Barriere al mercato di Barletta
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Arrivano le barriere protettive al mercato di Barletta

Montaruli: «Scontiamo quindici anni di ritardi delle amministrazioni comunali»

Le misure anti – terrorismo anche nei mercati riaccendono una vecchia ma sempre attuale discussione in merito allo stato delle aree mercatali nelle città della provincia Bat. Già la precedente legge nr. 18 del 24 luglio 2001 imponeva ai comuni di dotarsi di aree mercatali attrezzate ove trasferire i mercati. Aree attrezzate che fossero all'uopo individuate e che contenessero, al loro interno, condizioni per il rispetto di tutte le norme, anche in materia di sicurezza e pubblica incolumità di operatori, consumatori, avventori ed utenti in generale. Ancora oggi, con l'entrata in vigore del nuovo Codice del Commercio regionale tale previsione viene riconfermata salvo, però, introdurre, sia nella vecchia che nella nuova legge, un comma che prevede una deroga a tale obbligatorietà in caso di trasferimenti "temporanei" dei mercati. Un comma che, di fatto, ha sostituito un'intera legge e, come avviene abitualmente in Italia, ha di fatto raggirato la norma facendo diventare la provvisorietà condizione definitiva con i comuni, incapaci di dotare il commercio su aree pubbliche di tali aree attrezzate, che avvalendosi di tale facoltà continuano, "provvisoriamente", a far svolgere i mercati in aree assolutamente inidonee, addirittura su strada.

Ci volevano gli attacchi jihadisti per far accorgere a quegli stessi amministratori e a burocrati incapaci ed addirittura ai più autorevoli rappresentanti delle Forze dell'Ordine che i mercati sono tutti a rischio, soprattutto per la loro allocazione su rettilinei, su aree improprie e sensibili, facilmente accessibili ed attaccabili. A Barletta più che ad Andria; a Trani più che a Bisceglie, a Canosa ed in tutti gli altri comuni della provincia, anche i più piccoli e minori. Uno scempio che segue esattamente quello del territorio che ne fa la provincia più emarginata, trascurata e addirittura ignorata dalle istituzioni centrali al punto che presidi di primaria importanza, come la Questura, tardano a nascere o forse non vedranno mai la luce.

Mancanza di sicurezza nei mercati che potrebbe addirittura anche portare alla messa in discussione dei medesimi, fino alla loro chiusura definitiva con lo spunto per il più grande conflitto sociale della storia italiana. La Regione Puglia? Assente, completamente assente, distratta, addirittura ignara ed inconsapevole di quanto accade nel comuni, al punto che non ha mai inteso esercitare il proprio potere quindi non ha mai nominato i previsti commissari ad acta in quei comuni inadempienti, cioè tutti i comuni della Bat. Cosa accadrà ora? Savino Montaruli (UNIBAT – CASAMBULANTI Italia) risponde così alla delicata domanda: "spero non accada il peggio perché se quel peggio dovesse accadere allora saranno stati in tanti coloro che non hanno voluto leggere, imparare e agire. Noi la storia l'abbiamo scritta ed in quelle pagine di storia c'è scritta anche quella dei mercati e le omissioni di amministrazioni comunali affidate nelle mani di soggetti senza passione, senza coscienza e soprattutto senza alcuna voglia di migliorare se stessi guardando al bene comune e all'interesse pubblico. Di quei soggetti la storia di questo territorio ne è stracolma e sono ancora (quasi) tutti ancora li. L'unica soddisfazione aver visto accolte le nostre pressanti richieste e sabato 26 agosto nel mercato settimanale di Barletta abbiamo verificato la presenza di blocchi anti intrusione posizionati agli accessi più importanti.

Le stesse precauzioni ora saranno adottate in tutti i mercati che si svolgono nei dieci comuni della provincia quindi lunedi toccherà ad Andria, a Minervino Murge e a Trinitapoli; martedi a Trani, Bisceglie e San Ferdinando di Puglia; giovedì a Margherita di Savoia e a Canosa di Puglia e sabato prossimo, insieme a Barletta anche a Spinazzola. E' stata dura ma alla fine abbiamo dato valore ai mercati sottolineando che abbiamo bisogno di meno cemento e più uomini e mezzi per contrastare anche il dilagante e tollerato abusivismo commerciale, la contraffazione e persino racket ed estorsioni, fenomeni presenti e pressanti, specie in alcune realtà locali" – ha concluso il leader sindacale andriese.
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