Distilleria
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Cara Barletta ti scrivo

Barletta e il suo patrimonio immobiliare: «Si pensi prima ai beni già acquistati»

Il commento di Michele Grimaldi, Direttore dell'Archivio di Stato di Bari, Barletta e Trani

«Ogni qual volta un qualsiasi Ente a livello nazionale o territoriale si trova in serie difficoltà finanziarie, sceglie come strada, a sentir loro obbligata, quella della dismissione dei propri gioielli. Barletta, come al solito, affronta il discorso controcorrente e potendo disporre di liquidità riveniente da tasse e quant'altro (mah!), da un po' di tempo, munita del classico carrello da supermercato, si è lanciata in acquisti sfrenati». Anche Michele Grimaldi, Direttore dell'Archivio di Stato di Bari, Barletta e Trani interviene nel dibattito intorno all'acquisto di beni monumentali. Un tema tornato caldo con la possibilità di alienazione dell'ex Palazzo delle Poste.

«Interessantissimo, tra le tante parole il più delle volte prive di alcun costrutto logico, l'intervento del Senatore barlettano del Movimento 5 Stelle, Ruggiero Quarto il quale, nella sua disamina scevra da condizionamenti di qualsivoglia natura riguardante l'affaire Palazzo delle Poste, si è posto il problema della mancanza di risorse nelle casse comunali che rende difficile l'ordinaria manutenzione dei numerosi beni monumentali che il Comune possiede, la gran parte dei quali è in pessimo stato e, addirittura, abbandonato al degrado, figurarsi se si può pensare ad acquistarne altri per portarli alla triste fine dei precedenti. Diventa quindi problematico decidere caso per caso, magari con parametri di giudizio variabili, su onde emotive e senza una visione.

Ma non pensiate che sia una prerogativa degli attuali "amministratori" perché, quasi un secolo e mezzo fa, i "Signori" che occupavano gli scranni del Consiglio Comunale (quelli sì illuminati curatori della cosa pubblica) erano fra i più sapienti estimatori dei beni culturali della propria Città. Lo scettico di turno chiederà: "Come si può dimostrare una tale virtuosa propensione?" Semplicemente andando a studiarsi i documenti, anche questi, naturalmente, bene culturale.

A questo punto ben vengano i casi "acquisto" se servono a far conoscere istituti culturali come gli Archivi di Stato i quali, alla fin fine, rappresentano l'unica (vera) memoria storica di una comunità civile che vuol chiamarsi tale. Un saggio ha dato un interessante consiglio e cioè "Fatti raccontare dagli Archivi come è andata, sicuramente ti avvicinerai alla versione giusta".

Le notizie che riporto sono un estratto del censimento dei beni mobili ed immobili del Comune di Barletta effettuato dall'Ufficio del Patrimonio riferito a tutto il 31 dicembre 1889. A proposito, ma nell'ultimo decennio o anche ventennio, amministrativo non si è parlato ripetutamente di redigere un elenco dei nostri beni immobili per poterne poi decidere la vendita o gestire la loro rinascita ?

Comunque, torniamo a noi. Tra le più importanti sono da segnalare la proprietà del Seggio Antico del Popolo al Corso Vittorio Emanuele valutato £.3.000 e diventato di proprietà comunale con dispaccio di Re Manfredi del 1° Agosto 1256 e successivo di Re Carlo II d'Angiò del 15 luglio 1302, in seguito demolito perché preso di mira da nostrani bombaroli i quali, la notte di Natale del 1922 fautori del "demoliamo a tutti i costi", avendo preso in antipatia la struttura, a loro dire fatiscente e pericoloso, pensarono bene di farlo letteralmente saltare in aria danneggiando anche Eraclio. Scusate, ma che idioti!

Altro immobile è quello di San Domenico, ritornato nella piena proprietà e disponibilità della Città, ubicato tra la via Cavour e il corso Garibaldi, occupato nel 1889 dalle scuole elementari maschili, dell'Istituto Comunale, dalla Scuola Tecnica Governativa e dalla Biblioteca, valutato £. 110.000 ed entrato in possesso del Comune con Real Decreto 24 aprile 1824.

Interessanti da segnalare la proprietà del Cimitero Pubblico valutato £. 70.000 (più del doppio del Castello costato £. 32.728 !) del Macello acquistato con istrumento del notaio Acquaviva del 3 giugno 1866 e costato £. 60.000 ed infine il Teatro Comunale valutato £. 312,024 con proprietà legittimata da due istrumenti rogati dal notaio Celentano l'11 aprile 1866 e dal notaio De Leon il 6 febbraio 1868.

Infine da riportare la proprietà dell'Ospedale civile e militare Principe Umberto valutato £. 30.000 passato al Comune con verbale di cessione dal Fondo per il Culto datato 31 luglio 1869 e il processo verbale di cessione dal Demanio statale al Municipio di Barletta, redatto in data 23 aprile 1877, del Fortino Paraticchio, recentemente e finalmente restaurato.

Come si può dedurre dalle cifre, di soldini (e tanti!) gli Amministratori ne hanno spesi nel passato ed ora perché non si pensa a preservare quei tesori utilizzando, dopo averli recuperati, veri e propri gioielli architettonici quali gli ex Conventi di S. Andrea, S. Maria della Vittoria (ex ufficio anagrafe) e S. Lucia o Palazzo Bonelli in corso Garibaldi? Non sarebbe cosa "buona e giusta" pensare a questi prima di imbarcarsi in acquisti scellerati che il Principe della risata Antonio De Curtis, in arte Totò, avrebbe definito "fetecchie" tipo i locali sovrastanti la Cantina della Sfida passati da vere e proprie topaie a simbolo della Cultura?

Ma come ha detto il Sindaco, la strada è stata aperta ed ora via agli acquisti pazzi…ed io pago!».
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