Politica
"Tutti dentro", ieri chiuse le liste per le Amministrative
L'80% del vecchio Consiglio Comunale ci riprova. «Tutto cambia affinché nulla cambi»
Barletta - domenica 28 aprile 2013
Ieri scadeva il termine, previsto dalla legge, per presentare le liste dei candidati al Consiglio comunale, con i vari candidati Sindaco di Barletta, scesi in campo per le elezioni amministrative del 26 e 27 maggio, dunque a trenta giorni dal responso.
Tanti i candidati, troppi forse. La grande novità è che non ci sono grandi novità, almeno per la maggioranza dei nomi inseriti nelle liste e realmente eleggibili. Infatti, come per ogni elezione che si rispetti, ci sono pochi candidati che realmente aspirano, gareggeranno e hanno possibilità di essere eletti ad entrare nella Sala consiliare per la porta principale, e invece molti nomi inseriti solo per riempire le liste formalmente, assicurando alla medesima qualche voto in più. Ma i papabili restano più o meno sempre gli stessi, detentori di pacchetti di voti che difficilmente perderanno.
Sono sei questa volta i candidati alla carica di primo cittadino di Barletta, contro i dieci del 2011, e 21 le liste che li appoggiano, anziché le 25 del 2011, per un totale di 628 aspiranti consiglieri, ridotti di poco dagli otre 700 delle ultime Amministrative. Dato ancor più rilevante è che dei 32 consiglieri della scorsa legislatura solo sette (il 20% ca.) non si sono ricandidati; gli altri, con alcuni salti della quaglia e cambi di casacca studiati ad hoc, si ripresentano spavaldamente e come se nulla fosse accaduto. A loro poi aggiungiamo i candidati sindaci che risulteranno perdenti, in grado di superare la soglia del 3% di consensi, molti non certo di primo pelo per la politica locale.
Eppure non l'avremmo giurato che le prospettive statistiche di formazione del prossimo Consiglio sarebbero state le stesse del vecchio, su cui sono piovute tante critiche e contestazioni della cittadinanza. Insomma, probabilmente ispirati dalla situazione nazionale, valga anche a Barletta la frase che Tommasi di Lampedusa fa pronunciare nel Gattopardo «Tutto cambia affinché nulla cambi», con tanti saluti agli sproloqui e alle maledizioni che si sprecavano negli scorsi mesi per la classe politica barlettana. Si pensi al PD dove pare si sia fatto tanto rumore per niente: anche i "sospesi" sono in lista, sotto la «responsabilità» del commissario Patruno. Ma anche il centrodestra non è da meno: solo due ex consiglieri dell'allora opposizione non si ripresentano; un'opposizione spesso accusata d'inerzia e incapacità di svolgere quel ruolo, che è riuscita a chiudere l'era Maffei non certo con le proprie forze.
Insomma la parola d'ordine per tutte le coalizioni è stata "Tutti dentro" nella formazione delle liste. Quest'anno certamente vi è la variante del M5S, che alle scorse politiche è risultato il secondo partito più votato a Barletta. Ma si sa che alle comunali è diverso. Magari ci si potrebbe chiedere se questo pescherà di più nell'elettorato di centrosinistra o di centrodestra. Come andrà a finire lo vedremo, speriamo solo che la prossima consiliatura non si vada di nuovo a concludere in uno studio notarile.
Tanti i candidati, troppi forse. La grande novità è che non ci sono grandi novità, almeno per la maggioranza dei nomi inseriti nelle liste e realmente eleggibili. Infatti, come per ogni elezione che si rispetti, ci sono pochi candidati che realmente aspirano, gareggeranno e hanno possibilità di essere eletti ad entrare nella Sala consiliare per la porta principale, e invece molti nomi inseriti solo per riempire le liste formalmente, assicurando alla medesima qualche voto in più. Ma i papabili restano più o meno sempre gli stessi, detentori di pacchetti di voti che difficilmente perderanno.
Sono sei questa volta i candidati alla carica di primo cittadino di Barletta, contro i dieci del 2011, e 21 le liste che li appoggiano, anziché le 25 del 2011, per un totale di 628 aspiranti consiglieri, ridotti di poco dagli otre 700 delle ultime Amministrative. Dato ancor più rilevante è che dei 32 consiglieri della scorsa legislatura solo sette (il 20% ca.) non si sono ricandidati; gli altri, con alcuni salti della quaglia e cambi di casacca studiati ad hoc, si ripresentano spavaldamente e come se nulla fosse accaduto. A loro poi aggiungiamo i candidati sindaci che risulteranno perdenti, in grado di superare la soglia del 3% di consensi, molti non certo di primo pelo per la politica locale.
Eppure non l'avremmo giurato che le prospettive statistiche di formazione del prossimo Consiglio sarebbero state le stesse del vecchio, su cui sono piovute tante critiche e contestazioni della cittadinanza. Insomma, probabilmente ispirati dalla situazione nazionale, valga anche a Barletta la frase che Tommasi di Lampedusa fa pronunciare nel Gattopardo «Tutto cambia affinché nulla cambi», con tanti saluti agli sproloqui e alle maledizioni che si sprecavano negli scorsi mesi per la classe politica barlettana. Si pensi al PD dove pare si sia fatto tanto rumore per niente: anche i "sospesi" sono in lista, sotto la «responsabilità» del commissario Patruno. Ma anche il centrodestra non è da meno: solo due ex consiglieri dell'allora opposizione non si ripresentano; un'opposizione spesso accusata d'inerzia e incapacità di svolgere quel ruolo, che è riuscita a chiudere l'era Maffei non certo con le proprie forze.
Insomma la parola d'ordine per tutte le coalizioni è stata "Tutti dentro" nella formazione delle liste. Quest'anno certamente vi è la variante del M5S, che alle scorse politiche è risultato il secondo partito più votato a Barletta. Ma si sa che alle comunali è diverso. Magari ci si potrebbe chiedere se questo pescherà di più nell'elettorato di centrosinistra o di centrodestra. Come andrà a finire lo vedremo, speriamo solo che la prossima consiliatura non si vada di nuovo a concludere in uno studio notarile.