Presentazione Rete Civica
Presentazione Rete Civica
Politica

Presentato il movimento politico Rete Civica

Ieri la conferenza stampa

Rappresentare «concreta alternativa» all'attuale amministrazione e dar voce a una cittadinanza attiva spesso rimasta ai margini della politica istituzionale. Nasce con questi obiettivi il movimento politico Rete Civica.

«Finalmente - ha affermato Giuseppe Calabrese- parte ufficialmente questo percorso che ci porterà, speriamo, a rappresentare una concreta alternativa per i cittadini che non si sentono in questo momento rappresentati dalla politica attuale, soprattutto a livello cittadino. L'obiettivo è avvicinarli con proposte concrete, progetti e idee». Un percorso civico che punta al coinvolgimento di professionisti, associazioni e cittadini, e che, almeno nella fase iniziale, si è dato regole precise: lo statuto vieta l'iscrizione a chi abbia ricoperto incarichi istituzionali negli ultimi tre anni, una scelta pensata per blindare il progetto da possibili strumentalizzazioni. Alla domanda se questa decisione implichi una chiusura al dialogo con i partiti tradizionali, Calabrese chiarisce: «Siamo assolutamente favorevoli al confronto con tutte le forze politiche, laddove ci sia una comunanza di visione. La nostra idea di città è totalmente diversa da quella dell'attuale amministrazione: diversa nella programmazione, nel concetto di bellezza, nel futuro stesso di Barletta». La Rete Civica intende ora strutturarsi attraverso gruppi di lavoro tematici – dal sociale all'ecologia, dalla cultura alle periferie – con l'obiettivo di produrre proposte concrete, alcune delle quali potranno essere presentate anche all'amministrazione attuale, purché valide e condivise.

Uno dei temi ricorrenti nelle parole dei promotori è quello delle periferie, spesso dimenticate rispetto al centro cittadino. A parlarne sono Giuseppe Di Bari e Raffaele Patella, referenti del comitato di quartiere zona 167. «Negli anni ci siamo sempre sottratti a chi ci attribuiva la volontà di entrare in politica. Non era così. Ma oggi riceviamo ogni giorno sollecitazioni dai residenti, da chi ci segnala problemi concreti e ci chiede un impegno diretto. C'è chi ci addita come "poveracci" solo perché portiamo all'evidenza pubblica quelle che sono le tante criticità che spesso vengono celate dietro il manto luccicoso degli eventi che si fanno in centro». Importante anche il contributo dell'Ambulatorio Popolare, realtà impegnata da anni nell'assistenza e nel mutualismo. A raccontarne il ruolo nella nuova rete è Cosimo Matteucci. «Abbiamo organizzato i poveri, gli sfruttati, gli ultimi, gli emarginati. Ora serve un passaggio in più: c'è un limite che l'associazionismo da solo non può superare, perché serve la politica. Il mutualismo non deve sostituirsi allo Stato o alle amministrazioni comunali, ma difendere gli ultimi diritti rimasti e rivendicarne di nuovi». Per Matteucci, la sfida è politica nel senso più alto del termine: riorganizzare le persone più fragili, migranti e marginalizzati, per restituire loro voce e rappresentanza. Un impegno che affonda le radici nelle esperienze storiche delle società operaie e delle organizzazioni mutualistiche, e che oggi trova nella nuova Rete Civica uno spazio di elaborazione e azione.

  • Missione politica
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