Politica
Caracciolo: «Non compriamo la dignità degli elettori»
Intervista al candidato del PD neoeletto consigliere regionale.
Barletta - giovedì 1 aprile 2010
Abbiamo raggiunto presso il palazzo di città il candidato del PD Filippo Caracciolo, uno dei più giovani dei candidati di questa campagna elettorale. Caracciolo è stato il terzo come numero di voti ottenuti, alle spalle di Alfarano e del suo collega Mennea. L'attuale presidente del Consiglio comunale ha ottenuto ben 5945 voti e nonostante la concorrenza interna di Mennea è stato eletto con ampio margine.
Filippo, quasi 6000 voti, un successo che era pronosticato o non ve l'aspettavate?
È sempre difficile fare pronostici sui numeri e sul consenso. Ciò che abbiamo ottenuto è frutto di quanto abbiamo prodotto e seminato. Chi ha seguito la mia carriera politica iniziata quando avevo 23 anni sa dei numeri sempre importanti. Sono sempre stato il primo degli eletti. Certo, si può sempre migliorare, ma guardando essenzialmente alle circostanze. Io, con il mio staff di amici, ho lavorato in questa campagna elettorale contro tutto e contro tutti. Persino l'amministrazione comunale ha remato contro facendo altre scelte.
Nel PD avere tre forti candidati di Barletta ha condizionato le vostre campagne?
I tre candidati (Mennea, Caracciolo e Dicorato) nel PD non hanno certamente condizionato le campagne. Il merito della presentazione di queste tre candidature è attribuibile alla segreteria regionale, che ha candidato anche me seguendo i criteri di ruolo, consenso e territorialità. Purtroppo la segreteria provinciale non ha colto certi aspetti.
I dati parlano di 40% di elettori astenuti. Un dato allarmante che sottolinea la disaffezione dell'elettorato alla politica e ai politicanti. Che ne pensi?
Al di là dell'appartenenza politica, il dato più preoccupante di queste elezioni è l'astensionismo. Purtroppo manca nella cittadinanza il senso di appartenenza e si sono perse le ideologie.
Nella Bat Vendola è stato battuto da Palese: come vi spiegate questo dato in controtendenza rispetto al resto della Puglia?
La Bat era una roccaforte del centro sinistra. Sono seriamente preoccupato per le comunali dell'anno prossimo. La dirigenza locale ha dimostrato di non essere all'altezza. In questi ultimi mesi molti sono fuggiti dal Pd. Mi auguro che finalmente si metta mano alla costruzione del partito soprattutto dopo le ultime elezioni. La segreteria regionale aveva visto bene ma non condivido alcune scelte della segreteria provinciale. Abbiamo perso la provincia in modo davvero brutto.
Ben quattro barlettani sono stati eletti. Il dato, rispetto a quello delle provinciali, è diventato confortante. Cosa è cambiato?
Finalmente Barletta ha sfatato il mito che ci voleva cattivi elettori.
La compravendita di voti è l'altra piaga che ha caratterizzato queste regionali insieme all'astensionismo. Cosa ne pensi di questo fenomeno che sta imperversando qui a Barletta?
Questo è un fenomeno vergognoso e irriguardoso. Sta ai politici e alle proprie capacità non mercificare su queste cose. Per quanto mi riguarda, se voglio coinvolgere i giovani certamente non li compro. Chi mi conosce sa benissimo che, provenendo da una famiglia di operai, mi sono formato da solo. Di fronte a questi fenomeni si perde la voglia di fare politica. I politici che fanno compravendita approfittano del disagio sociale e della povertà. Bisogna smettere. Bisogna coinvolgere i giovani nella politica e nei suoi processi, dalla discussione alle realizzazione delle leggi. Solidarizzo con i ragazzi e condanno chi usa questi mezzi. La dignità dei cittadini non si può comprare.
Filippo, quasi 6000 voti, un successo che era pronosticato o non ve l'aspettavate?
È sempre difficile fare pronostici sui numeri e sul consenso. Ciò che abbiamo ottenuto è frutto di quanto abbiamo prodotto e seminato. Chi ha seguito la mia carriera politica iniziata quando avevo 23 anni sa dei numeri sempre importanti. Sono sempre stato il primo degli eletti. Certo, si può sempre migliorare, ma guardando essenzialmente alle circostanze. Io, con il mio staff di amici, ho lavorato in questa campagna elettorale contro tutto e contro tutti. Persino l'amministrazione comunale ha remato contro facendo altre scelte.
Nel PD avere tre forti candidati di Barletta ha condizionato le vostre campagne?
I tre candidati (Mennea, Caracciolo e Dicorato) nel PD non hanno certamente condizionato le campagne. Il merito della presentazione di queste tre candidature è attribuibile alla segreteria regionale, che ha candidato anche me seguendo i criteri di ruolo, consenso e territorialità. Purtroppo la segreteria provinciale non ha colto certi aspetti.
I dati parlano di 40% di elettori astenuti. Un dato allarmante che sottolinea la disaffezione dell'elettorato alla politica e ai politicanti. Che ne pensi?
Al di là dell'appartenenza politica, il dato più preoccupante di queste elezioni è l'astensionismo. Purtroppo manca nella cittadinanza il senso di appartenenza e si sono perse le ideologie.
Nella Bat Vendola è stato battuto da Palese: come vi spiegate questo dato in controtendenza rispetto al resto della Puglia?
La Bat era una roccaforte del centro sinistra. Sono seriamente preoccupato per le comunali dell'anno prossimo. La dirigenza locale ha dimostrato di non essere all'altezza. In questi ultimi mesi molti sono fuggiti dal Pd. Mi auguro che finalmente si metta mano alla costruzione del partito soprattutto dopo le ultime elezioni. La segreteria regionale aveva visto bene ma non condivido alcune scelte della segreteria provinciale. Abbiamo perso la provincia in modo davvero brutto.
Ben quattro barlettani sono stati eletti. Il dato, rispetto a quello delle provinciali, è diventato confortante. Cosa è cambiato?
Finalmente Barletta ha sfatato il mito che ci voleva cattivi elettori.
La compravendita di voti è l'altra piaga che ha caratterizzato queste regionali insieme all'astensionismo. Cosa ne pensi di questo fenomeno che sta imperversando qui a Barletta?
Questo è un fenomeno vergognoso e irriguardoso. Sta ai politici e alle proprie capacità non mercificare su queste cose. Per quanto mi riguarda, se voglio coinvolgere i giovani certamente non li compro. Chi mi conosce sa benissimo che, provenendo da una famiglia di operai, mi sono formato da solo. Di fronte a questi fenomeni si perde la voglia di fare politica. I politici che fanno compravendita approfittano del disagio sociale e della povertà. Bisogna smettere. Bisogna coinvolgere i giovani nella politica e nei suoi processi, dalla discussione alle realizzazione delle leggi. Solidarizzo con i ragazzi e condanno chi usa questi mezzi. La dignità dei cittadini non si può comprare.