Cardo schiacciata
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Volley

Cardovolley, una vita da Stufano: intervista alle gemelle Angela e Maria Rosaria

Un tuffo nel passato, parlando del presente, con un occhio al futuro

Incontriamo le gemelle Angela e Maria Rosaria Stufano al termine dell'ennesimo duro allenamento qui al PalaMarchiselli. Un'intervista che ripercorre la lunga carriera delle due pallavoliste della Cardovolley e tocca anche argomenti quali la nuova squadra e l'inizio ormai imminente della stagione pallavolistica.

1.Per entrambe una carriera sulla quale potreste scrivere un libro, una carriera che si snoda tra varie città e paesi del Sud Italia: Giovinazzo, Molfetta, Modugno, Bari, Manfredonia, S.Pietro Vernotico, Gravina di Puglia, ma anche Siracusa, Salerno, Ragusa, Viterbo, Palermo, Marsala, dalla serie C passando dalla B2 alla B1. Quali sono le motivazioni che alla vigilia della diciassettesima stagione vi spingono a scendere ancora su un parquet?

Angela: «La pallavolo mi ha portato a viaggiare in splendide città e tanti parquet, ma ogni anno scendere in campo ti dà una grande emozione che ti rende viva, è una continua crescita con sé stessi e amando il volley come rinunciarvi?».

Maria Rosaria: «Alla soglia dei 34 anni non è facile scendere ancora in campo, la vita cambia, ci sono priorità diverse. Prima la pallavolo era il centro della nostra vita e non aveva importanza allontanarsi dai propri cari, le difficoltà c'erano, non lo metto in dubbio, ogni anno si ripartiva da zero, e ogni anno abbiamo lasciato affetti. Ora il ritorno a casa è dettato anche dal fatto che la nostra vita lavorativa è cambiata ma, rinunciare alla pallavolo no, la passione è troppa. Ed è questo il centro di tutto, se non ci fosse passione tutti questi sacrifici non si sarebbero fatti, e non si continuerebbero ancora a fare»


2.La domanda può sembrare ovvia, in quanto nello sport sono tanti i casi di fratelli e sorelle, ma addirittura madre e figlia. Spesso ci si ritrova ad essere compagni di squadra, ma anche avversarie; nel vostro caso visto in passato vi è capito di ritrovarvi avversarie, cosa si prova?

Angela: « Mia sorella avrà da raccontarne sulle parentele, di parentele e amori se ne vedono davvero tanti, per quanto riguarda io e mia sorella siamo state compagne di squadra e avversarie, e ti dirò, la sfida più grande è convivere nella stessa squadra, quando hai una rete che ti divide invece lei è uguale agli altri, un atleta da battere».

Maria Rosaria: «E' strano ritrovarsi contro ma in fondo quando fai sport agonisticamente la vita di fuori è distinta da quella pallavolistica, quindi una volta in campo diventa un atleta come tutte le altre. Anche se poi alla fine della partita piangi perchè ha vinto lei (sorride, ndr) » .

3.Nella vostra carriera non sono mancate le soddisfazioni e le vittorie….come si vince un campionato?

Angela: «Un campionato si vince in primis con un bel gruppo affiatato vedi le mie promozioni sono state principalmente caratterizzate da questo, ovviamente tutti dobbiamo essere pazienti comprendere le tensioni le fasi lunari di noi donne e vivere insieme i sacrifici con il sorriso».

Maria Rosaria: « Io non ne ho vinti molti di campionati, ma ci sono andata vicina oppure ho lottato avendo altri obbiettivi ma senza sacrifici. Senza volontà e impegno non si va da nessuna parte. E poi la pallavolo è un gioco di squadra se non c'è un gran gruppo non si va da nessuna parte (ovviamente supportati da un gran allenatore). A questo riguardo mi viene in mente l'annata fatta a Salerno nel 2005 dove non avevamo chissà quali individualità ma ognuno faceva il suo e questo ha portato così a salvarci da una posizione ostica arrivando persino dalle parti alte della classifica, è tutto grazie ad un gran gruppo»
.

4.Una partita, una stagione, una città che porterete sempre nel vostro cuore?

Angela: «Se proprio devo fare un nome dico Montesilvano stagione straordinaria, ma davvero ho lasciato un pezzo del mio cuore in più città: Molfetta, Montesilvano, Siracusa Manfredonia, per non parlare di tante amiche atlete in giro per l'Italia a cui sono molto affezionata».

Maria Rosaria: «Ogni campionato ha lasciato qualcosa dentro e fuori dal campo sia negativamente che positivamente, ma l'annata indimenticabile per me è stata quella di Salerno, grande gruppo e poi quella successiva a Siracusa anche se è stata una piccola parentesi, ma è stata particolare. In quell'occasione viverla, non è stato facile, ci sono stati mille problemi infatti dopo pochi mesi la società è fallita ma ci sono stati comunque momenti indimenticabili. Vivevamo per far le atlete 24 ore su 24, sfruttavamo tutta la struttura per allenarci: piscina, campi da beach ecc».


5.Leggendo il vostro curriculum mi ha incuriosito l'esperienza di una vostra partecipazione ad un reality a Siracusa. Cosa ricordate di quella esperienza?

Angela: «L'ideatore e allenatore della squadra il sig. Menta ha organizzato tutto a puntino, villaggio telecamere, ecc, tutto nei minimi particolari. È stata un esperienza simpatica ma vigeva sempre l'obiettivo campionato in testa e quindi duri allenamenti alternati ovviamente alle varie interviste giocose, scambi di idee con il gruppo, peccato per come è finita.
Cosa mi ricordo? Tutto, positivo e negativo, mi rimane il rammarico di non averla vissuta tutta essendo stato tutto interrotto bruscamente, peccato».

Maria Rosaria: «Quell'esperienza è stata molto particolare, anche se purtroppo è durata poco.
È vero. c'era un reality dietro alla squadra, ma di base c'era la squadra e noi eravamo lì per far le atlete. Sicuramente tutto era ingigantito dal fatto che ci fossero le telecamere e quindi questo comportava una collocazione adeguata per le atlete, infatti vivevamo in un villaggio Valtur.
Questo ha fatto si che le condizioni per allenarsi erano migliori rispetto alle normali condizioni generali. Avevamo una struttura a disposizione da poter sfruttare completamente e quindi allenamenti in piscina, campi da beach volley, percorsi ginnici , palestre molto attrezzate e ovviamente le nostre tanto amate palestre dove passiamo tutto il nostro tempo per espletare la nostra funzione da atlete. Insomma quel periodo è stato vissuto a 360° come atle
ta».

6.Quali sono le prime sensazioni che avete potuto cogliere in questi primi giorni qui alla Cardovolley? E cosa vi ha spinto ad intraprendere questa avventura nella città della Disfida?

Angela: «Avendo vissuto tante vicende sportive, ormai parto sempre un po' prevenuta, studio compagne e dirigenti , ma è bastato poco davvero poco per innamorarmi del gruppo, sul mister non commento conoscendolo da un po'. Mister Marzocco poi, l'adoro perché è riuscito nell'anno a Molfetta a mettere una certa serenità tra di noi, nel lavoro duro degli allenamenti, c'era quella dose di divertimento che ti aiuta a unirti come gruppo.
Fu un annata bellissima piena di soddisfazioni e ricordi che non dimenticheremo mai compreso quello del nostro Presidente, sarà il nostro angelo custode, ci seguirà sempre da lassù, sarebbe stato contento di vederci di nuovo insieme sui campi. Insomma che dire è un piacere rincontrarsi, la società la sento vicina, presente, ed è un bene. Un buon inizio no? iniziare questa nuova avventura nella città della disfida sarà un piacere».

Maria Rosaria:«Noi generalmente abbiamo giocato sempre fuori, per necessità di mercato ed economico, il motivo reale perchè siamo tornate a casa è dovuto al lavoro. La Cardovolley è stata la nostra scelta sin dall'inizio, abbiamo trovato un ambiente pulito, tanta semplicità e tanta voglia di dover far bene e lavorare.
Le ragazze hanno fato in modo di farci integrare facilmente nel gruppo, e anche gli altri innesti arrivati non sono stati da meno, un bel gruppo supportato da un buon cast tecnico, speriamo che tutto questo porti dei buoni risultati per questo campionato. Non ci resta che incrociare solo le dita speriam
o bene».

7.L'obiettivo dichiarato della società è quella di migliorare la posizione della scorsa stagione, chiusa ad un punto dai play off. Dal vostro punto di vista questo può determinare una sorta di ansia da prestazione?

Angela: «Io dico sempre che ogni campionato è a sé, quindi si vedrà, ansia di prestazione no, ogni campionato ha le sue tensioni, ma bisogna partire aggressive o come dico alle ragazze " arraggiate". Loro lo scorso anno hanno fatto un bel campionato, ma credo che questo sia un campionato più equilibrato rispetto all'annata precedente. Secondo me se ne vedranno delle belle, armiamoci di coraggio, perché si lotterà partita dopo partita con tenacia grinta e sorriso sulle labbra questo è l'obiettivo che ti porta in alto».

Maria Rosaria: «Parole sante, ansia da prestazione è la parola più adatta. Speriamo non ci giochi un brutto scherzetto quest'ansia da prestazione. Comunque scherzi a parte è ovvio che noi scendendo di categoria e venendo a rafforzare( se così si può dire ) l'innesto già presente siamo più caricate di responsabilità, ma ripeto siamo supportate da un buon gruppo, e tutti insieme possiamo lavorare bene per raggiungere le mete prefissate.
Bisogna lavorare tanto quello è vero per trovare le sintonie ed esser una amalgama in campo, ma si sta lavorando, per questo ci vuole solo del tempo, e poi il campionato quest'anno è davvero duro le squadre sono ben allestite, buone elementi distribuiti qua e là, sarà dura, ma la nostra sicuro la potremmo dire in questo campionato».


8.Una squadra formata prevalentemente da ragazze giovani, quale consiglio vi sentite di dare per il proseguo della carriera?

Angela:«Spero di non passare come logorroica, ma io parlo molto con tutte, cerco di dare una mano per aiutarle, sbloccarle, ed è un piacere vedere in loro un sorriso e la voglia di provarci, anche loro insegnano tanto a noi chiocce, perché non si finisce mai di imparare. Il consiglio che posso dare loro è semplicemente questo: non mollate mai tutto è possibile. Lavorando con il sorriso, umiltà e tanta serenità, se si cade ci si rialza sempre. In campo non si è soli, le tue compagne di squadra sono lì per aiutarti comprenderti sorridere vincere e perdere con te, la pallavolo è un gioco di squadra. Unendosi con le altre tutto è più facile e più bello.questo anno godiamocelo insieme compagne».

Maria Rosaria: «Si è una squadra giovane, anche se noi alziamo parecchio la media (sorride, ndr). L'unica cosa che possiamo fare e aiutarle in tutti i modi, anche se talvolta capitano momenti dove le giovani possono insegnarti qualcosa. Io sono una che parla molto in campo, non so se può esser una cosa positiva, magari delle volte può stancare, ovviamente dal punto di vista tecnico se c'è un errore lo faccio notare facendo capire in cosa si sbaglia solo così ci possiamo aiutare.
Ci dobbiamo supportare l'una con l'altra, ma la cosa importante è dare il massimo sempre . Non dobbiamo avere paura di nulla, dobbiamo fare tutto il possibile in modo tale da uscire dal campo e dire " abbiamo dato tutto", così non potremo recriminarci nulla».

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