Territorio

Annibale senza soldi

Storia di disattenzioni amministrative. Commissione consiliare a Canne della Battaglia

"Non abbiamo il petrolio, noi. Non abbiamo il gas, non abbiamo l'oro, i diamanti, […] i pascoli della pampa argentina. Abbiamo una sola, grande, persino immeritata ricchezza: la bellezza dei nostri paesaggi, la bellezza dei nostri siti archeologici", insomma delle testimonianze storiche, più o meno antiche. Così inizia un best seller italiano del 2011, "Vandali" dei giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. I due autori compiono un'attenta disamina di come l'incapacità della politica degli ultimi decenni, abbia portato l'Italia a sprofondare nelle statistiche, economiche e per flusso di turismo, non attribuendo le giuste attenzioni a quella che rimane la nostra sola carta da giocare: il paesaggio, la storia e la rivalutazione delle sue testimonianze, che rendono unico al mondo il nostro Paese per la sua concentrazione.

Non è questo, purtroppo, un discorso sconosciuto ai barlettani. Sappiamo che la città di Barletta possiede un grande patrimonio, in palazzi antichi, chiese, siti archeologici e altre bellezze artistico-monumentali, di valore, storico certamente, ma anche economico se valorizzato nel giusto modo.

La settimana prossima, il 2 agosto, ricorre il 2228° anniversario della Battaglia di Canne del 216 a.C., in cui Annibale e il suo esercito Cartaginese sconfissero, nella piana dell'Ofanto, le legioni Romane comandate dai consoli Lucio Emilio Paolo e Terenzio Varrone. La collinetta sulla quale si trova il sito archeologico, con i resti soprattutto medievali della cittadella, di proprietà del Comune di Barletta, si presenta, ormai da diversi anni come sguarnita dei più fondamentali servizi di accoglienza turistica. Già visitatori che, ignari e comunque attratti dall'importanza del sito, quale scrigno di tante testimonianze di vari periodi storici, vi si recano nonostante tutto. Il luogo, oltre a presentarsi senza un bookshop che fornisca informazioni e accoglienza, sporco per inciviltà e incuria, praticamente abbandonato a se stesso, è anche soggetto a orari, diciamo d'ufficio, dei dipendenti della Soprintendenza. E' ormai decennale la polemica tra chi vorrebbe che il Sindaco stracciasse il protocollo d'intesa del 1999 fra Comune e Soprintendenza, e chi lo vorrebbe solo variare. Solo l'anno scorso si è assistito all'ennesimo scivolone dell'Amministrazione Maffei sul tema: la revoca di fondi comunitari, 750.000 € di finanziamenti europei, erogati dalla Regione Puglia, destinati a Canne e parte dei quali avrebbero dovuto essere destinati a "Lavori di riqualificazione dei sistemi di fruizione del Parco archeologico di Canne della Battaglia: completamento, sistemazione e valorizzazione dell'Antiquarium". La notizia della perdita di un così cospicuo finanziamento, pare a causa dei ritardi nell'espletamento delle procedure di gara e di assegnazione dei lavori da parte dell'Amministrazione Comunale di Barletta, è apparsa di assoluta gravità. Un'occasione persa, non si sa bene ancora da chi e perché; le 'accuse' balzarono sull'ing. Pierro, ora ex dirigente comunale ai lavori pubblici, che si discolpava coinvolgendo altre dirigenze. E fu sera e fu mattina, e Canne è ancora così: povero Annibale o poveri noi!

Ora forse si sta accendendo un altro barlume di speranza. Nel pomeriggio di lunedì, la Commissione consiliare attività produttive, nei consiglieri comunali di Michele Dibenedetto (IDV), presidente, Maria Grazia Vitobello (PDL), Nicola Ruta (PD) ha convocato Pietro Doronzo (Archeoclub di Barletta), Nino Vinella (Comitato Pro Canne della Battaglia) e Ruggiero Lombardi (Associazione nazionale archeologi) per raccogliere notizie sul malfunzionamento del sito, verbalizzare, e riferire in Consiglio comunale. Anche in vista del redigendo Bilancio di previsione 2012. Le associazioni faranno il loro ruolo, elargendo consigli su come sia più utile rivalutare la zona archeologica, ma anche le Istituzioni lavorino bene, e non facciano spegnere il suddetto barlume.
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