
Calcio
Ezio Forziati: «Fiero di allenare la "Berretti" del Barletta»
Le prime parole della guida tecnica subentrata a Giacomo Zinfollino
Barletta - venerdì 23 gennaio 2015
C'è un volto nuovo sulla panchina della "Berretti" del Barletta: lo 0-3 subito contro la Juve Stabia ha portato all'esonero di Giacomo Zinfollino e all'ingaggio di Ezio Forziati. hanno I biancorossi hanno ora all'attivo 20 punti dopo 16 turni, dato che vale la nona posizione in graduatoria. Reduce da esperienze con Bitonto e Avetrana, Forziati ha raccontato ai nostri microfoni le sue sensazioni nei primi giorni da guida tecnica dei babies biancorossi.
Mister Forziati, quali sono le prime sensazioni?
«Buonissime, ho trovato delle persone che mi hanno accolto con piacere. Siamo al secondo giorno di lavoro, è una fase prettamente conoscitiva: stiamo entrando nel pieno e lentamente nascerà la piena empatia con i ragazzi. Il primo impatto è stato ottimo».
Come è maturato il suo approdo in panchina?
«A Barletta diversi mi conoscono, poi con il presidente Ippedico ci siamo conosciuti per canali sportivi: poi c'è stata questa esigenza, mi ha contattato e c'è stata questa possibilità che ho colto al volo, ringraziandolo».
La squadra ha cambiato qualche pedina a gennaio: che tipo di gruppo ha trovato?
«Chiaramente ora li sto conoscendo ad uno ad uno, e lentamente individuerò chi è più portato per essere un leader e chi può essere una colonna portante per la squadra. Prima di tutto però viene il gruppo: le prime battute da questo punto di vista sono state positive, sono tutti ottimi ragazzi e ottimi calciatori, poi lo staff è stato confermato dalla precedente gestione, quindi il cambiamento è stato abbastanza soft».
Dopo quattro partite positive, domenica la rosa ha incassato lo 0-3 contro la Juve Stabia. L'obiettivo è però la maturazione più del risultato?
«L'obiettivo primario è quello di formare i ragazzi con pieno equilibrio tra risultati e crescita. In prospettiva, è fondamentale formarli per la Prima Squadra, ma ovviamente vincere aiuta a maturare prima: dobbiamo unire la cultura del lavoro e del sacrificio alla capacità di ottenere risultati sul campo, che portano anche inconsciamente i ragazzi a dare di più».
Quale messaggio vuole lanciare ai tifosi che vi seguono anche in quel di Ruvo?
«Io sono entusiasta di essere in una piazza di Barletta: è una città, sono dei colori che ho sentito molto vicini negli ultimi tempi. Voglio ringraziare i tanti barlettani che dopo il mio arrivo mi hanno scritto in maniera cordiale augurandomi l'in bocca al lupo. Speriamo di onorare anche con la "Berretti" questo blasone così importante».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Mister Forziati, quali sono le prime sensazioni?
«Buonissime, ho trovato delle persone che mi hanno accolto con piacere. Siamo al secondo giorno di lavoro, è una fase prettamente conoscitiva: stiamo entrando nel pieno e lentamente nascerà la piena empatia con i ragazzi. Il primo impatto è stato ottimo».
Come è maturato il suo approdo in panchina?
«A Barletta diversi mi conoscono, poi con il presidente Ippedico ci siamo conosciuti per canali sportivi: poi c'è stata questa esigenza, mi ha contattato e c'è stata questa possibilità che ho colto al volo, ringraziandolo».
La squadra ha cambiato qualche pedina a gennaio: che tipo di gruppo ha trovato?
«Chiaramente ora li sto conoscendo ad uno ad uno, e lentamente individuerò chi è più portato per essere un leader e chi può essere una colonna portante per la squadra. Prima di tutto però viene il gruppo: le prime battute da questo punto di vista sono state positive, sono tutti ottimi ragazzi e ottimi calciatori, poi lo staff è stato confermato dalla precedente gestione, quindi il cambiamento è stato abbastanza soft».
Dopo quattro partite positive, domenica la rosa ha incassato lo 0-3 contro la Juve Stabia. L'obiettivo è però la maturazione più del risultato?
«L'obiettivo primario è quello di formare i ragazzi con pieno equilibrio tra risultati e crescita. In prospettiva, è fondamentale formarli per la Prima Squadra, ma ovviamente vincere aiuta a maturare prima: dobbiamo unire la cultura del lavoro e del sacrificio alla capacità di ottenere risultati sul campo, che portano anche inconsciamente i ragazzi a dare di più».
Quale messaggio vuole lanciare ai tifosi che vi seguono anche in quel di Ruvo?
«Io sono entusiasta di essere in una piazza di Barletta: è una città, sono dei colori che ho sentito molto vicini negli ultimi tempi. Voglio ringraziare i tanti barlettani che dopo il mio arrivo mi hanno scritto in maniera cordiale augurandomi l'in bocca al lupo. Speriamo di onorare anche con la "Berretti" questo blasone così importante».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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