Gianluca Frascati
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Calcio

Gianluca Frascati: «La squadra non mollerà, ma serve l'aiuto di tutti»

Il direttore sportivo biancorosso a 360 gradi sulla situazione del calcio a Barletta

È arrivato a Barletta da soli 2 mesi ma ammette di essersi subito inserito nel contesto in maniera sanguigna e viscerale tanto da voler lottare a tutti i costi per far si che il calcio a Barletta possa continuare a sopravvivere e chissà anche a sognare nuovi orizzonti. Gianluca Frascati, direttore sportivo biancorosso, a 2 giorni dalla conferenza stampa nella quale sono state confermate le dimissioni del consiglio direttivo del Barletta 1922 e che di fatto hanno ufficializzato la crisi societaria analizza la situazione ai nostri microfoni spaziando dal problema strutture allo stato d'animo della squadra.

Direttore sono passate ormai quasi 48 ore dalla conferenza stampa di martedì, avete avuto qualche segnale da amministrazione ed imprenditoria?
«Al momento situazioni concrete non vi sono state, almeno io non ne ho avuto contatti anche se credo che Alessandro Ferrigni abbia potuto incontrare l'assessore Divincenzo. Dal canto mio, ieri sono stato regolarmente presente allo stadio per dare tranquillità e tutela alla squadra. Il mio augurio in ogni caso è che qualcosa possa già cominciare a muoversi sin dalle prossime ore».

Martedì sera nel corso di una trasmissione televisiva l'assessore allo sport Divincenzo ha ribadito che il nuovo stadio non sarà disponibile se non probabilmente nella seconda metà del prossimo anno. Cosa si sente di dire? Pensa che questa zavorra possa essere decisiva per il futuro del Barletta?
«Sicuramente la problematica dello stadio rappresenta una diminutio per chiunque si voglia avvicinare al Barletta e questo vale sia per chi voglia solo fare sponsor e sia per chi voglia investire magari anche venendo da fuori città. Mi chiedo infatti perchè qualcuno dovrebbe venire a Barletta ad investire quando non c'è la disponibilità delle strutture. Posso pensare che solo un matto o qualcuno legato affettivamente a questa città possa avere lo stimolo di investire denaro in una situazione di simile difficoltà. Allo stesso tempo però auspico che qualcuno ci dia comunque una mano sperando che il prossimo anno si possa usufruire davvero dello stadio perchè il patrimonio calcistico ed umano che stiamo costruendo non è una base di poco conto da cui poter partire».

A proposito di strutture ieri ha parlato della problematica legata all'utilizzo del "Manzi-Chiapulin" da condividere con molte società sportive, pensa che qualcosa potrà muoversi nei prossimi giorni per far si che si possa trovare un'organizzazione migliore che permetta al Barletta calcio di avere gli spazi necessari anche in ordine temporale?
«In primis rispondendole vorrei ringraziare tutti quelli che hanno pazienza nei nostri confronti a partire da Antonio Damato e da tutta la classe arbitrale a cui rubiamo 5-10 minuti al giorno, per poi arrivare a tutti quelli che vengono dopo di noi e che aspettano il termine del nostro allenamento magari soffrendo e borbottando ma comprendendo le nostre esigenze. Capirete bene infatti che una squadra come la nostra è limitata avendo solo un'ora e mezzo per analizzare le partite precedenti e le successive, parlare delle problematiche societarie e di quelle varie e poi effettivamente allenarsi. Pensate poi, che anche per fare un amichevole dobbiamo andar fuori Barletta per avere più tempo a disposizione ma ciò comporta spese di trasporto che almeno di settimana potremmo evitare. Diciamo allora che spero che quantomeno le cose possano cambiare a livello societario per alleviare questa problematica che non penso si possa risolvere».

Si aspettava una situazione simile quando ha deciso di sposare il progetto Barletta?
«Ero consapevole quando sono stato chiamato che c'erano difficoltà che poi con il tempo e la pazienza sono state superate dando alla società un'organizzazione quasi ineccepibile. Devo dire però che non mi aspettavo di ritrovarmi da solo in rappresentanza della società appena al 3 novembre poichè confidavo sul fatto che Barletta potesse essere più presente e magnanima visto il suo tessuto imprenditoriale e la sua popolazione. Sono dispiaciuto di quanto sta accadendo, soprattutto per chi ci ha creduto, per chi ci crede e per chi si sta dando da fare per far sopravvivere questo progetto senza alcun fine personale. Devo ammettere che mi spiace più per loro che per me».

Sempre in conferenza martedì pomeriggio è stato lanciato l'allarme circa la possibilità di recarsi nelle prossime trasferte, possiamo tranquillizzare i tifosi affermando che almeno fino a fine novembre non ci saranno problemi di sorta?
«È chiaro che aldilà della provocazione, appare normale che la squadra si presenterà ovunque, a partire da quelle che saranno le prossime trasferte a Casellaneta e Mola che tra l'altro, anche dal punto di vista logistico non sono inaccessibili. Di certo è innegabile come sia difficile giocare sapendo di non avere una proprietà e dovendo arrabattarsi per l'organizzazione della gare in casa come di quelle fuori, ed è altrettanto innegabile come questa sia un'umiliazione per il Barletta calcio. Nonostante tutto però, questi ragazzi sono pronti a fare un sacrificio ed a giocare alla morte fino a quando sarà possibile. Vi confesso, che nelle avversità si è creato un gruppo bellissimo e solido, un gruppo al quale tengo davvero moltissimo e sul quale posso garantire personalmente».

Qualora malauguratamente entro dicembre non ci dovessero essere sbocchi alla crisi societaria, i calciatori si sentiranno liberi di andare altrove?
«Vi rispondo così: quando si danno delle garanzie a qualcuno che poi non si possono più mantenere è normale che qual qualcuno si senta svincolato. Con questo voglio dire che non si può negare ai ragazzi di cercare una situazione più stabile perchè è giusto che diano le priorità alle loro preoccupazioni ed al loro sostentamento. Prima di allora però, ripeto, tutti daranno il massimo e non nascondo che qualora si dovesse manifestare la minima possibilità di andare avanti con questo progetto, nessuno di loro si tirerà indietro perchè l'orgoglio di vestire questa maglia gloriosa non manca davvero a nessuno».

Per finire, vuole lanciare un ulteriore messaggio all'ambiente?
«Quel che mi auguro è che tutti ci possano aiutare, a partire dall'amministrazione fino agli imprenditori che magari potrebbero mobilitarsi raccogliendo la cifra necessaria per permetterci di andare avanti quantomeno fino a fine stagione. Una mobilitazione potrebbe far diventare ancora di più la squadra dei barlettani, facendo emergere lo spirito di appartenenza che già c'è nei giocatori e che potrebbe pervadere tutta la città. Aggiungo anche che propulsore di questa mobilitazione potrebbe essere il Gruppo Erotico, a cui va il mio ringraziamento per tutto il sostegno e a cui va la ma ammirazione per la passione che li spinge a sostenerci andando oltre l'idea di essere in una categoria che davvero non può appartenere a questa gloriosa piazza».
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