
Attualità
“100 ospedali per Gaza”: luci accese anche al Dimiccoli di Barletta
Ieri sera la manifestazione ha coinvolto anche il personale sanitario barlettano per essere vicini al popolo palestinese
Barletta - venerdì 3 ottobre 2025
10.15
Camici bianchi, luci accese e silenzio carico di significato: anche l'Ospedale "Mons. Dimiccoli" di Barletta ha partecipato al flash mob "Luci sulla Palestina. 100 ospedali per Gaza". L'iniziativa è promossa dalla rete #DigiunoGaza e ha previsto la partecipazione di oltre 180 ospedali illuminati in tutta Italia per commemorare i 1.677 operatori sanitari uccisi mentre svolgevano il loro servizio di assistenza e cura verso il prossimo.
Davanti all'ingresso del presidio ospedaliero barlettano, medici e cittadini hanno esposto uno striscione che pesa come un macigno, sfidando le intemperie, per dare sostegno al popolo palestinese che conta ormai oltre 60.000 vittime tra cui uomini, donne e soprattutto bambini.
Il flash mob segue la Giornata nazionale di digiuno dello scorso 28 agosto, che aveva coinvolto oltre 30 mila operatori del Servizio Sanitario.
Durante la serata, sono stati letti i nomi degli operatori sanitari, tra cui medici, infermieri, soccorritori, amministrativi e tecnici. Ogni nome un tuffo al cuore, ogni luce un piccolo puntino di speranza.
La commozione esplode alla lettura di una poesia di una ragazza palestinese, morta 11 giorni dopo aver scritto il componimento. Il presidio si scioglie con il saluto dei dirigenti medici con un accorato appello alla pace e alla solidarietà.
Davanti all'ingresso del presidio ospedaliero barlettano, medici e cittadini hanno esposto uno striscione che pesa come un macigno, sfidando le intemperie, per dare sostegno al popolo palestinese che conta ormai oltre 60.000 vittime tra cui uomini, donne e soprattutto bambini.
Il flash mob segue la Giornata nazionale di digiuno dello scorso 28 agosto, che aveva coinvolto oltre 30 mila operatori del Servizio Sanitario.
Durante la serata, sono stati letti i nomi degli operatori sanitari, tra cui medici, infermieri, soccorritori, amministrativi e tecnici. Ogni nome un tuffo al cuore, ogni luce un piccolo puntino di speranza.
La commozione esplode alla lettura di una poesia di una ragazza palestinese, morta 11 giorni dopo aver scritto il componimento. Il presidio si scioglie con il saluto dei dirigenti medici con un accorato appello alla pace e alla solidarietà.
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