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Politica

Barletta Cinque Stelle attacca il Partito Socialista locale, sotto accusa anche Cosimo Cannito

Elisabetta Caldarola: «Incoerenza da parte delle istituzioni sul caso dei malati di MCS»

Analizzando la maggioranza della compagine politica barlettana di cui il partito socialista ormai fa parte, nonostante il dissenso a parole ed in favore di telecamera enunciato durante i consigli comunali, viene in mente il titolo del celebre film di Marlon Brando "Un tram che si chiama desiderio"
Il capogruppo del Partito Socialista, il consigliere Cannito, ufficializzò la sua candidatura a sindaco in occasione delle amministrative del 2013 proprio su un tram, o meglio su un autobus, mezzo sul quale sono rimasti dimenticati i desideri dei barlettani, soprattutto per quanto riguarda il ruolo del Pronto Soccorso dell'ospedale Dimiccoli che come precisava proprio Cannito, che ne è il primario, "è un presidio che non fornisce solo assistenza medica, ma contrasta e si trova ad affrontare ogni tipo di disagio e fragilità sociali".

Ebbene, da anni il nostro gruppo di cittadinanza attiva segue le vicende strettamente connesse all'ospedale, dal piano di riordino regionale alle donazioni al reparto di pediatria dei consiglieri regionali in quota Movimento 5 Stelle fino ad arrivare a marzo di quest'anno quando una nostra delegazione, insieme al consigliere regionale Mario Conca, è stata ricevuta dal dr. Ottavio Narracci, direttore generale ASL. L'incontro era finalizzato a portare all'attenzione della direzione del nosocomio, e in particolar modo, della direzione sanitaria del Pronto Soccorso, la necessità di dotarsi di presidi e protocolli dedicati ad assistere i malati con diagnosi di Sensibilità Chimica Multipla (MCS), così come già era accaduto presso l'ospedale Vito Fazi di Lecce.

Detti malati necessitano di ambienti bonificati dalle sostanze chimiche alle quali sono ipersensibili e di un percorso assistenziale adeguato, ma ciò rimane appunto un desiderio, per non chiamarlo diritto; ad oggi, nonostante sia emersa nel corso dell'incontro la disponibilità della direzione ASL a veicolare le nostre istanze alla direzione del Pronto Soccorso del Dimiccoli, non
​ci è pervenuto ​alcun riscontro in merito.

La MCS è una patologia strettamente connessa all'inquinamento ambientale che a Barletta rappresenta, ormai da anni, un tema di grande attualità sia politica che giudiziaria; a tal proposito ricordiamo le inchieste della magistratura a carico della Timac Agro e della Buzzi Unicem. Istituendo un apposito gruppo di studio abbiamo riscontrato, anche attraverso testimonianze dirette, che i malati di MCS sono una triste e grave realtà per Barletta pertanto biasimiamo l'assenza di risposte alle nostre istanze; si tratterebbe, dopotutto, di applicare la Costituzione senza considerare la coerenza tra i proclami elettorali e le misure da adottare. Che la MCS sia una patologia da non trascurare lo dimostra anche l'impegno del consigliere Gianluca Bozzetti che ha presentato in consiglio regionale una mozione per l'istituzione di corsi di formazione per il personale medico, il registro dei malati affetti da detta patologia e linee guida mirate ad uniformare l'offerta sanitaria per la diagnosi e la cura della MCS.

Nonostante gli otto mesi trascorsi dall'incontro col direttore Asl, periodo durante il quale abbiamo provato una frustrante sensazione d'impotenza confrontandoci con quei cittadini che affetti da MCS lamentano di non potersi rivolgere, in caso di necessità, nemmeno al Pronto Soccorso, non ci stanchiamo di attendere il capolinea del mandato per questa amministrazione comunale.

Dopo tanta incoerenza cos'altro si potrebbe desiderare?

Elisabetta Caldarola - Barletta Cinque Stelle
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