Associazioni
«Acquedotto pugliese pubblico, sia legge entro fine ottobre»
Il comitato Acqua bene comune scrive in Regione. Si rivendica la mancata trasformazione in legge del ddl
Puglia - domenica 10 ottobre 2010
Il comitato pugliese Acqua bene comune ha inviato una nota rivolta all'intero consiglio regionale, all'esecutivo ed al presidente Nichi Vendola, rivendicando la mancata trasformazione in legge del disegno di legge che trasformerebbe l'Acquedotto pugliese in un soggetto di diritto pubblico gestito secondo un metodo di partecipazione sociale. Ecco il documento inviato a Bari:
«Scriviamo perché sono oramai decorsi i 100 giorni dall'inizio della nuova legislatura durante i quali l'attuale governo, nella persona del presidente Vendola e dei partiti di coalizione, aveva preso, in campagna elettorale, ufficialmente e pubblicamente (durante la conferenza stampa del 5 marzo scorso) l'impegno di trasformare in legge il disegno di legge per la trasformazione dell'Acquedotto pugliese in un soggetto di diritto pubblico. Ad oggi, non solo questo non è avvenuto, ma il disegno di legge, benché approvato nuovamente dalla giunta lo scorso 11 maggio, ci risulta non essere stato neppure inserito nel calendario dei lavori delle commissioni competenti.
Pertanto, sulla base degli impegni su richiamati assunti dal presidente e dai partiti di coalizione e della diffusa volontà dei cittadini pugliesi rispetto alla gestione pubblica e partecipativa dei servizi idrici (protagonisti di una mobilitazione straordinaria a sostegno dei referendum contro la privatizzazione dell'acqua in quasi ogni Comune della Regione e che ha portato alla raccolta di oltre 105.000 firme su 1.400.000 raccolte a livello nazionale) chiediamo di dare corso con sollecitudine agli impegni assunti dai rispettivi partiti con la cittadinanza durante la campagna elettorale mettendo all'ordine del giorno delle commissioni consiliari il disegno di legge sull'Acquedotto (stabilendo, quanto prima, le audizioni, alle quali chiediamo di partecipare) ed inoltrando e mettendo ai voti in Consiglio regionale, entro la fine del mese di ottobre, il disegno di legge nella forma in cui è stato approvato dalla giunta all'unanimità lo scorso 11 maggio affinché l'Acquedotto pugliese possa presto essere trasformato in un soggetto di diritto pubblico e gestito secondo un metodo di partecipazione sociale».
«Scriviamo perché sono oramai decorsi i 100 giorni dall'inizio della nuova legislatura durante i quali l'attuale governo, nella persona del presidente Vendola e dei partiti di coalizione, aveva preso, in campagna elettorale, ufficialmente e pubblicamente (durante la conferenza stampa del 5 marzo scorso) l'impegno di trasformare in legge il disegno di legge per la trasformazione dell'Acquedotto pugliese in un soggetto di diritto pubblico. Ad oggi, non solo questo non è avvenuto, ma il disegno di legge, benché approvato nuovamente dalla giunta lo scorso 11 maggio, ci risulta non essere stato neppure inserito nel calendario dei lavori delle commissioni competenti.
Pertanto, sulla base degli impegni su richiamati assunti dal presidente e dai partiti di coalizione e della diffusa volontà dei cittadini pugliesi rispetto alla gestione pubblica e partecipativa dei servizi idrici (protagonisti di una mobilitazione straordinaria a sostegno dei referendum contro la privatizzazione dell'acqua in quasi ogni Comune della Regione e che ha portato alla raccolta di oltre 105.000 firme su 1.400.000 raccolte a livello nazionale) chiediamo di dare corso con sollecitudine agli impegni assunti dai rispettivi partiti con la cittadinanza durante la campagna elettorale mettendo all'ordine del giorno delle commissioni consiliari il disegno di legge sull'Acquedotto (stabilendo, quanto prima, le audizioni, alle quali chiediamo di partecipare) ed inoltrando e mettendo ai voti in Consiglio regionale, entro la fine del mese di ottobre, il disegno di legge nella forma in cui è stato approvato dalla giunta all'unanimità lo scorso 11 maggio affinché l'Acquedotto pugliese possa presto essere trasformato in un soggetto di diritto pubblico e gestito secondo un metodo di partecipazione sociale».