Daniele Simoncelli
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Calcio

Intervista a Daniele Simoncelli, il "Sic" di Barletta

Le parole dell'esterno offensivo biancorosso

Fisico da centometrista, tenuta da allenamento indosso e capigliatura "alla Robinho" ( come lui stesso l'ha scherzosamente definita): in queste vesti Daniele Simoncelli si è offerto ai nostri microfoni in una esclusiva intervista. Setting insolito per un colloquio con la stampa, lo spogliatoio del "Puttilli": così, in un clima rilassato, quasi vacanziero, l'esterno offensivo nato a Cattolica, uno dei "veterani" ( a soli 21 anni) della rosa biancorossa ci ha raccontato aneddoti e retroscena di questa entusiasmante stagione, tracciando un bilancio del biennio in biancorosso e spiegandoci i suoi progetti per il futuro. In esclusiva per Barlettalife, le parole di Daniele Simoncelli:


Daniele Simoncelli: esterno di centrocampo o punta esterna? Come preferisci essere definito?

«Forse esterno di centrocampo è la definizione migliore; è il ruolo nel quale mi disimpegno meglio, anche se da punta esterna si gioca in maniera meno dispendiosa, e forse ci si diverte di più ».

28 presenze, 4 reti e una buona costanza negli assist offerti ai tuoi compagni. Soddisfatto dei numeri della tua stagione?

«Sicuramente avrei potuto realizzare qualche gol in più, questo è poco ma sicuro. Tra occasioni sbagliate e un po' di sfortuna, mi manca qualche rete. Forse è questo l'unico rammarico ».

"Sic", "Simon" e "Pendolino". Sono tre dei soprannomi che i supporters biancorossi ti hanno simpaticamente attribuito. Ce n'è uno che preferisci?

«Senza dubbi "Sic", perché anche i miei compagni mi chiamano così perché ricorda il soprannome del Simoncelli che corre nella categoria MotoGP ».

C'è qualche fondamentale nel quale senti di dover migliorare?

«Beh, sicuramente devo diventare più freddo sottoporta, questo è il punto sul quale devo lavorare maggiormente. Poi posso migliorare in tutto, sono giovane e spero che ciò accada il prima possibile ».

C'è qualche compagno di squadra con il quale hai legato maggiormente?

«Dovrei fare un elenco lunghissimo e menzionarli tutti, ma se devo proprio fare dei nomi dico D'Allocco, Menicozzo e Infantino; ma ho legato molto anche con Guerri e Masiero, ce ne sono tanti altri con i quali vado molto d'accordo ».

Quest'anno abbiamo assistito alla tua metamorfosi in campo: da attaccante nel 4-3-3 di mister Sciannimanico a esterno con compiti anche difensivi nel 4-2-3-1 di Cari. Cosa è cambiato tra i due moduli?
«Sicuramente ho imparato ad adattarmi alla fase difensiva che nel 4-3-3 dovevo curare poco; con l'arrivo di mister Cari e il cambio di modulo ho imparato anche a fare la fase difensiva, e rendermi importante anche attraverso un lavoro di interdizione e diagonali difensive ».

A inizio stagione ti è anche toccata qualche panchina. E' lì che è scattata in te la famosa "molla", la voglia di riscatto?
«In avvio di stagione non stavo molto bene per problemi fisici che mi trascinavo dalla scorsa stagione; però credo che la tribuna nella partita interna contro il Benevento (1-1, 7 novembre 2010, ndr) mi abbia sollecitato l'orgoglio e la voglia di riscatto ».

Quando hai capito che il calcio sarebbe potuto diventare il tuo lavoro, non solo una semplice passione?

«Quando ho firmato il primo contratto da professionista, in C2 con l'Olbia nella stagione 2008/2009; allora ho capito che ero sulla strada giusta ».

Parliamo del torneo appena concluso. Quando avete capito che la salvezza diretta era realmente raggiungibile?
«Io indicherei la vittoria di Benevento, anche se già prima della vittoria in Campania stavamo cullando in gruppo la sicurezza di poter raggiungere la salvezza diretta senza disputare i playout ».

C'è stato invece un momento in cui il morale della rosa è stato veramente basso?
« Ce ne sono stati diversi, soprattutto nella prima parte della stagione; forse il momento nel quale ci siamo sentiti più giù di morale è stato dopo il rocambolesco 3-3 interno contro la Cavese ».

A gennaio il calciomercato ha rivoltato come un calzino la rosa biancorossa. C'è stato qualche nuovo acquisto che vi ha dato una mano particolare?
«Direi tutti i nuovi arrivati, perché la campagna acquisti di gennaio è stata davvero fondamentale in ottica-salvezza; se devo fare un nome dico Riccardo Innocenti, che con i suoi 6 gol ha deciso sfide importanti e ha portato punti pesanti ».

Con due anni di militanza, sei uno dei "vecchi" della squadra nonostante tu abbia solo 21 anni. Si può aprire un ciclo a Barletta?
«Penso proprio di sì: il presidente Tatò è molto ambizioso, ha tanta voglia di far bene e la piazza di Barletta in questo momento è una delle società più solide presenti in Lega Pro ».

Il ricordo più bello di questi 2 anni a Barletta?
«Il mio primo gol in casa davanti al pubblico del "Puttilli"; giocavamo contro l'Isola Liri in Seconda Divisione e realizzai il gol del 2-0 (11 ottobre 2009, ndr) ».

Sei cresciuto nelle giovanili del Brescia. Ora le rondinelle sono retrocesse in serie B, e il Presidente Corioni ha anticipato che costruirà una squadra giovane. Ti piacerebbe tornare a Brescia da protagonista?

«Ormai sono andato via da Brescia, lo reputo un capitolo chiuso; mi piacerebbe tornarci, ma da avversario ».

Ti senti pronto per un eventuale salto nella serie cadetta?
«E' normale che questa sia la speranza mia e di ogni altro calciatore che milita in Lega Pro, però questo ancora non lo so. Forse però non sono ancora pronto per la B, questo lo lascio valutare alla critica, dovrei testarmi nella categoria per valutare ».

Qualche altro tuo compagno è pronto per la B?
«Senza dubbio Nicola Bellomo quest'anno con le sue prestazioni ha dimostrato di poter giocare le proprie carte in una categoria superiore ».

Quanto è importante l'appoggio della tifoseria del Barletta per il vostro rendimento?
«Nella seconda parte di stagione in particolare sono stati determinanti; ci hanno sostenuto e spronato a dare il meglio, anche grazie al loro calore abbiamo raggiunto la salvezza ».

Qual è la squadra che ti ha impressionato maggiormente in questa stagione tra quelle che avete affrontato?
«Dico Nocerina e Benevento, due compagini di gran valore, soprattutto nel settore offensivo ».

La società sta lavorando già da questa settimana per allestire una rosa competitiva in vista della prossima stagione. E' una risposta agli errori del passato recente?
«Sicuramente i problemi che abbiamo avuto quest'anno in avvio di stagione saranno d'aiuto per la gestione dell'inizio del prossimo torneo ».

Con la rosa attuale sin dall'avvio di stagione, questo Barletta avrebbe potuto mirare ai playoff?
«I numeri dicono questo; nel girone di ritorno, dopo l'arrivo di mister Cari, con 21 punti in 13 partite, siamo quarti. Sì, dico che magari avremmo potuto competere per un piazzamento playoff ».

Siamo in dirittura d'arrivo. Da 0 a 10, che voto dai alla stagione di Daniele Simoncelli e a quella del Barletta?

«Alla stagione del Barletta assegno un bel 9, perché per la falsa partenza che abbiamo avuto non era facile ottenere la salvezza in anticipo come abbiamo poi fatto. Per quanto riguarda il voto personale, mi do un 7, visto che è anche un numero che mi piace ».

Hai parlato del numero 7. Quante sono le possibilità questo numero a Barletta sia ancora sulle tue spalle nella prossima stagione?
«Questo dovreste chiederlo al Presidente. Di certo c'è che ho un altro anno di contratto con il Barletta, quindi esiste sicuramente la possibilità che io rimanga qui anche nella prossima stagione ».

Si avvicina l'estate. Dove andrai a goderti le meritate vacanze?
« Non so ancora se andrò a Mykonos con qualche mio compagno di squadra, e poi trascorrere il resto delle vacanze a casa sulla riviera romagnola, oppure se passare tutta l'estate a Cattolica ».

Un saluto ai lettori di Barlettalife e ai tifosi biancorossi...
«Un grande saluto a tutti i lettori, e ai tifosi va un enorme ringraziamento perché in questi 2 anni sono stati davvero fantastici ».

E' un arrivederci quindi? Faremo altre interviste con te a Barletta?

«Ah, si, beh…(sorride, ndr)… ».


E il suo sorriso forse vale la conferma per la prossima stagione…
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