Eventi
Un cuore di fiaba per la scrittrice barlettana Binetti
Presentato alla sala rossa "Il signorino di Dreaming Hills". Metafora della disoccupazione e della voglia di riscatto
Barletta - giovedì 10 giugno 2010
13.07
Troppi uomini pratici mangiano il pane intriso col sudore della fronte del sognatore
(Khalil Gibran)
Proviamo a chiudere gli occhi e, per un istante, cerchiamo di ritornare alla nostra infanzia. A volte si può tornare piccini attraverso i sogni, a volte riscoprendo le piccole cose che gli adulti dimenticano di apprezzare, a volte leggendo una fiaba.
E' stata presentata ieri sera, presso la sala rossa del castello svevo, la nuova opera della scrittrice barlettana Maria Antonietta Binetti, Il signorino di Dreaming Hills, la fiaba che prosegue la collana cominciata due anni fa con "Il grande ulivo di Godland" e "Le olimpiadi del cuore". Con il patrocinio del Comune di Barletta, dell'arcidiocesi e dell'ufficio scolastico regionale, l'incontro, moderato dalla giornalista Floriana Tolve, è stato animato dal reading del libro a cura della professoressa Dolores Rotunno, accompagnata dall'oboe di Luciana Visaggio. Sono intervenuti anche la professoressa Alessandra De Robertis, don Alberto Barbaro, l'editore Renato Russo e l'illustratrice Maria Serena Campanalunga.
Sogno e realtà. Binomio che, sin dal celebre discorso di Martin Luther King "I have a dream", sembra essere una costante nella vita di tutti, e alla base di molti degli scritti della Binetti. Interviene in merito Don Alberto Barbaro, docente di scienze religiose, soffermandosi sulla tematica "L'uomo come crocevia di realtà, progetti, sogno e fede". «Si può anche sbagliare cambiando, l'importante è non rimanere inerti nel proprio immobilismo». Perchè questo è il nucleo narrativo del libro: la perdita del lavoro, l'affacciarsi su una nuova realtà, quella della disoccupazione. E allora cosa fare? Attraverso il linguaggio fluido ed elementare della fiaba, il messaggio è di non arrendersi di fronte alle difficoltà, e di trovare
in sè stessi la forza per sfidare l'orgoglio di mettersi tutti i giorni alla prova. «Se siamo ciò che siamo, è perchè i sogni di chi è venuto prima di noi non si sono arrestati alla prima difficoltà». Il libro trasfigura così nel racconto fiabesco una problematica attuale, riletta con gli occhi speranzosi della religione cattolica. Così la storia di Antony, muovendosi «tra sogno e speranza, tra diluvio e arcobaleno», si fa carico di un profondo messaggio religioso. Ricorda Padre Barbaro: «Dio è stato il primo sognatore» e molto spesso ha scelto il mezzo del sogno per trasmettere il proprio messaggio di fede. «Scopo della vita è realizzare quel sogno che Dio ha concepito sulla nostra culla».
Presenti in sala, a partecipare col loro fanciullesco brusio, i bambini della scuola "Moro" di Barletta, coinvolti in prima persona in un progetto legato al libro. «Attraverso letture critiche in classe, giochi creativi, percorsi didattici - spiega la docente di lettera Alessandra De Robertis - i ragazzi si sono aperti al mondo degli affetti, lasciandosi trasportare dall'emozione della fiaba».
E ancora i bambini sono stati protagonisti del concorso nazionale "Il grande ulivo di Godland: dalle radici al cielo", impegnati nella realizzazione di disegni, illustrazioni e racconti ispirati alla fiaba di Antony. Sono stati premiati:
Sezione Grafica
1° posto - Diana Calefato della scuola media "Giustina Rocca" di Trani
2° posto - Eleonora Vincitorio della scuola media "Giuseppe Garibaldi" di Trinitapoli
3° posto - Sabrina Di Bitonto della scuola media "Giuseppe Garibaldi" di Trinitapoli
Sezione Scrittura
1° posto - Valentina Lastella della scuola media "Giuseppe Garibaldi" di Trinitapoli
2° posto - Simona Fortezza della scuola media "Giuseppe Garibaldi" di Trinitapoli
3° posto - Miriam Panzarino della scuola media "Giovanni XXIII" di Grumo Appula
(Khalil Gibran)
Proviamo a chiudere gli occhi e, per un istante, cerchiamo di ritornare alla nostra infanzia. A volte si può tornare piccini attraverso i sogni, a volte riscoprendo le piccole cose che gli adulti dimenticano di apprezzare, a volte leggendo una fiaba.
E' stata presentata ieri sera, presso la sala rossa del castello svevo, la nuova opera della scrittrice barlettana Maria Antonietta Binetti, Il signorino di Dreaming Hills, la fiaba che prosegue la collana cominciata due anni fa con "Il grande ulivo di Godland" e "Le olimpiadi del cuore". Con il patrocinio del Comune di Barletta, dell'arcidiocesi e dell'ufficio scolastico regionale, l'incontro, moderato dalla giornalista Floriana Tolve, è stato animato dal reading del libro a cura della professoressa Dolores Rotunno, accompagnata dall'oboe di Luciana Visaggio. Sono intervenuti anche la professoressa Alessandra De Robertis, don Alberto Barbaro, l'editore Renato Russo e l'illustratrice Maria Serena Campanalunga.
Sogno e realtà. Binomio che, sin dal celebre discorso di Martin Luther King "I have a dream", sembra essere una costante nella vita di tutti, e alla base di molti degli scritti della Binetti. Interviene in merito Don Alberto Barbaro, docente di scienze religiose, soffermandosi sulla tematica "L'uomo come crocevia di realtà, progetti, sogno e fede". «Si può anche sbagliare cambiando, l'importante è non rimanere inerti nel proprio immobilismo». Perchè questo è il nucleo narrativo del libro: la perdita del lavoro, l'affacciarsi su una nuova realtà, quella della disoccupazione. E allora cosa fare? Attraverso il linguaggio fluido ed elementare della fiaba, il messaggio è di non arrendersi di fronte alle difficoltà, e di trovare
in sè stessi la forza per sfidare l'orgoglio di mettersi tutti i giorni alla prova. «Se siamo ciò che siamo, è perchè i sogni di chi è venuto prima di noi non si sono arrestati alla prima difficoltà». Il libro trasfigura così nel racconto fiabesco una problematica attuale, riletta con gli occhi speranzosi della religione cattolica. Così la storia di Antony, muovendosi «tra sogno e speranza, tra diluvio e arcobaleno», si fa carico di un profondo messaggio religioso. Ricorda Padre Barbaro: «Dio è stato il primo sognatore» e molto spesso ha scelto il mezzo del sogno per trasmettere il proprio messaggio di fede. «Scopo della vita è realizzare quel sogno che Dio ha concepito sulla nostra culla».
Presenti in sala, a partecipare col loro fanciullesco brusio, i bambini della scuola "Moro" di Barletta, coinvolti in prima persona in un progetto legato al libro. «Attraverso letture critiche in classe, giochi creativi, percorsi didattici - spiega la docente di lettera Alessandra De Robertis - i ragazzi si sono aperti al mondo degli affetti, lasciandosi trasportare dall'emozione della fiaba».
E ancora i bambini sono stati protagonisti del concorso nazionale "Il grande ulivo di Godland: dalle radici al cielo", impegnati nella realizzazione di disegni, illustrazioni e racconti ispirati alla fiaba di Antony. Sono stati premiati:
Sezione Grafica
1° posto - Diana Calefato della scuola media "Giustina Rocca" di Trani
2° posto - Eleonora Vincitorio della scuola media "Giuseppe Garibaldi" di Trinitapoli
3° posto - Sabrina Di Bitonto della scuola media "Giuseppe Garibaldi" di Trinitapoli
Sezione Scrittura
1° posto - Valentina Lastella della scuola media "Giuseppe Garibaldi" di Trinitapoli
2° posto - Simona Fortezza della scuola media "Giuseppe Garibaldi" di Trinitapoli
3° posto - Miriam Panzarino della scuola media "Giovanni XXIII" di Grumo Appula