
Calcio
Luigi Monopoli: «Con il Gravina ottima gara, andiamo avanti così»
Il centrale biancorosso fa il punto in vista della sfida di Mesagne
Barletta - giovedì 15 ottobre 2015
Il suo arrivo è servito a dare maggior solidità al reparto difensivo, con capitan Rizzi forma una coppia ben assortita ed in grado di dare sicurezza anche ai due terzini under Dipinto e Piazzolla. Stiamo parlando, naturalmente, di Luigi Monopoli, 23enne difensore centrale che dopo aver vinto nella scorsa stagione il campionato di Eccellenza Toscana con la maglia del Viareggio ha deciso, dopo una breve parentesi al Bisceglie di sposare la causa biancorossa. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione in vista del match di domenica pomeriggio a Mesagne.
Partiamo dal pareggio con il Gravina (anche se la gara sarà probabilmente pera a tavolino), è maggiore la soddisfazione per aver tenuto testa ad una squadra molto attrezzata o il rammarico per non averla battuta nonostante la grande prova?
«Devo dire che è certamente maggiore il rammarico per non essere riusciti a vincere, e lo dico perchè eravamo partiti forte, li abbiamo messi subito sotto, abbiamo continuato a fare la partita anche in 10 ed abbiamo dato la dimostrazione di poterla vincere in ogni caso creando le azioni più pericolose. Chiaramente, un pari con una squadra come la loro è importante ma per come è arrivato qualche rammarico per noi resta».
Restando al match contro il Gravina, ci sapresti dire cosa è accaduto in occasione dell'espulsione di Sguera?
«Sinceramente, non so cosa possa aver visto l'arbitro, io dal canto mio non ho visto nulla. Certo è che al 47' del primo tempo si poteva evitare di farci trovare in una situazione simile, ma alla fine però quel che è successo è successo, voltiamo pagina e non piangiamo sul latte versato».
Cosa ti ha convinto a sposare il progetto Barletta? Avevi altre proposte dopo la vittoria dell'Eccellenza con la maglia del Viareggio?
«Inizialmente va detto che sono tornato dalla Toscana per questi familiari, che mi hanno spinto a decidere di scendere in Puglia. La mia stagione era partita con il Bisceglie ma poi mi sono reso conto che fino a dicembre avrei giocato poco ed ho deciso di cambiare squadra. Tengo a dire che non sono un presuntuoso, la categoria non mi interessa, per me è importante giocare ed il Barletta mi ha dato la fiducia necessaria per poterlo fare. Ho deciso di venire qui, e sono contento di averlo fatto, tanto contento da sentir forte la responsabilità di dover dare il 110% per ricambiare la fiducia ricevuta».
Facciamo un bilancio di questa prima parte di stagione, come la valuti dal punto di vista personale e di squadra?
«A livello personale direi che sono abbastanza contento, basti pensare che per fortuna da quando sono arrivato non abbiamo perso nessuna gara. Ovviamente sono consapevole che le difficoltà ci saranno ma se questo è l'inizio con dei risultati arrivati nonostante tutto quel che è successo e quel che sta succedendo a livello societario, dal quale noi ci stiamo provando ad isolare, il futuro almeno sul campo non potrà che essere migliore».
Proiettiamoci a domenica, che sfida sarà a Mesagne?
«Sicuramente noi puntiamo a vincere ogni partita, dal punto di vista di motivazioni e morale siamo in buona forma e andremo lì per dire la nostra e faremo il possibile. Naturalmente dobbiamo stare attenti perchè dal punto di vista motivazionale quella di domenica scorsa con il Gravina è la più facile che ci possa essere mentre una gara con meno appeal come quella contro il Mesagne può indurre ad abbassare la guardia. Noi, naturalmente, non dovremo farlo e dovremo provare a portare a casa i tre punti ed anche se questo non accadesse continueremo a lavorare a testa bassa, puntando a far bene partita dopo partita».
Nonostante si giochi a Canosa hai potuto saggiare il calore del pubblico biancorosso, hai un messaggio da lanciargli?
«Vorrei semplicemente ringraziarli, sono presenti ovunque e ci danno una forza straordinaria. Più che un messaggio, quello che vorrei esprimere è invece l'auspicio è di tornare a casa per ovviare ai disagi che tutti, dalla società ai tifosi fino ad arrivare a noi, devono subire nel doversi spostare a 20 km di distanza. Questo, senza dubbio ci penalizza e sono convinto che se avessimo giocato al "Manzi-Chiapulin" ci sarebbe stato un giovamento dal punto di vista economico per la società e dal punto di vista emotivo per noi, visto il maggiore calore che avremmo avuto dai tifosi i quali sarebbero accorsi in numero ancora maggiore. Speriamo quindi che questo mio auspicio possa realizzarsi al più presto».
Partiamo dal pareggio con il Gravina (anche se la gara sarà probabilmente pera a tavolino), è maggiore la soddisfazione per aver tenuto testa ad una squadra molto attrezzata o il rammarico per non averla battuta nonostante la grande prova?
«Devo dire che è certamente maggiore il rammarico per non essere riusciti a vincere, e lo dico perchè eravamo partiti forte, li abbiamo messi subito sotto, abbiamo continuato a fare la partita anche in 10 ed abbiamo dato la dimostrazione di poterla vincere in ogni caso creando le azioni più pericolose. Chiaramente, un pari con una squadra come la loro è importante ma per come è arrivato qualche rammarico per noi resta».
Restando al match contro il Gravina, ci sapresti dire cosa è accaduto in occasione dell'espulsione di Sguera?
«Sinceramente, non so cosa possa aver visto l'arbitro, io dal canto mio non ho visto nulla. Certo è che al 47' del primo tempo si poteva evitare di farci trovare in una situazione simile, ma alla fine però quel che è successo è successo, voltiamo pagina e non piangiamo sul latte versato».
Cosa ti ha convinto a sposare il progetto Barletta? Avevi altre proposte dopo la vittoria dell'Eccellenza con la maglia del Viareggio?
«Inizialmente va detto che sono tornato dalla Toscana per questi familiari, che mi hanno spinto a decidere di scendere in Puglia. La mia stagione era partita con il Bisceglie ma poi mi sono reso conto che fino a dicembre avrei giocato poco ed ho deciso di cambiare squadra. Tengo a dire che non sono un presuntuoso, la categoria non mi interessa, per me è importante giocare ed il Barletta mi ha dato la fiducia necessaria per poterlo fare. Ho deciso di venire qui, e sono contento di averlo fatto, tanto contento da sentir forte la responsabilità di dover dare il 110% per ricambiare la fiducia ricevuta».
Facciamo un bilancio di questa prima parte di stagione, come la valuti dal punto di vista personale e di squadra?
«A livello personale direi che sono abbastanza contento, basti pensare che per fortuna da quando sono arrivato non abbiamo perso nessuna gara. Ovviamente sono consapevole che le difficoltà ci saranno ma se questo è l'inizio con dei risultati arrivati nonostante tutto quel che è successo e quel che sta succedendo a livello societario, dal quale noi ci stiamo provando ad isolare, il futuro almeno sul campo non potrà che essere migliore».
Proiettiamoci a domenica, che sfida sarà a Mesagne?
«Sicuramente noi puntiamo a vincere ogni partita, dal punto di vista di motivazioni e morale siamo in buona forma e andremo lì per dire la nostra e faremo il possibile. Naturalmente dobbiamo stare attenti perchè dal punto di vista motivazionale quella di domenica scorsa con il Gravina è la più facile che ci possa essere mentre una gara con meno appeal come quella contro il Mesagne può indurre ad abbassare la guardia. Noi, naturalmente, non dovremo farlo e dovremo provare a portare a casa i tre punti ed anche se questo non accadesse continueremo a lavorare a testa bassa, puntando a far bene partita dopo partita».
Nonostante si giochi a Canosa hai potuto saggiare il calore del pubblico biancorosso, hai un messaggio da lanciargli?
«Vorrei semplicemente ringraziarli, sono presenti ovunque e ci danno una forza straordinaria. Più che un messaggio, quello che vorrei esprimere è invece l'auspicio è di tornare a casa per ovviare ai disagi che tutti, dalla società ai tifosi fino ad arrivare a noi, devono subire nel doversi spostare a 20 km di distanza. Questo, senza dubbio ci penalizza e sono convinto che se avessimo giocato al "Manzi-Chiapulin" ci sarebbe stato un giovamento dal punto di vista economico per la società e dal punto di vista emotivo per noi, visto il maggiore calore che avremmo avuto dai tifosi i quali sarebbero accorsi in numero ancora maggiore. Speriamo quindi che questo mio auspicio possa realizzarsi al più presto».

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