Politica
Elezioni amministrative: quando il doppio è equo
Integrato lo statuto comunale di Barletta. Pari opportunità anche per gli organi non elettivi
Barletta - martedì 16 aprile 2013
0.15
Il commissario prefettizio Anna Maria Manzone ha accolto la normativa della legge 215 del 23 Novembre 2012 "Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni". Per merito della leadership femminile della nostra città, dunque, potremo godere di un equilibrio di genere tra i votabili alle ormai vicine elezioni amministrative che si terranno il 26 e il 27 Maggio 2013.
Nuova opportunità per i votanti barlettani che potranno esprimere una doppia preferenza con il vincolo di votare due candidati di diverso sesso e facenti parte della medesima lista, pena l'annullamento della seconda preferenza. Non è obbligatoria la doppia preferenza quindi, ma se si decide di avvalersi della doppia possibilità d'espressione questa deve ricadere su un uomo e una donna.
Ulteriore integrazione è quella che interessa gli organi non elettivi come la Giunta comunale: l'articolo 17 della legge sopracitata recita "Le modalità di elezione dei consigli circoscrizionali e la nomina o la designazione dei componenti degli organi esecutivi sono comunque disciplinate in modo da garantire il rispetto del principio della parità di accesso delle donne e degli uomini alle cariche elettive, secondo le disposizioni dell'articolo 73, commi 1 e 3, e agli uffici pubblici." Il sindaco ed il presidente della provincia sono tenuti a nominare la giunta nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi; gli statuti comunali e provinciali devono stabilire norme per "garantire", e non più semplicemente "promuovere", la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali non elettivi del comune e della provincia, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti.
Una questione sociologica che si incrocia con una politica nel punto d'intersezione della libera scelta della rappresentanza cittadina. La normativa non è stata accolta dalla regione Puglia, ci potrebbero essere delle disapprovazioni: quanto si rischia di estromettere uomini valenti pur di controbilanciare la massiccia presenza maschile con la "debole" forza femminile? Possibile che abbiamo ancora bisogno di legislazioni vincolanti per dar voce alle donne? Ci si vuole forse cautelare dall'eccessivo virilismo politico reputandolo non attento ai problemi femminili? Le problematiche che affliggono le donne non devono essere catalogate in questioni sessiste perché le donne sono persone e violenza; usurpazione, maltrattamenti vanno puniti a prescindere dal genere. Si deve badare a votare persone di grande sensibilità, di spessore morale, di acutezza intellettiva e non ad evitare la moda statistica dell'uomo in politica perché sensibilità, etica e ingegno esulano dal sesso.
Tuttavia, se proprio si nutre un certo disincanto nella presenza maschile al potere e si pensa che voci dirette possano meglio riportare le degenerazioni sociali allora ben vengano queste integrazioni. La parità non conosce prepotenza ma nei casi politici la legge potrebbe vincere le barriere di un sessismo ufficializzato e dovrebbe essere in grado di assicurare un'equità di idee e di buoni propositi. Tra poco più di un mese saremo curiosi di riscontrare questa "apertura restringente" a Barletta.
Nuova opportunità per i votanti barlettani che potranno esprimere una doppia preferenza con il vincolo di votare due candidati di diverso sesso e facenti parte della medesima lista, pena l'annullamento della seconda preferenza. Non è obbligatoria la doppia preferenza quindi, ma se si decide di avvalersi della doppia possibilità d'espressione questa deve ricadere su un uomo e una donna.
Ulteriore integrazione è quella che interessa gli organi non elettivi come la Giunta comunale: l'articolo 17 della legge sopracitata recita "Le modalità di elezione dei consigli circoscrizionali e la nomina o la designazione dei componenti degli organi esecutivi sono comunque disciplinate in modo da garantire il rispetto del principio della parità di accesso delle donne e degli uomini alle cariche elettive, secondo le disposizioni dell'articolo 73, commi 1 e 3, e agli uffici pubblici." Il sindaco ed il presidente della provincia sono tenuti a nominare la giunta nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi; gli statuti comunali e provinciali devono stabilire norme per "garantire", e non più semplicemente "promuovere", la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali non elettivi del comune e della provincia, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti.
Una questione sociologica che si incrocia con una politica nel punto d'intersezione della libera scelta della rappresentanza cittadina. La normativa non è stata accolta dalla regione Puglia, ci potrebbero essere delle disapprovazioni: quanto si rischia di estromettere uomini valenti pur di controbilanciare la massiccia presenza maschile con la "debole" forza femminile? Possibile che abbiamo ancora bisogno di legislazioni vincolanti per dar voce alle donne? Ci si vuole forse cautelare dall'eccessivo virilismo politico reputandolo non attento ai problemi femminili? Le problematiche che affliggono le donne non devono essere catalogate in questioni sessiste perché le donne sono persone e violenza; usurpazione, maltrattamenti vanno puniti a prescindere dal genere. Si deve badare a votare persone di grande sensibilità, di spessore morale, di acutezza intellettiva e non ad evitare la moda statistica dell'uomo in politica perché sensibilità, etica e ingegno esulano dal sesso.
Tuttavia, se proprio si nutre un certo disincanto nella presenza maschile al potere e si pensa che voci dirette possano meglio riportare le degenerazioni sociali allora ben vengano queste integrazioni. La parità non conosce prepotenza ma nei casi politici la legge potrebbe vincere le barriere di un sessismo ufficializzato e dovrebbe essere in grado di assicurare un'equità di idee e di buoni propositi. Tra poco più di un mese saremo curiosi di riscontrare questa "apertura restringente" a Barletta.