 2023
11.59 Comunicato Stampa
Dal 29 luglio al 11 settembre i Compartimenti Marittimi da Manfredonia a Bari devono osservare il fermo pesca. Dunque stop alle attività anche nei comuni costieri della provincia di Barletta – Andria – Trani. Si tratta di una misura importante finalizzata a ripopolare il mare Adriatico ma che ogni anno non può che portare a riflettere su questo settore che è già fortemente provato da numerose difficoltà, non ultima l'aumento dei costi del carburante. Ma la vera problematica è quella dell'attivazione di un ammortizzatore sociale per questi lavoratori. "Siamo convinti che sia arrivato davvero il momento di aprire una concertazione per la Cisoa pesca. E lo siamo ancora di più dopo avere letto la comunicazione che ci giunge dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che prevede per ogni giornata di fermo un indennizzo per ogni pescatore di 20,60 euro e che arriva con un anno di attesa perché si riferisce al fermo del 2022", denuncia Gaetano Riglietti, segretario generale Flai Cgil Bat.
"Perché non si dota anche questo settore di un ammortizzatore sociale strutturato, che riconosca ai lavoratori della pesca un'adeguata indennità giornaliera giusta e dignitosa? Potrebbe essere un modo anche per agevolare il ricambio generazionale in un settore che sta invecchiando sempre di più a causa della poca attrattività di questo lavoro che rappresenta la storia delle nostre comunità marinare ma purtroppo al momento non il futuro. E poi l'assurdità di non applicare il Testo Unico sulla sicurezza alla pesca e ancora perché il lavoro del pescatore non è considerato un lavoro usurante, così anche per le malattie professionali dove il percorso di riconoscimento è tutto in salita. Tutte questioni su cui è necessario confrontarsi perché questo è un lavoro che va rilanciato, un mestiere antico che può rappresentare una grande occasione di sviluppo per i nostri territoti se solo si mettano in campo iniziative per salvaguardarlo, una risorsa per tutta la collettività in una provincia in cui 4 comuni su 10 sono bagnati dal mare", conclude Riglietti.
"Perché non si dota anche questo settore di un ammortizzatore sociale strutturato, che riconosca ai lavoratori della pesca un'adeguata indennità giornaliera giusta e dignitosa? Potrebbe essere un modo anche per agevolare il ricambio generazionale in un settore che sta invecchiando sempre di più a causa della poca attrattività di questo lavoro che rappresenta la storia delle nostre comunità marinare ma purtroppo al momento non il futuro. E poi l'assurdità di non applicare il Testo Unico sulla sicurezza alla pesca e ancora perché il lavoro del pescatore non è considerato un lavoro usurante, così anche per le malattie professionali dove il percorso di riconoscimento è tutto in salita. Tutte questioni su cui è necessario confrontarsi perché questo è un lavoro che va rilanciato, un mestiere antico che può rappresentare una grande occasione di sviluppo per i nostri territoti se solo si mettano in campo iniziative per salvaguardarlo, una risorsa per tutta la collettività in una provincia in cui 4 comuni su 10 sono bagnati dal mare", conclude Riglietti.