Luca Liverani
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Calcio

Luca Liverani: «Sarà il campo a decidere il destino del Barletta Calcio»

I portiere biancorosso si “confessa” ai microfoni di Barlettalife

Il ruolo di estremo difensore nel calcio è da sempre delicato, e da adito sovente a polemiche molto importanti. A Barletta i portieri sono croce e delizia del popolo calciofilo biancorosso, spesso critico nei confronti di coloro che si alternano nel ruolo. Ed è così che un portiere, nonostante in stagione abbia parato quattro rigori si trovi spesso in discussione. A Barletta quest'anno tra i pali si sono alternati Pasquale Pane e Luca Liverani, due portieri giovani (e non per questo esenti da errori). Dopo una prima parte di stagione osservata dalla panchina, è ora Luca Liverani ad indossare la maglia numero 1. Dalla sua parte ci sono i numeri: a parte l'episodio negativo contro la Carrarese che è costato due punti, l'estremo difensore ex Celano è cresciuto notevolmente, e negli ultimi incontri ha progressivamente "blindato" la porta biancorossa. i 180 minuti senza subire reti sono in parte merito suo. Abbiamo parlato del momento del Barletta Calcio con Luca Liverani, uno dei protagonisti assoluti della rinascita biancorossa:

Luca, le due vittorie consecutive vi hanno rinfrancato dal punto di vista del morale. Come si vive ora all'interno dello spogliatoio?
«Finalmente, dopo sei mesi che non abbiamo mai fatto una settimana "tranquilla", con queste due vittorie non dico che possiamo adagiarci perché siamo sempre là sotto, ma almeno abbiamo vissuto una settimana con più serenità».

La sosta vi sta aiutando ad recuperare un po' di energie più che altro a livello psicologico?
«Non so se la sosta per noi sia positiva o meno. Dopo due vittorie, la squadra stava rispondendo bene agli schemi del mister, a ciò che voleva il mister. Vedremo meglio giorno per giorno».

Tu che sei nel gruppo sin dall'inizio, puoi rispondere meglio di chiunque altro a questa domanda: cosa è cambiato da due giornate a questa parte?
«Un paio di settimane fa, eravamo in un momento di grande difficoltà. A Perugia siamo andati con alcuni ragazzi con la febbre, con 5-6 "Berretti". In Umbria è scattato qualcosa nel nostro inconscio: ci siamo compattati e abbiamo fatto due grandi partite, senza mai rischiare».

Anche tu hai ritrovato serenità dopo l'errore che è costato i 3 punti contro la Carrarese...
«Purtroppo ho fatto quell'errore, se ci penso è così. Però in queste circostanze che fai, non vai avanti? Vai avanti e lavori per migliorare sempre settimana dopo settimana. Questo è il mio obiettivo».

Hai quindi reagito alla grande con alcune prestazioni importanti in un momento molto difficile.
«Sono contento delle mie prestazioni. Fa piacere a me, però l'importante è il risultato, l'importante è la squadra».

Eravate in 25, ora siete in 15-18. È una situazione un po' paradossale quella dello spogliatoio del Barletta.
«Nei momenti di difficoltà l'uomo viene fuori. Le reazioni di ognuno di noi sono uguali: vogliamo tirarci fuori da questa situazione. Non voglio parlare degli altri ragazzi perché io ho buoni rapporti con tutti. Purtroppo però questo è il calcio, si viene e si va».

A proposito di nuovi arrivi, come avete reagito all'arrivo di Pippa e Allegretti?
«Allegretti "serviva", perché comunque un uomo così in mezzo al campo, con la sua personalità e la sua esperienza ci sta aiutando molto. Ha 20 campionato alle spalle, se non ci può aiutare lui, saremmo persi. È stato fondamentale, lo sarà ancora per il resto del campionato. Per quel che riguarda Pippa, è un buon giocatore, altrimenti non starebbe qua. Non l'abbiamo ancora visto giocare, però penso che sia un bel "cavallo"».

Parliamo del tuo ruolo. Sei stato per un po' di mesi in panchina, adesso hai ritrovato la "titolarità", e subito ci sono delle voci di mercato che tentano di destabilizzarti.
«Volevo dire una cosa perché penso sia importante. Vorrei fare i complimenti a Pasquale Pane perché è prima di tutto un signore, una persona difficile da trovare. Soprattutto nel nostro ruolo, dove giocoforza c'è competizione, morte tua vita mia e il contrario. Abbiamo sempre avuto una rivalità, ma una rivalità pulita, onesta, senza mai eccedere nelle cose. Poi quello che dicono i giornali su Bremec sinceramente mi esce da un orecchio e mi entra dall'altro. Io sono qua per lavorare, quando sono stato chiamato in causa, mi sono fatto trovare pronto».

Tu hai conosciuto i due mister, i due direttori sportivi. Come avete visto tutti questi cambi?
«Personalmente, mi è dispiaciuto che Stringara è andato via, mi ha fatto esordire lui. Però la verità è che comunque avevamo fatto poco. È andata così, il calcio è questo, l'importante è la società. Noi lavoriamo per il Barletta, questo è importante».

Manca poco alla chiusura del mercato di riparazione, vi aspettate nuovi arrivi?
«Penso che ci saranno nuovi arrivi, perché al momento siamo veramente in pochi. Però non sta a me, non sta a noi decidere. Più gente arriva, meglio è, soprattutto gente che viene qui con un bagaglio di volontà e tanta voglia di lavorare».

Ci credete ancora nella salvezza diretta?
«Noi dobbiamo crederci. È normale che noi ci crediamo, perché altrimenti partiremmo già sconfitti. Il nostro obiettivo è arrivare a superare chi è in possesso della salvezza diretta, poi quel che verrà, verrà».

Che squadra temi maggiormente per la lotta per non retrocedere?
«Mi ha stupito molto l'Andria, non mi aspettavo facesse un campionato così. Però spero che nel girone di ritorno siano gli altri a temere noi, e non noi a temere gli altri come già è successo in passato».

Fino a qualche settimana fa, eravate ultimi, "l'ultima ruota del carro". Vi sentivate inferiori agli altri? Vi sentire tuttora inferiori agli altri?
«Come ha già detto il mister e anche gli altri miei compagni, anche se eravamo ultimi per quel che diceva la classifica, non meritavamo affatto di restare lì».

Durane la scorsa settimana, il baby Cicerelli è stato convocato in Rappresentativa Lega Pro. È questo per voi un motivo di vanto e soddisfazione?
«"Cicia" si è aggregato con noi un mesetto fa. Ti dirò che in allenamento il ragazzo è serio e attento. Vuole migliorare, e ha delle buone qualità».

In tanti direbbero Buffon, quale è il tuo portiere di riferimento?
«Ultimamente mi sta piacendo molto Marchetti della Lazio».

Tu invece, a cosa punti tra i traguardi personali?
«Lavoro per migliorare di anno in anno la mia carriera, poi nella vita bisogna anche avere fortuna».

La fortuna solitamente aiuta gli audaci, e a Liverani, "orso" come scherzosamente veniva chiamato da Mengoni, l'audacia non manca. La speranza di tutti i tifosi biancorossi è che continui a stupire tra i pali.
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