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La città
Via dei Muratori, nuovo ricorso al TAR per l'ottemperanza della sentenza
Musti: «Non è più accettabile che si continuino ad alimentare incertezze»
Barletta - mercoledì 30 aprile 2025
A poche ore dalla seduta del Consiglio comunale di Barletta, la vicenda del mancato completamento della zona merceologica di via Foggia torna prepotentemente al centro del dibattito pubblico. Un articolo pubblicato ieri dalla Gazzetta del Mezzogiorno ha riacceso i riflettori su un tema che da anni attende una risoluzione concreta: l'urbanizzazione definitiva di via dei Muratori e del collegamento con via degli Artigiani, le due principali arterie produttive della zona.
Il Tribunale Amministrativo Regionale di Bari, con sentenza n. 81/2024 pubblicata il 17 gennaio 2024, aveva ordinato all'Amministrazione comunale di approvare, entro il termine perentorio di trenta giorni, il progetto definitivo dei lavori per il cosiddetto "terzo stralcio". Questo intervento infrastrutturale rappresenta l'unico sbocco della zona merceologica verso la SS16 (via Foggia) e risulta essenziale per il decongestionamento e la funzionalità dell'area.
Il termine imposto dal TAR è scaduto il 9 marzo 2024. Tuttavia, a oggi, l'Amministrazione comunale non ha ancora adempiuto all'ordine del giudice amministrativo, nonostante la sentenza sia divenuta definitiva. Questa inazione ha spinto l'imprenditore Aldo Musti – da anni impegnato in prima linea per la riqualificazione dell'area – a depositare un nuovo ricorso per l'ottemperanza della sentenza stessa.
Nel frattempo, ai consiglieri comunali è stata inviata e protocollata in data 28 aprile una nota che richiama con forza non solo la necessità di dare immediata esecuzione al provvedimento del TAR, ma anche le numerose criticità accumulate nel tempo. Si segnala da ultimo, l'utilizzo di circa 40.000 euro di fondi pubblici per incarichi a tecnici esterni, senza che questi abbiano prodotto alcun risultato concreto.
"La situazione – si legge nella nota – penalizza gravemente il tessuto economico-produttivo della città e mina i principi fondamentali di legalità, buona amministrazione e tutela dell'interesse pubblico. In uno Stato di diritto, il rispetto delle decisioni della magistratura amministrativa non è facoltativo, ma rappresenta un obbligo morale e istituzionale".
Nell'articolo pubblicato dalla Gazzetta, Musti è netto: «Non è più accettabile che si continuino ad alimentare incertezze, rinvii o strategie dilatorie. Non si può più disfare di notte ciò che, a parole, si costruisce di giorno. Né è tollerabile l'ombra di interferenze non meglio precisate, o la prospettiva di ripartire da zero con un rinnovo del vincolo urbanistico, condannando la città a un eterno ritorno al punto di partenza».
La questione, ormai, non riguarda più soltanto il merito tecnico o amministrativo dell'intervento, ma tocca temi di più ampio respiro: il rapporto tra cittadino e istituzioni, la certezza del diritto, la responsabilità della classe dirigente.
Auspico pertanto che ogni Consigliere comunale valuti con senso di responsabilità e consapevolezza l'urgenza di dare esecuzione alla sentenza. Non solo per la risoluzione di una vicenda che si protrae da troppo tempo, ma anche per misurare il grado di affidabilità politica e istituzionale degli organi elettivi della città.
Il Tribunale Amministrativo Regionale di Bari, con sentenza n. 81/2024 pubblicata il 17 gennaio 2024, aveva ordinato all'Amministrazione comunale di approvare, entro il termine perentorio di trenta giorni, il progetto definitivo dei lavori per il cosiddetto "terzo stralcio". Questo intervento infrastrutturale rappresenta l'unico sbocco della zona merceologica verso la SS16 (via Foggia) e risulta essenziale per il decongestionamento e la funzionalità dell'area.
Il termine imposto dal TAR è scaduto il 9 marzo 2024. Tuttavia, a oggi, l'Amministrazione comunale non ha ancora adempiuto all'ordine del giudice amministrativo, nonostante la sentenza sia divenuta definitiva. Questa inazione ha spinto l'imprenditore Aldo Musti – da anni impegnato in prima linea per la riqualificazione dell'area – a depositare un nuovo ricorso per l'ottemperanza della sentenza stessa.
Nel frattempo, ai consiglieri comunali è stata inviata e protocollata in data 28 aprile una nota che richiama con forza non solo la necessità di dare immediata esecuzione al provvedimento del TAR, ma anche le numerose criticità accumulate nel tempo. Si segnala da ultimo, l'utilizzo di circa 40.000 euro di fondi pubblici per incarichi a tecnici esterni, senza che questi abbiano prodotto alcun risultato concreto.
"La situazione – si legge nella nota – penalizza gravemente il tessuto economico-produttivo della città e mina i principi fondamentali di legalità, buona amministrazione e tutela dell'interesse pubblico. In uno Stato di diritto, il rispetto delle decisioni della magistratura amministrativa non è facoltativo, ma rappresenta un obbligo morale e istituzionale".
Nell'articolo pubblicato dalla Gazzetta, Musti è netto: «Non è più accettabile che si continuino ad alimentare incertezze, rinvii o strategie dilatorie. Non si può più disfare di notte ciò che, a parole, si costruisce di giorno. Né è tollerabile l'ombra di interferenze non meglio precisate, o la prospettiva di ripartire da zero con un rinnovo del vincolo urbanistico, condannando la città a un eterno ritorno al punto di partenza».
La questione, ormai, non riguarda più soltanto il merito tecnico o amministrativo dell'intervento, ma tocca temi di più ampio respiro: il rapporto tra cittadino e istituzioni, la certezza del diritto, la responsabilità della classe dirigente.
Auspico pertanto che ogni Consigliere comunale valuti con senso di responsabilità e consapevolezza l'urgenza di dare esecuzione alla sentenza. Non solo per la risoluzione di una vicenda che si protrae da troppo tempo, ma anche per misurare il grado di affidabilità politica e istituzionale degli organi elettivi della città.