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Politica

Barletta deve rassegnarsi, niente referendum

Dopo un anno solo promesse da marinaio e tanto spreco di danaro pubblico. «Vi ricordate quando....?»

Vi ricordate quando VENTOLA prometteva la sede legale a Barletta?
Vi ricordate quando VENTOLA prometteva la sede legale ad Andria?
Vi ricordate quando VENTOLA, dispiaciuto per aver approvato a maggioranza assoluta lo statuto, si impegnava ad indire il referendum sulla sede legale e a rispettare il volere del popolo?


«L'ultimo Consiglio Provinciale e' stato desolante. Nemmeno nel più sperduto dei più piccoli Comuni d'Italia si assiste alla mortificazione della democrazia, all'annichilimento delle istituzioni e all'esercizio vergognoso del mandato elettorale così come è avvenuto il 14 giugno scorso. Il Consiglio Provinciale, convocato per 14 interrogazioni e l'approvazione di un ODG avente ad oggetto l'indizione del referendum per l'indicazione della sede legale ha visto l'assenteismo e la fuga come protagonisti assoluti. L'omicidio della democrazia si presagiva sin dalle prime battute del consiglio quando la maggioranza si rifiutava di postergare le 14 interrogazioni all'ordine del giorno. Non solo. Lo stesso Presidente Ventola pensava bene di rimanere assente, sicuro degli ordini di scuderia assegnati a Riserbato, Giorgino e D'addato».

«L'apice di questa desolazione lo si raggiungeva dopo la 14a interrogazione quando i consiglieri di maggioranza, dandosi una "strizzatina" d'occhio, si nascondevano nei corridoi dell'aula consigliare per far venire meno il numero legale (quelli più furbi come Antonucci pensavano bene di scappare prima per non dare nell'occhio). Meravigliosa la pantomima posta in essere dai superstiti della maggioranza, degna proprio di una comparsata ad Hollywood: i consiglieri Valente, D'addato ed il Vicepresidente Giorgino chiedevano il ritiro dell'ordine del giorno accampando ragionamenti stucchevoli, puerili e di lana caprina ma, non riuscendo a frenare le legittime istanze della opposizione, pensavano bene di ricorrere al presidente Ventola. Quest'ultimo, improvvisamente, compariva in aula sornione e, sfoggiando tutta la sua classe politica (che farebbe rabbrividire anche il sindaco della cittadina più sperduta del sud America) escogitava la fuga. Chiamato a se Fisfola ordinava l'abbandono dell'aula rimanendo al timone di una nave alla deriva».

«Dopo un anno si assisteva anche al primo intervento del consigliere Dimodugno che, sconcertato quanto imbarazzato, chiedeva la parola e invocava la verifica del numero legale. Non va sottaciuta l'allegra, e fantomatica, autosospensione dell'assessore Dario Damiani il quale risulta assente solo alla discussione del Referendum sulla Sede Legale, mentre risulta prima attore sulle altre questioni amministrative all'ordine del giorno. Non poteva mancare la partecipazione straordinaria del Presidente Riserbato (a cui va l'oscar per l'interpretazione dello stupore) che, stordito dal caldo dichiarava, esausto, chiusa la seduta. Ovviamente dietro questo film dell'orrore vi è un disegno preciso ordito dall'aspirante sosia di Berlusconi che verrà svelato nelle prossime puntate (…). Per ora è necessario evidenziare che quella categoria richiamata da Sciascia ne "il giorno della civetta" è purtroppo ancora attuale e che coloro che giocano a fare gli attori, prima o poi, dovranno mostrare la carta d'identità ed allora quel film diventerà una commedia all'italiana in un festival di ipocrisia, incompetenza e servilismo. Non è possibile assistere allo scellerato svolgimento del mandato elettorale da parte del centro destra della sesta provincia pugliese: un gigante dalle gambe d'argilla che sta tentando di sopravvivere sulle spalle delle città di Barletta ed Andria: umiliando la prima e illudendo la seconda. Alfarano farebbe bene a tacere anziché esternare in conferenze stampa estemporanee le divisioni in seno al centro sinistra Barlettano e su quanto fatto (non fatto) da Salerno e Maffei; Alfarano dovrebbe sanare le divisioni del centro destra Barlettano e salvaguardare la Città di Barletta che ancora in queste ore ha subito l'ennesimo imbroglio da Ventola e dalla sua ossequiosa maggioranza».

«Altro che astensione politica o problemi reali: Alfarano deve uscire dal provincialismo spicciolo e chiarirsi con Ventola che in sede di approvazione dello statuto assegnava la sede legale ad Andria ( in omaggio a Nino Marmo) e contestualmente si impegnava ad indire il referendum. Nell'ultimo consiglio provinciale, però, colpo di scena: il Presidente si cimentava nella sua specialità olimpica, la capriola. Dopo aver chiesto in sede di approvazione dello statuto, infatti, il ritiro dell'ODG sul referendum con l'impegno di votarlo al primo consiglio provinciale utile il 14 giugno, affetto da amnesia acuta, ordinava la fuga per non votare l'ODG assestando l'ennesimo colpo mortale alla città di Barletta. Cosa faranno Alfarano ed il centro destra Barlettano? E' la seconda volta che la maggioranza Ventola ricorre alla fuga e all'abbandono dell'aula. Questo comportamento antidemocratico non può non segnare il passo e porre la parola fine ad un rapporto istituzionale che dovrebbe essere improntato sul rispetto istituzionale. Un fatto ci consola: oggi devono fuggire loro per salvare le poltrone, domani fuggiranno gli elettori da loro per salvare la neonata sesta provincia pugliese».

I Consiglieri Provinciali:
Partito Socialista - (Bernardo Lodispoto)
UDC - (Carlo Laurora - Francesco di Feo)

  • Provincia Barletta-Andria-Trani
  • Sede legale provincia
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