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Cronaca

Torna in carcere il boss Cannito

Era ai domiciliari, operazione della Gdf di Bari e dei Carabinieri di Barletta

I militari del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Bari e della Compagnia Carabinieri di Barletta hanno arrestato il 57enne Cannito Cosimo Damiano, capo dell'omonimo clan, in esecuzione di un decreto di sospensione della misura alternativa della detenzione domiciliare, emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

L'indagine ha evidenziato come il 57enne, sebbene agli arresti domiciliari poiché già condannato in via definitiva alla pena detentiva di 30 anni, intrattenesse all'interno della sua abitazione rapporti con pericolosi trafficanti di droga e con numerosi gregari del sodalizio criminale in libertà che lo tenevano quotidianamente aggiornato facendosi anche contattare dagli stessi su utenze telefoniche intestate a terzi.

Di seguito il comunicato completo della Guardia di Finanza:

Nella tarda serata di ieri militari del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari e del N.O.R.M. della Compagnia Carabinieri di Barletta, su disposizione del Tribunale di Sorveglianza di Bari, hanno eseguito un'ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nei confronti del noto boss di Barletta Cannito Cosimo Damiano, responsabile della violazione degli obblighi previsti dal regime detentivo ai domiciliari a cui lo stesso era sottoposto.

In particolare, le indagini esperite in stretta sinergia dai militari della Guardia di Finanza e dell'Arma dei Carabinieri – anche attraverso l'utilizzo delle apparecchiature di intercettazioni e video sorveglianza - hanno consentito di accertare che il boss Cannito Cosimo Damiano, sottoposto, a partire dal novembre 2011, alla misura restrittiva alternativa della detenzione domiciliare per motivi di salute in quanto condannato in via definitiva alla pena di anni 30 di reclusione per la commissione di 5 omicidi aggravati, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione ed associazione per delinquere di stampo mafioso, ha intrattenuto rapporti con alcuni pregiudicati. Tale comportamento, in quanto contrario agli obblighi previsto per i soggetti sottoposti al regime detentivo presso il proprio domicilio (divieto di avere qualsivoglia tipo di contatto con persone diverse dai suoi famigliari conviventi, con persone pregiudicate o sottoposte a misure di sicurezza o di prevenzione), ha determinato l'aggravamento della misura restrittiva dai domiciliari al carcere.

Tra i pregiudicati con cui il boss CANNITO Cosimo Damiano risulta aver intrattenuto rapporti si annoverano i cittadini albanesi Kamberi Igli (tratto in arresto dal GICO del Nucleo della GdF di Bari e dai Carabinieri di Barletta, in data 21/11/2012, per detenzione di 11 Kg. di marijuana) e Xhamia Emiljano (tratto in arresto dal predetto GICO, in data 27/11/2012, per detenzione di 2,5 Kg. di marijuana). La revoca della misura detentiva domiciliare è stata disposta anche per esigenze di Pubblica Sicurezza, a seguito dell'esplosione di alcuni colpi d'arma da fuoco avvenuti nella tarda serata del 26 dicembre u.s., in direzione proprio del portone d'ingresso dell'abitazione ove il Cannito scontava la pena detentiva.

Dal comunicato congiunto di Guardia di Finanza e Carabinieri:

L'operazione conclude una complessa attività investigativa avviata dai militari della Guardia di Finanza e dell'Arma dei Carabinieri che hanno operato in stretta sinergia, conseguentemente ad una recrudescenza delle attività criminose nella città di Barletta come attentati dinamitardi e agguati anche mortali verificatisi dopo che il capo clan Cannito Cosimo Damiano è tornato a Barletta beneficiando della detenzione domiciliare per motivi di salute.

L'indagine protrattasi anche attraverso l'utilizzo di intercettazioni e video sorveglianza ha consentito di appurare:
  • l'esistenza nel territorio barlettano di più gruppi criminali in lotta tra di loro, originati dalla disgregazione del gruppo principale avvenuto con le operazioni "Dolmen", "Ettore Fieramosca" e "Download";
  • come il capo clan intendesse dettare nuove linee guida per la ripresa delle attività criminali o convocando presso la sua abitazione numerosi gregari del sodalizio criminale che lo tenevano periodicamente aggiornato o facendosi contattare dagli stessi su utenze telefoniche intestate a terzi;
  • l'assidua frequentazione dell'abitazione del Cannito da parte di malavitosi e pregiudicati di ogni risma tra cui anche un pregiudicato albanese, poi arrestato nel novembre del 2012 da militari della Guardia di Finanza poiché sorpreso a bordo di un'auto con 11 kg di marijuana.

La conferma che il Cannito sia in qualche modo coinvolto nella guerra di mafia in atto a Barletta è arrivata la sera del 26 dicembre dello scorso anno quando due individui incappucciati di cui uno armato di pistola, a bordo di una moto, esplosero all'indirizzo del portone di ingresso della sua abitazione due colpi di arma da fuoco per poi dileguarsi velocemente. Il Cannito è stato associato presso la casa circondariale di Trani.
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