.jpg)
La città
Via dei Muratori, «le sentenze che mettono in discussione l’operato del Comune»
La nota dell'imprenditore Aldo Musti
Barletta - mercoledì 18 giugno 2025
Comunicato Stampa
«In questi ultimi anni, in qualità di semplice cittadino, mi sono trovato più volte a dover ricorrere alla giustizia amministrativa contro decisioni e comportamenti del Comune di Barletta che ritenevo ingiusti. E la giustizia mi ha dato ragione. Non una volta soltanto, ma in più occasioni, con pronunce chiare e inequivocabili». Scrive così in una nota l'imprenditore Aldo Musti, che da anni si batte per la vicenda di via dei Muratori.
«Di seguito alcune delle decisioni che meritano di essere conosciute, perché riguardano non solo la mia vicenda personale, ma anche il principio – spesso dimenticato – secondo cui la pubblica amministrazione è al servizio del cittadino, non al di sopra di esso».
"Il Comune di Barletta non può cancellare una strada con un colpo di penna"
TAR Puglia – Bari, sentenza n. 829/2013, confermata dalla sentenza del CDS n. 5908/2017
Con questa sentenza, il TAR ha confermato la validità della previsione stradale di via Muratori e l'autorizzazione rilasciata alla mia azienda nel 2010 per la realizzazione di una viabilità provvisoria su suoli già acquisiti al patrimonio comunale. Una decisione fondamentale, che smentisce clamorosamente l'interpretazione dei dirigenti comunali dell'epoca, secondo i quali quella previsione urbanistica sarebbe stata "consapevolmente eliminata". Ma da chi? E con quale atto? La sentenza ha ristabilito la verità: la strada era prevista e non è mai stata cancellata.
"Il Comune di Barletta non rispetta il consolidato orientamento dei giudici amministrativi"
TAR Puglia – Bari, sentenza n. 475/2023
Qui il TAR ribadisce un principio fondamentale in materia edilizia: le fasce di rispetto stradale sono aree di inedificabilità assoluta. Non è possibile costruirvi alcunché, indipendentemente dalla natura dell'opera, né è consentito il condono. Nonostante ciò, nella zona merceologica di Barletta persistono situazioni che violano questo indirizzo giurisprudenziale.
"Il Comune di Barletta non esegue una sentenza passata in giudicato"
TAR Puglia – Bari, sentenza n. 81/2024
Con questa recente decisione, il TAR ha ordinato al Comune di determinarsi sull'approvazione del progetto definitivo per via dei Muratori entro il 9 marzo 2024. A oggi, nonostante la chiarezza della sentenza, il Comune non ha ancora adempiuto. Non solo è un disservizio, ma rappresenta un esempio lampante di inerzia amministrativa.
«Il silenzio che parla più di mille parole: a conferma di quanto sopra, in data 27 aprile 2025 ho indirizzato una nota formale a tutti i Consiglieri Comunali e, per conoscenza, al Sindaco, richiamando l'urgenza dell'esecuzione della sentenza n. 81/2024. Nessuna risposta è mai giunta. Nessun segnale, nemmeno un cenno.
Ecco allora il mio doveroso ringraziamento: grazie per il silenzio, che è divenuto testimonianza del disinteresse istituzionale verso una questione cruciale per la legalità e lo sviluppo della città. Un silenzio che, purtroppo, pesa quanto una scelta. Non solo una storia personale, ma un messaggio collettivo.
Queste sentenze non sono solo mie vittorie: sono precedenti che valgono per tutta la collettività. Fanno scuola, creano orientamenti, impongono agli amministratori locali di riflettere. La pubblica amministrazione non è un potere da esercitare in modo arbitrario, ma un servizio da garantire con correttezza, competenza e rispetto delle regole.
Rivolgo un invito ai dirigenti, ai funzionari e a chiunque operi nella macchina amministrativa: amministrare non è comandare. Amministrare significa servire il bene comune, con responsabilità e trasparenza. E ogni cittadino deve sentirsi libero, e legittimato, nel chiedere rispetto dei propri diritti».
«Di seguito alcune delle decisioni che meritano di essere conosciute, perché riguardano non solo la mia vicenda personale, ma anche il principio – spesso dimenticato – secondo cui la pubblica amministrazione è al servizio del cittadino, non al di sopra di esso».
"Il Comune di Barletta non può cancellare una strada con un colpo di penna"
TAR Puglia – Bari, sentenza n. 829/2013, confermata dalla sentenza del CDS n. 5908/2017
Con questa sentenza, il TAR ha confermato la validità della previsione stradale di via Muratori e l'autorizzazione rilasciata alla mia azienda nel 2010 per la realizzazione di una viabilità provvisoria su suoli già acquisiti al patrimonio comunale. Una decisione fondamentale, che smentisce clamorosamente l'interpretazione dei dirigenti comunali dell'epoca, secondo i quali quella previsione urbanistica sarebbe stata "consapevolmente eliminata". Ma da chi? E con quale atto? La sentenza ha ristabilito la verità: la strada era prevista e non è mai stata cancellata.
"Il Comune di Barletta non rispetta il consolidato orientamento dei giudici amministrativi"
TAR Puglia – Bari, sentenza n. 475/2023
Qui il TAR ribadisce un principio fondamentale in materia edilizia: le fasce di rispetto stradale sono aree di inedificabilità assoluta. Non è possibile costruirvi alcunché, indipendentemente dalla natura dell'opera, né è consentito il condono. Nonostante ciò, nella zona merceologica di Barletta persistono situazioni che violano questo indirizzo giurisprudenziale.
"Il Comune di Barletta non esegue una sentenza passata in giudicato"
TAR Puglia – Bari, sentenza n. 81/2024
Con questa recente decisione, il TAR ha ordinato al Comune di determinarsi sull'approvazione del progetto definitivo per via dei Muratori entro il 9 marzo 2024. A oggi, nonostante la chiarezza della sentenza, il Comune non ha ancora adempiuto. Non solo è un disservizio, ma rappresenta un esempio lampante di inerzia amministrativa.
«Il silenzio che parla più di mille parole: a conferma di quanto sopra, in data 27 aprile 2025 ho indirizzato una nota formale a tutti i Consiglieri Comunali e, per conoscenza, al Sindaco, richiamando l'urgenza dell'esecuzione della sentenza n. 81/2024. Nessuna risposta è mai giunta. Nessun segnale, nemmeno un cenno.
Ecco allora il mio doveroso ringraziamento: grazie per il silenzio, che è divenuto testimonianza del disinteresse istituzionale verso una questione cruciale per la legalità e lo sviluppo della città. Un silenzio che, purtroppo, pesa quanto una scelta. Non solo una storia personale, ma un messaggio collettivo.
Queste sentenze non sono solo mie vittorie: sono precedenti che valgono per tutta la collettività. Fanno scuola, creano orientamenti, impongono agli amministratori locali di riflettere. La pubblica amministrazione non è un potere da esercitare in modo arbitrario, ma un servizio da garantire con correttezza, competenza e rispetto delle regole.
Rivolgo un invito ai dirigenti, ai funzionari e a chiunque operi nella macchina amministrativa: amministrare non è comandare. Amministrare significa servire il bene comune, con responsabilità e trasparenza. E ogni cittadino deve sentirsi libero, e legittimato, nel chiedere rispetto dei propri diritti».