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Calcio

Alessandro Ferrigni: «Abbiamo passato momenti duri, ora tutti uniti per la risalta»

Il segretario biancorosso tra passato, presente e futuro del Barletta 1922

Ha vissuto i giorni tristi della fine dell'S.S. Barletta calcio, ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita e nella crescita del Barletta 1922 e rappresenta un punto di rifermento indispensabile per tutti coloro i quali sono vicini o fanno parte del mondo biancorosso. Stiamo parlando naturalmente di Alessandro Ferrigni, segretario e tuttofare della società biancorossa. Attraverso la sua esperienza abbiamo voluto ripercorrere il 2015 del calcio barlettano proiettandoci verso un 2016 si spera ricco di emozioni positive.

Alessandro, come e quando è iniziata la tua avventura in biancorosso?
«La mia avventura è iniziata a febbraio 2015. Ricorderete che quello è il periodo dei mancati pagamenti emolumenti da parte del signor Perpignano con il conseguente marasma creatosi. La mia presenza è stata richiesta a causa delle dimissioni di Domenico Damato e Davide Cascella. Ricordo che ci presentammo in società io e Beppe Iannone con il chiaro intento di dare una mano a portare avanti la baracca. Di lì è cominciata questa avventura che è bellissima ed allo stesso tempo travagliata».

La tua esperienza è cominciata con i giorni difficili della lenta agonia dell'S.S. Barletta ed è proseguita con quelli della difficile nascita del Barletta 1922. Ci racconteresti i giorni della famosa "colletta"?
«Sono stati dei giorni di incertezza, per le poche ore che ci distanziavano dal giorno X della presentazione dell'assegno da 100mila euro necessario ad iscrivere la squadra al campionato di Eccellenza Pugliese. Ricordo che c'era un via vai generale tra gente che ci credeva e chi meno, ricordo anche l'importantissimo apporto dell'amministrazione comunale e la gioia nel momento in cui si è avuta la certezza di aver salvato il calcio a Barletta».

Altra data significativa è quella del primo giorno di allenamenti del nuovo Barletta, che giornata è stata?
«Fu una giornata caratterizzata dall'incredulità, in positivo ed in negativo. In positivo perchè davvero non mi pareva vero di vedere un Barletta che si stava formando in poche ore e con mille difficoltà ed in negativo perchè c'era forte nell'aria la consapevolezza di stare affrontando un trauma gigantesco come quello del passaggio dalla Lega Pro all'Eccellenza, un trauma che prendeva il sopravvento su qualsiasi tipo di gioia potesse esserci per il nuovo progetto».

Da lì è iniziato un percorso entusiasmante, possiamo dire che le difficoltà hanno cementificato il gruppo?
«Assolutamente sì, ma bisogna render merito innanzitutto ad alcune persone fondamentali. Dico quindi grazie all'intervento di Agostino Cafagna che ci ha permesso di affidarci a Davide Papagni che è un grande uomo e che insieme al mister Pizzulli ha allestito un gruppo straordinario in ogni sua componente, dallo staff ai calciatori. Sin dal primo giorno abbiamo preferito gli uomini ai calciatori ed è così che si è creato lo splendido gruppo che ci ha fatto divertire in questi mesi».

A proposito di difficoltà, i primi mesi sono stati caratterizzati da una certa insensibilità del tessuto imprenditoriale e dell'amministrazione, è stata dura mandare avanti la baracca?
«Inutile negarlo, abbiamo avuto tante difficoltà. Devo dire, di aver imparato molto da quei giorni di sordità e porte sbattute in faccia. Abbiamo passato momenti davvero difficili come l'incidente avvenuto nell'amichevole contro il Bisceglie che ci ha poi condizionato agli occhi dell'amministrazione oltre il dovuto, abbiamo avuto dinieghi e ne abbiamo ancora. Per quel che riguarda il tessuto imprenditoriale posso dire che alcuni si sono subito messi a disposizione altri erano scottati di quanto accaduto con Perpignano e alla fine credo che tutto ciò possa essere comprensibile».

Questione stadio, cosa vi aspettate per il 2016?
«Vedo ancora qualcosa di poco concreto. Credo che nel 2016 non avremo nè il "Puttilli" nè il "Manzi-Chiapulin". Non riusciamo ad avere chiarezza, non comprendiamo quali siano i progetti reali e quali le risorse da utilizzare. Insomma, quello che vorremmo è innanzitutto chiarezza».

Hai mai pensato prima dell'avvento della nuova società di dover affrontare la definitiva scomparsa del calcio a Barletta?
«Sì, ci sono stati momenti di massima indifferenza anche da parte di chi pensavamo ci potesse aiutare. Ma grazie all'intervento dell'amministrazione e del club "Biancorossi" siamo riusciti a salvare la situazione evitando un finale che sarebbe stato davvero drammatico».

Qual è stato il momento più bello di questi primi mesi in biancorosso?
«Senza dubbio le 4 vittorie di fila. In quei giorni sembravamo un treno inarrestabile, quelle vittorie potrei definirle come il riassunto di una bella storia, fatta di persone che si sono messe a disposizione per realizzare un qualcosa di straordinario in poco tempo e tra mille difficoltà».

Quale invece il più brutto?
«Il più brutto è stato senza dubbio il momento dell'addio a quei ragazzi che ci hanno salutato a dicembre. Ci sono state tante lacrime, ma alla fine è calcio».

Dove può arrivare questo nuovo Barletta?
«Abbiamo un gruppo sano, c sono stati alcuni chiarimenti tra i ragazzi ed ora c'è un gruppo nuovamente straordinario. Stiamo trascorrendo un buon fine anno, l'ambiente è sereno, la società è solida e possiamo lavorare al meglio».

Vuoi ringraziare qualcuno tra coloro i quali ti sono stati accanto sin dagli inizi di questa avventura?
«Innanzitutto ringrazio Sabino Falco, che è stato il mio fratello maggiore, ma mi piacerebbe anche citare Savino Daleno, Gianfranco Fracavilla, il Gruppo Erotico in particolare Donato, Antonio ed Angelo, il mio amico Mimmo e tutti coloro che mi sono stati vicini. Ovviamente ringrazio la mia famiglia che mi supporta ed anche la stampa che mi ha sempre supportato. Dopo tanti anni sento che l'ambiente è nuovamente compatto e questo fattore sarà indispensabile per la rinascita».

Vuoi lanciare un messaggio a tutti i tifosi biancorossi?
«Chiedo a tutti i tifosi di stare calmi ed uniti, chiedo di non alimentare polemiche e di concentrasi solo sul bene del Barletta. Questo è il momento della rinascita, bisogna stare tranquilli e calmi con in testa un unico obiettivo. Io ci credo, possiamo puntare alla promozione, dobbiamo dare il massimo per riuscirci».
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