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Cronaca
Crollo di via Roma, no della Corte di appello di Bari alla nuova perizia
I giudici rigettano la richiesta degli avvocati difensori
Barletta - martedì 23 gennaio 2018
16.31
Era atteso nella giornata di ieri il responso della Corte d'Appello di Bari sulla richiesta di una nuova perizia, avanzata dagli avvocati difensori dell'architetto barlettano Giovanni Paparella, ritenuto dalla Procura e dal Tribunale di Trani direttore dei lavori dell'area Giannini in cui si stavano eseguendo le opere ritenute causa del crollo che provocò anche undici feriti.
I giudici hanno però rigettato la richiesta, e quindi non ci saranno ulteriori accertamenti su cause e responsabilità del crollo.
Stando all'ipotesi accusatoria e alle perizie eseguite nel processo di primo grado, il crollo fu causato dai lavori di demolizione della palazzina adiacente a quella dove c'era l'opificio nel quale morirono quattro operaie e la figlia del titolare. Per i reati, a vario titolo contestati, di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose plurimi, omissione di atti d'ufficio e violazione di norme antinfortunistiche, sono imputate 14 persone fisiche e una società. In primo grado, nel dicembre 2015, i quindici imputati erano stati condannati a pene comprese fra i 5 anni e 6 mesi di reclusione e i 4 mesi.
Nella prossima udienza, in calendario il 5 febbraio prossimo, la Procura generale concluderà la discussione e poi la parola passerà alle 50 parti civili, 43 familiari delle vittime e sette fra enti, associazioni e sindacati, fra i quali Regione Puglia e Comune di Barletta, il quale è anche costituito come responsabile civile.
I giudici hanno però rigettato la richiesta, e quindi non ci saranno ulteriori accertamenti su cause e responsabilità del crollo.
Stando all'ipotesi accusatoria e alle perizie eseguite nel processo di primo grado, il crollo fu causato dai lavori di demolizione della palazzina adiacente a quella dove c'era l'opificio nel quale morirono quattro operaie e la figlia del titolare. Per i reati, a vario titolo contestati, di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose plurimi, omissione di atti d'ufficio e violazione di norme antinfortunistiche, sono imputate 14 persone fisiche e una società. In primo grado, nel dicembre 2015, i quindici imputati erano stati condannati a pene comprese fra i 5 anni e 6 mesi di reclusione e i 4 mesi.
Nella prossima udienza, in calendario il 5 febbraio prossimo, la Procura generale concluderà la discussione e poi la parola passerà alle 50 parti civili, 43 familiari delle vittime e sette fra enti, associazioni e sindacati, fra i quali Regione Puglia e Comune di Barletta, il quale è anche costituito come responsabile civile.
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