Sconfitta Trapani
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Calcio, un halloween da paura per il Barletta

Il punto dopo la sconfitta interna con la Feralpi

Nemmeno il peggior regista di film horror avrebbe potuto progettare 14 giorni così sanguinosi. Con la sconfitta interna subita ieri contro la Feralpi Salò al "Puttilli" (0-1, Drascek) il Barletta ha fatto il paio con la scoppola subita dal Trapani nello scorso turno e ha così cancellato quanto di buono nell'ambiente andava coltivandosi dopo il colpo del "Rocco" di Trieste. Priva di idee chiare in fase di impostazione, impaurita in fase di conclusione, poco attenta nella cura della fase difensiva, la squadra biancorossa è apparsa la brutta copia di quella che aveva tanto ben impressionato in avvio di stagione. 90 minuti da buttare, si potrebbe dire senza temer smentite.

Le streghe sono tornate sul "Puttilli"
A distanza di 13 mesi i biancorossi sono tornati a perdere due partite consecutive sul terreno di casa: non succedeva dagli impegni contro Juve Stabia (0-2) e Foggia (1-2) dello scorso torneo, tra il 5 e il 19 settembre: già questo dato dovrebbe rendere l'idea del momento-no, ma la considerazione diviene ancora più amara se si pensa alla prestazione. Il doppio ko infilitto nel giro di 7 giorni da Trapani e Feralpi Salò, certo non due corazzate del torneo, deve far riflettere per la pochezza di gioco espresso e l'arrendevolezza dimostrata da diversi calciatori biancorossi, con il loro approccio molle alla squadra. Con un giorno e mezzo di anticipo, il Barletta ha visto le "streghe", icona della notte di Halloween, aleggiare sul terreno una volta amico, oggi terra di conquista per molti.

Una gestione tecnica opinabile
Durante la gara persa contro i lombardi, ben 4 sono stati gli schemi sperimentati (in soli 96', recupero compreso): troppi per una squadra che oggi manca di riferimenti tecnici e carismatici. Si è partiti con un elastico 3-5-2, nel quale le qualità di Schetter, impiegato come esterno destro, venivano snaturate, pronto a trasformarsi in un 4-2-3-1 in fase difensiva. Si è poi passati al 3-4-1-2 con l'ingresso di Cerone, infine dopo gli innesti di Franchini e Di Gennaro il modulo di riferimento è diventato un 4-4-2 senza un esterno destro di ruolo a centrocampo. Tanti cambiamenti, con un unico risultato: una confusione crescente trasmessa da mister Cari ai suoi atleti impegnati sul rettangolo di gioco…

Il campionato dei rimpianti
15 punti dopo 10 partite: la media di 1,5 punti a gara solo la metà dei punti a disposizione raccolti. Questo il bottino del Barletta dopo la partita di ieri. Una media che sulle 34 giornate porterebbe a quota 51 punti, quota che l'anno scorso significava sesto posto, "piazza d'onore" al di fuori della zona-playoff. E' pur vero che oggi il quinto posto, una volta obiettivo minimo, ora dista appena una lunghezza, ed è anche giusto sottolineare quanto il torneo sia livellato (Pergocrema e Frosinone guidano con 18 punti), ma questo non deve spingere a essere soddisfatti delle tante occasioni perse, anzi dovrebbe alimentare la rabbia per i punti regalati agli avversari, in particolare nelle partite casalinghe, dove sono arrivati appena 6 punti in 6 partite, frutto di una vittoria, 3 pareggi e 2 sconfitte. E a breve il calendario offrirà scontri diretti contro Pergocrema, Carrarese, Spezia, Cremonese, Piacenza…Parafrasando Ligabue, il difficile deve ancora venire…

Bocche cucite fino a nuovo ordine

"Dovremo fare delle analisi più approfondite per capire cosa è successo da Trieste in poi. In questo momento mi assumo direttamente la responsabilità di quello ho deciso. Non ho intenzione di mandare via Cari, che resta il nostro tecnico perchè lui conosce la squadra da tre mesi e cambiare mi sembra un salto nel buio. La squadra, comunque, parte in ritiro da subito in una località da definire e da oggi nessun tesserato è autorizzato a parlare, gli unici a farlo solo il sottoscritto e il vice presidente Walter Tatò". Queste le parole del presidente Roberto Tatò al termine della gara persa ieri contro i bresciani. Una decisione imposta per restituire serenità e concentrazione ad un ambiente che pare aver perso il bandolo della matassa.

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