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Cronaca

Tornado sull'Ilva: bilancio drammatico, 40 feriti e un disperso in mare

Case e strade devastate, 9 bambini feriti. Bilancio anora provvisorio

Tutto inizia alle ore 10.30 del 28 novembre, una data che sarà ricordata: una tromba d'aria di proporzioni mai viste a Taranto, soffia forte sull'Ilva e dintorni spazzando via capannoni, pali della luce e buona parte della cittadina limitrofa di Statte. In pochi minuti il putiferio: oltre venti operai soccorsi presso l'infermieria dello stabilimento, black out totale nel siderurgico e voci di un disperso in mare.

In città è il caos più totale: dilaga il panico, comincia a diffondersi il terrore per gas tossici sprigionati dal presunto crollo di una ciminiera. Sui social network si susseguono inviti a chiudersi in casa, barricare ogni finestra ed evacuare il rione tamburi, il più vicino all'industria tarantina. Ad alimentare la paura è una nota del 118 che parla di tre vittime: si scoprirà solo in un secondo momento che si trattava di decessi legati ad incidenti stradali. Il Sindaco Stefano invita la città alla calma, rassicurando tutti di avere la situazione sotto controllo e che è superfluo qualsiasi abbandono della propria casa presso i rioni Tamburi e Taranto Croce.

Nel primo pomeriggio l'Ilva viene dichiarata ufficialmente "in sicurezza", nonostante danni ingenti e non ancora quantificabili. Ma resta l'angoscia tuttora per l'operaio disperso in mare. Dopo ore di ricerche vane, queste sono state sospese per il buio e le condizioni avverse del mare. Fa scalpore la testimonianza di un suo collega, tale Cataldo Ranieri, secondo cui «l'episodio è avvenuto in un'area che è sotto sequestro con facoltà d'uso da anni. La gru sulla quale si trovava a lavorare l'operaio , in caso di condizioni meteorologiche avverse come quelle di oggi, blocca automaticamente l'impianto tramite un anemometro». Pertanto, il solo modo per avervi accesso era disabilitare il sistema di sicurezza.

Pronta la smentita dell'Ilva, che in una nota afferma come «le dichiarazioni del signor Gentile siano prive di ogni fondamento». Le ricerche dei sub riprenderanno all'alba, condizioni del mare permettendo. Situazione critica a Statte. La piccola frazione di Taranto risulta essere la più colpità dalla calamità naturale. Circa 9 bambini di una scuola elementare sono rimasti feriti per fortuna non gravemente. Molte ville sono pressochè distrutte o pericolanti e verranno abbattute. Le strade sono impraticabili, con autovetture distrutte da massi e accartocciate una sull'altra. Molte di queste famiglie hanno trovato rifugio presso familiari a Taranto o strutture di accoglienza in città.

Un vero e proprio dramma, quello vissuto dagli operai e famiglie dell'Ilva. Dopo le sommosse di ieri, seguenti alla sospensione del lavoro presso l'impianto di oltre 5 mila lavoratori, anche la natura si ribella. E la voce secondo cui l'evento atmosferico non abbia cause "del tutto naturali" comincia a prendere piede.

Orazio Rotunno
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