Michele Grimaldi
Michele Grimaldi
Attualità

Grimaldi: «Si investa per valorizzare Canne della Battaglia»

La nota del direttore degli archivi di Stato di Barletta, Bari e Trani

«Un po' di tempo fa, chiusa la mostra "Annibale. Un Viaggio", il 29 gennaio scorso si svolse, presso il Castello di Barletta, una interessantissima conferenza tenuta dal giornalista e saggista Paolo Rumiz il quale prospettò un futuro a dir poco desolante del sito archeologico di Canne se, chi di competenza, non si sarebbe messo di "buzzo buono" per valorizzare quei luoghi. Lo scrittore, profondo conoscitore del patrimonio culturale italiano e soprattutto dei personaggi che quel tesoro dovrebbero curare e gestire, immaginò scenari non certo felici se non ci fosse stata una larga e propositiva "coalizione" che lavorasse per risollevare le sorti dei luoghi che videro Annibale assoluto protagonista». Così il direttore dell'Archivio di Stato di Barletta, Bari e Trani, Michele Grimaldi.

«Ovviamente Rumiz non è stato il primo e credo non sarà neanche il solo, che vede nubi nere all'orizzonte se non ci sarà serio interesse per Canne. Per il momento il Ministero ha "sganciato" bei quattrini per lavori importanti di adeguamento impiantistico e strutturale. Spero solo che ora passi decisivi vengano fatti dagli organismi regionali, provinciali e soprattutto comunali, per rendere verosimile un interessamento che sino ad oggi è stato espresso esclusivamente a semplici e sterili parole che il vento ha portato via. Purtroppo debbo ripetermi confortato dalle parole di Rumiz il quale ha sentenziato affermando che "gli Italiani, dal punto di vista storico, hanno un autostima pari a zero" ed io sommessamente aggiungo che non conoscono affatto la storia!

Sino ad oggi le uniche immagini, fissate nella mia memoria, di politici che fattivamente si sono spesi per la nostra Città e Canne della Battaglia, sono quelle del Podestà Picardi il quale acquistò la collina di Canne, del Ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro immortalato mentre, il 20 aprile 1958, inaugura l'Antiquarium e la fondamentale figura, sempre dimenticata, di Isidoro Alvisi che si spese, proprio intercedendo presso Aldo Moro, per ottenere finanziamenti utili al sito archeologico Poi 65 anni di inutili parole, degrado, parata di stelle e nulla più. Ebbene si, signori perché se ottanta anni fa il Comune non avesse fatto proprio quell'appezzamento di terreno, oggi ma anche ieri e l'altro ieri, non si starebbe a celebrare un bel niente nella nostra città, bensì qualche altro luogo la farebbe da padrone per organizzare simili manifestazioni.

Pensate stia esagerando? Bene, vi porto a conoscenza di una lettera inviata al Commissario Prefettizio del Comune di Barletta il 23 aprile 1935 dal dott. Vito Lattanzio, Presidente dell' "Associazione fra gli Amici dell'Arte e della Storia Barlettana" il quale avvisava che "…Alla fine del corrente mese di aprile sarà tenuto in Avezzano il consiglio di famiglia dell'interdetto Nicola Cocco, proprietario della Collina di Canne. Per poter con facilità concludere le opportune trattative per l'acquisto della predetta collina da parte di codesta Amministrazione, sarebbe indispensabile inviare di urgenza la relativa proposta di acquisto. Anche perché, da sopralluogo effettuato da incaricati, mi è stato riferito che dalla distruzione delle tombe eseguita dai nuovi proprietari della masseria Cocco" e concludeva " Solo con l'acquisto potremo avere la possibilità di salvare almeno una parte di una zona di grande interesse nazionale e di compiere il nostro dovere verso quei morti che da duemila anni giacciono inosservati in terra nostra". Più chiaro di così si muore!

Per fortuna che l'accorato appello lanciato da ogni parte del settore cultura della società civile barlettana, venne accolto e il 26 giugno del 1937 il Comune di Barletta nella figura del Podestà dott. Michele Picardi, acquistava dall'avv. Alfredo Tommassetti, tutore del sig. Cocco Nicola proprietario, una zona di terreno denominata "Monte Canne" in contrada omonima, della superficie di ettari 8.79.40 iscritta in catasto alla partita n. 2327, foglio 43, particella 13, per la somma complessiva di £. 9.784,44. Non si pensi, però, che da quel momento per Canne tutto divenne facile e bello…macchè!

Infatti la sorte del sito archeologico annibalico è stato sempre, eufemisticamente, poco felice. Infatti 74 anni fa, il 15 febbraio del 1949, sulle pagine del quotidiano romano Il Messaggero, il giornalista e scrittore Aldo Valori, commentatore e storico di fatti d'arme, con un pezzo dal titolo "Allarme a Canne" effettuava una segnalazione al Ministro della Pubblica Istruzione Gonella con la quale lo informava che "… dove si svolse la più famosa battaglia dell'antichità ... i contadini stanno rovinando la più impressionante necropoli che esista in Italia, quella di più alto valore storico. Quei poveri villici piantano viti e seminano grano sulle colline dove si svolse la battaglia che mentre cinse di immortali allori il capo di Annibale, diede ancora la dimostrazione della ferrea resistenza morale di Roma e della Lega italica". E terminava con una richiesta che faccio sicuramente mia " E tuttavia, se si deve evitare una distruzione totale vada per la recinzione e magari per l'ossario. Ma sarebbe stato tanto più bello, più decoroso, più conveniente anche sotto l'aspetto turistico (tengo a ribadire che si parla di 71 anni fa!) conservare la sterminata necropoli nel suo aspetto originario. Si fa ancora in tempo a rimediare? Al Ministro Gonella (oggi Sangiuliano) uomo di cultura e di studio non sfuggirà questa occasione per acquistarsi una benemerenza presso gli archeologi, gli amatori di storia patria ed anche presso i poeti, se ce ne sono". A Barletta, insomma, è purtroppo poco l'interesse a valorizzare e proteggere quel patrimonio culturale che potrebbe, anzi dovrebbe, costituire la prima risorsa economica».

Si dovrebbe infatti puntare sulla semplice messa in opera della normalità di funzionamento che, quasi sempre, latita in una programmazione culturale mettendo da parte fantomatici ed improbabili attrattori, cercando di realizzare le piccole cose e tralasciando i faraonici, dispendiosi, inutili e pericolosi progetti.
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