Cara Barletta ti scrivo
Con l'ospedale da campo rinnovato il legame tra Marò e paracadutisti barlettani
Un approfondimento del giornalista Nino Vinella
venerdì 27 novembre 2020
«Notizie ed immagini di uomini e donne in divisa scandiscono ormai il nostro tempo sull'impiego delle Forze Armate in scenari dalle innumerevoli missioni di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite alla presenza nelle calamità naturali.
A Barletta, il segno ultimo e più tangibile corrisponde all'allestimento dell'ospedale da campo per l'emergenza Covid negli spazi esterni a pochi passi dall'ingresso del pronto soccorso al nosocomio "Dimiccoli", visitato giorni fa dal ministro Boccia: vi sono impegnati con dedizione, disciplina, professionalità, mezzi e materiali i militari del 1° Reggimento della brigata Marina "San Marco", con sede a Brindisi, chiamato ad intervenire in supporto alla popolazione civile ed in questo caso specifico, in supporto alla regione Puglia nella difficile battaglia contro la pandemia da Coronavirus.
Da una settimana sono al lavoro le congiunte risorse operative di Marina Militare, Esercito Italiano, volontari della Croce Rossa e Protezione Civile regionale per allestire 40 posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva destinate ad alleggerire il carico sulla struttura ospedaliera.
Abbiamo già scritto del legame antico fra Barletta ed il San Marco, legame risalente almeno fino al 1983, anno di quella storia dimenticata di Gino Fiorella, marò del Battaglione San Marco, in Libano con la "Folgore" sotto il comando del generale Franco Angioni a capo della missione di pace Italcon. Una brutta storia: lui rimasto disabile ad appena vent'anni per una scheggia nella schiena e decorato con croce al valor militare, e la città anch'essa con una ferita nella coscienza della sua classe politico-amministrativa che non si è rimarginata a distanza di quasi quarant'anni…
Che Barletta abbia però saputo sempre mantenere integro il proprio rapporto con le Forze Armate lo dimostra la lunghissima tradizione militare risalente nei secoli e soprattutto quella medaglia d'oro al valor militare per i fatti del settembre 1943 sul civico gonfalone e l'attività delle associazioni combattentistiche e d'arma. Ed è proprio con il San Marco ad essersi stabilito da circa tre anni un solido legame con l'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia tramite la locale sezione barlettana. Dice Michelangelo Palmitessa nella sua duplice veste di Presidente della Sezione A.N.P.d'I. di Barletta e di istruttore di paracadutismo: "Noi paracadutisti ed i marò del San Marco lavoriamo in silenzio. Non abbiamo bisogno del rumore". Già: perché quando ti lanci dopo il segnale di luce verde dal portellone aperto sul vuoto, intorno a te senti solo il silenzio e, quando c'è, la voce del vento…
E di lanci i membri delle due realtà ne hanno totalizzato numerosissimi dall'Aviosuperficie di Gaudiano di Lavello, autentica "palestra" dove periodicamente si danno appuntamento per raduni che servono all'addestramento ed all'affiatamento. Cameratismo? Sicuramente si, e lo dimostra la galleria fotografica di quelle immagini che testimoniano con quale carattere e con quale spirito i paracadutisti barlettani e gli uomini del San Marco affrontano esercitazioni e test pratici. Immagini che in queste ore, in questi giorni già trascorsi e nelle settimane a venire suggelleranno ancor di più il legame sul territorio.
L'Aviosuperficie "FALCONE" in Gaudiano di Lavello è diventato il nuovo perno portante del paracadutismo nel centro-sud Italia: l'importanza di questo ruolo ha trovato il plauso e l'approvazione del Gen. c.a. (ris) incursore paracadutista, nella sua veste di Presidente Nazionale dell'A.N.P.d'I. che ha più volte sottolineato la sinergia tra le Sezioni del 9° Gruppo Regionale Puglia-Basilicata».
La galleria delle foto parte dall'occasione dei lanci a Lavello con consegna del Crest della Sezione ANPDI di Barletta all'Ammiraglio Petragnani, precedente Comandante della Brigata Marina San Marco, e prosegue con la Croce Rossa Italiana XI° Centro di Mobilitazione con il pluricampione del Mondo Col. Paolo Filippini, già Comandante del CSE (Centro Sportivo Esercito).
Nino Vinella
A Barletta, il segno ultimo e più tangibile corrisponde all'allestimento dell'ospedale da campo per l'emergenza Covid negli spazi esterni a pochi passi dall'ingresso del pronto soccorso al nosocomio "Dimiccoli", visitato giorni fa dal ministro Boccia: vi sono impegnati con dedizione, disciplina, professionalità, mezzi e materiali i militari del 1° Reggimento della brigata Marina "San Marco", con sede a Brindisi, chiamato ad intervenire in supporto alla popolazione civile ed in questo caso specifico, in supporto alla regione Puglia nella difficile battaglia contro la pandemia da Coronavirus.
Da una settimana sono al lavoro le congiunte risorse operative di Marina Militare, Esercito Italiano, volontari della Croce Rossa e Protezione Civile regionale per allestire 40 posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva destinate ad alleggerire il carico sulla struttura ospedaliera.
Abbiamo già scritto del legame antico fra Barletta ed il San Marco, legame risalente almeno fino al 1983, anno di quella storia dimenticata di Gino Fiorella, marò del Battaglione San Marco, in Libano con la "Folgore" sotto il comando del generale Franco Angioni a capo della missione di pace Italcon. Una brutta storia: lui rimasto disabile ad appena vent'anni per una scheggia nella schiena e decorato con croce al valor militare, e la città anch'essa con una ferita nella coscienza della sua classe politico-amministrativa che non si è rimarginata a distanza di quasi quarant'anni…
Che Barletta abbia però saputo sempre mantenere integro il proprio rapporto con le Forze Armate lo dimostra la lunghissima tradizione militare risalente nei secoli e soprattutto quella medaglia d'oro al valor militare per i fatti del settembre 1943 sul civico gonfalone e l'attività delle associazioni combattentistiche e d'arma. Ed è proprio con il San Marco ad essersi stabilito da circa tre anni un solido legame con l'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia tramite la locale sezione barlettana. Dice Michelangelo Palmitessa nella sua duplice veste di Presidente della Sezione A.N.P.d'I. di Barletta e di istruttore di paracadutismo: "Noi paracadutisti ed i marò del San Marco lavoriamo in silenzio. Non abbiamo bisogno del rumore". Già: perché quando ti lanci dopo il segnale di luce verde dal portellone aperto sul vuoto, intorno a te senti solo il silenzio e, quando c'è, la voce del vento…
E di lanci i membri delle due realtà ne hanno totalizzato numerosissimi dall'Aviosuperficie di Gaudiano di Lavello, autentica "palestra" dove periodicamente si danno appuntamento per raduni che servono all'addestramento ed all'affiatamento. Cameratismo? Sicuramente si, e lo dimostra la galleria fotografica di quelle immagini che testimoniano con quale carattere e con quale spirito i paracadutisti barlettani e gli uomini del San Marco affrontano esercitazioni e test pratici. Immagini che in queste ore, in questi giorni già trascorsi e nelle settimane a venire suggelleranno ancor di più il legame sul territorio.
L'Aviosuperficie "FALCONE" in Gaudiano di Lavello è diventato il nuovo perno portante del paracadutismo nel centro-sud Italia: l'importanza di questo ruolo ha trovato il plauso e l'approvazione del Gen. c.a. (ris) incursore paracadutista, nella sua veste di Presidente Nazionale dell'A.N.P.d'I. che ha più volte sottolineato la sinergia tra le Sezioni del 9° Gruppo Regionale Puglia-Basilicata».
La galleria delle foto parte dall'occasione dei lanci a Lavello con consegna del Crest della Sezione ANPDI di Barletta all'Ammiraglio Petragnani, precedente Comandante della Brigata Marina San Marco, e prosegue con la Croce Rossa Italiana XI° Centro di Mobilitazione con il pluricampione del Mondo Col. Paolo Filippini, già Comandante del CSE (Centro Sportivo Esercito).
Nino Vinella